Diventare Infermieri ed Infermieri Pediatrici.

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Chi è l’Infermiere? E’ un professionista sanitario laureato in Infermieristica o in Infermieristica Pediatrica regolarmente iscritto alla FNOPI e di conseguenza all’Albo nazionale di categoria.

L’Infermiere è il professionista sanitario laureato in Infermieristica. Secondo i requisiti previsti dalla normativa italiana ed europea 2005/36 e 2006/100 è responsabile della pianificazione e gestione dell’assistenza infermieristica generale.  L’Infermiere Pediatrico, lo dice la denominazione stessa, è l’operatore sanitario responsabile dell’assistenza infermieristica pediatrica. Tutte e due le figure devono essere iscritte alla Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche per poter prestare la loro opera professionale nel pubblico o nel privato.

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L’Infermiere.

In altre parole, come scritto chiaramente nel suo Profilo Professionale, l’Infermiere si occupa di:

  • attività terapeutica;
  • palliativa;
  • riabilitativa;
  • educativa;
  • preventiva.
Infermieri, professionisti straordinari impegnati in tanti ambiti assistenziali.
Infermieri, professionisti straordinari impegnati in tanti ambiti assistenziali.

Tutte le sue azioni sono rivolte all’individuo, alla comunità o alla popolazione, svolta su soggetti sani o malati, al fine di recuperare uno stato di salute adeguato e prevenendo l’insorgenza di alterazioni morfo-funzionali dell’individuo o della comunità.

Ove necessario si avvale del personale di supporto (gli Operatori Socio Sanitari – OSS) regolarmente formato.

L’attività professionale viene svolta in strutture sanitarie, pubbliche o private, in regime di dipendenza o come libero professionista.

Può lavorare in ospedale o sul territorio e anche in ambiti assistenziali ultra-specialistico: come nelle fabbriche, nei cantierisulle navi da crociera, sulle piattaforme petrolifere, in farmacia, nei centri prelievi, in famiglia e via discorrendo.

L’Infermiere Pediatrico.

E per essere più specifici, come scritto chiaramente nel suo Profilo Professionale, l’Infermiere Pediatrico si occupa di:

  • attività terapeutica;
  • palliativa;
  • riabilitativa;
  • educativa;
  • preventiva.

L’infermiere pediatrico, inoltre:

  1. partecipa all’identificazione dei bisogni di salute fisica e psichica del neonato, del bambino, dell’adolescente, della famiglia;
  2. identifica i bisogni di assistenza infermieristica pediatrica e formula i relativi obiettivi;
  3. pianifica, conduce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico pediatrico;
  4. partecipa:
  • ad interventi di educazione sanitaria sia nell’ambito della famiglia e della comunità;
  • alla cura degli individui sani in età evolutiva nel quadro di programmi di promozione della salute e prevenzione delle malattie e degli incidenti;
  • all’assistenza ambulatoriale, domiciliare e ospedaliera dei neonati;
  • all’assistenza ambulatoriale, domiciliare e ospedaliera dei soggetti di età inferiore a 18 anni affetti da malattie acute e croniche;
  • alla cura degli individui in età adolescenziale nel quadro dei programmi di prevenzione e supporto socio-sanitario.

E non è tutto:

  1. garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche;
  2. agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli operatori sanitari e sociali;
  3. si avvale, ove necessario, dell’opera del personale di supporto (gli OSS) per l’espletamento delle funzioni.

Le principali funzioni sono la prevenzione delle malattie, l’assistenza dei malati e dei disabili in età evolutiva e l’educazione sanitaria. Anche gli Infermieri Pediatrici possono lavorare nel pubblico, nel privato, in regime di dipendenza o di P.IVA.

Un po’ di storia.

Dalla Preistoria all’età storica.

Quando nascono gli Infermieri e l'assistenza sanitaria? Viaggio incredibile dalla preistoria ad tempi moderni.
Quando nascono gli Infermieri e l’assistenza sanitaria? Viaggio incredibile dalla preistoria ad tempi moderni.

È fortemente condivisa, all’interno della Disciplina infermieristica, l’idea che la moderna professione infermieristica affondi le sue radici in un’epoca remotissima, assumendo nel tempo due connotati molto differenti tra loro, ma complementari, sia per i principi ispiratori, l’applicazione e la prassi, sia per la cronologia: l’assistenza e l’assistenza infermieristica.

È storia all’intenio del cammino del genere umano dal suo esordio e, questa, ne segue anche oggi il percorso, perché figlia del genere umano stesso. L’assistenza, nella sua accezione più ampia e nella sua temporalità più profonda, nasce istintivamente con il processo di ominazione, è ancestralmente patrimonio femminile intrinseco e segreto, primo motore di tutte quelle sue forme e sfumature, caratteristicamente e costantemente presenti in ogni società, cultura, etnia ed in ogni tempo.

Per ulteriori approfondimenti: Infermieri e assistenza sanitaria: dalla preistoria ai tempi moderni.

Medioevo ed età moderna.

Nel medioevo e fino all’età moderna, l’assistenza infermieristica è stata generalmente erogata da religiosi. Tra gli esempi più famosi si menziona Caterina da Siena, (facente parte del terzo ordine domenicano) che nel XIV secolo in Italia, curava i malati di peste, in alcuni frangenti mettendo a repentaglio la sua vita per assisterli.

XVIII secolo.

Le rivoluzioni e le epidemie, negli Stati Uniti d’America, portarono ad un’espansione del ruolo infermieristico nel XVIII secolo. I problemi correlati ai bisogni di assistenza erano legati a motivi igienico-sanitari e ai bassi standard di vita.

Il calo di mortalità iniziato nel XVIII secolo diventa più marcato nel XIX secolo. I motivi per i quali si muore meno sono riconducibili a due, il primo è un sostanziale aumento delle condizioni di vita, il secondo motivo riguarda i frutti della rivoluzione scientifica che si iniziano a vedere dal decennio 1870-80.

XIX secolo.

Nel XIX secolo si inizia una sanificazione di tutte le istituzioni, carceri, ospizi, ospedali, ed avviene un’organizzazione globale di tutta l’assistenza sociale e sanitaria. In Inghilterra la rivoluzione industriale aveva portato, all’inizio del secolo, ad un progressivo abbandono del lavoro agricolo da parte della popolazione rurale ed in suo progressivo trasformarsi in “proletaria”. Parallelamente vi è una soppressione dell’artigianato, e l’enorme massa dei lavoratori riuniti nella classe operaia, si ritrova in una situazione di sfruttamento lavorativo (solo nel 1802 venne implementata la legge che limita l’impiego di apprendisti per 12 ore al giorno), e le abitazioni avevano affitti molto elevati con delle condizioni igieniche terribilmente scadenti, prive di fogne o in comunicazione con i condotti dell’acqua. Questa situazione porta nel 1832 alla prima epidemia inglese di colera. La povertà, le lunghe giornate lavorative e la diffusione delle malattie aumentarono la richiesta di infermieri che operassero per la salute della comunità.

Florence Nightingale.

Florence Nightingale, madre dell'Infermieristica.
Florence Nightingale, madre dell’Infermieristica.

E’ conosciuta come la fondatrice dell’infermieristica moderna, appartiene ad una famiglia inglese ricchissima e grazie agli insegnamenti del padre ottiene un’istruzione completa con un elevato risultato culturale. Nacque il 12 maggio del 1820 in Italia, a Firenze. Intraprese la professione infermieristica contro i desideri della famiglia. E’ considerata come la madre degli Infermieri e il 12 maggio di ogni anno la si commemora in tutto il mondo.

La formazione infermieristica basata sul sapere, l’istruzione e la conoscenza → lezioni teoriche giornaliere vengono impartite da medici, infermieri e caporeparto e le allieve sono sottoposte ad esami e verifiche. L’istruzione secondo Nightingale non prevede alcuna interferenza nell’ambito medico, senza la sovrapposizione di attribuzioni, ma piuttosto le figure di infermiera e medico si sostengono a vicenda per il bene del malato.

In Europa iniziano ad essere costruiti i primi ospedali con la nascita della figura del Direttore medico, mentre nel 1853 a Napoli viene fondata una prima scuola per infermieri. In Italia, infatti, dopo la seconda metà dell’Ottocento, con l’Unità d’Italia ed il pensiero comune dei cittadini, che riguarda la salute come competenza statale, fa sì che si vengano a generare riforme e leggi che porteranno alla creazione dei primi sistemi di tutela sanitaria e sociale del Regno d’Italia. Con la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861, “l’azione sanitaria dello stato è limitata alla difesa della salute della popolazione da cause morbose esterne, prevedendo unicamente la profilassi delle malattie infettive affidata ai prefetti, con l’assistenza sanitaria lasciata alla forma umanitaria o religiosa. In molte regioni sono presenti i medici dei poveri con il compito di curare gratuitamente coloro che sono iscritti in apposite liste, dette di povertà.”

Nel XIX secolo nacquero numerose congregazioni religiose, che oltre all’insegnamento, fondarono ospedali e organizzazioni di assistenza ai malati a domicilio, nonostante la normativa ecclesiastica ancora imponesse alle religiose di non assistere nessuno a domicilio, oltre ad escludere le donne incinte e malati di sesso maschile. “Le suore infermiere, in nome della loro missione spesso disattendevano queste disposizioni non negando il loro aiuto ai sofferenti e aprendo continue discussioni con l’istituzione ecclesiastica, come testimonia l’inchiesta generale avviata dalla Sacra Congregazione dei Religiosi nel 1909 in tutto il mondo cattolico, in seguito alle molte proteste per la prassi consolidata delle religiose a prestare assistenza infermieristica, sia a domicilio che negli ospedali, anche agli uomini. Le suore, consapevoli dell’esigenza di una preparazione professionale, ottennero anche da Pio X nel 1905 la possibilità di fondare la prima scuola professionale per infermiere.” [9]

XX secolo.

Negli Stati Uniti ed in Inghilterra il modello Nightingale influenza la formazione, l’organizzazione del lavoro e la identificazione professionale, permettendo un’evoluzione professionale infermieristica in rapida ascesa con mete sempre più ambiziose, come nel 1911 in America, dove nacque l’organizzazione professionale American Nurses Association (ANA). Successivamente nacquero le organizzazioni professionali come la Canadian Nurses Association (CNA), l’International Council of Nurses (ICN), la National League of Nursing (NLN). In Italia invece è attiva la Federazione italiana degli Infermieri e delle Infermiere degli Ospedali e dei Manicomi.

Il “Goldmark report”.

Nel 1919 la Rockfeller Foundation fonda la Committee for the Study of Nursing Education per analizzare la formazione infermieristica negli Stati Uniti. La sociologa Josephine Goldmark venne messa a capo della commissione composta inoltre da Annie W. Goodrich, M. Adelaide Nutting e Lillian Wald.

Nel 1922 si giunge alla pubblicazione di un rapporto noto come Goldmark Report, nel quale si evidenziò che la qualità dei programmi di formazione erano inadeguati, e si raccomandava inoltre di:

  • separare la dirigenza delle scuole infermieristiche dalla dirigenza ospedaliera;
  • la settimana di studio/lavoro degli studenti non doveva superare le 48 ore;
  • obiettivo dei programmi di tirocinio doveva essere la formazione e non la copertura del servizio;
  • ridurre la frequenza a 28 mesi;
  • puntare alla formazione universitaria dei futuri insegnanti.

Inoltre, in funzione di quanto scaturito dal rapporto, la Fondazione Rockefeller finanziò un modello sperimentale di formazione infermieristica che divenne in seguito la Yale School of Nursing, ovvero la prima scuola autonoma di infermieristica con un proprio preside, docenti, bilancio, e lauree conformi alle norme universitarie. Considerato un punto fondamentale nella storia dell’educazione infermieristica, i risultati di questo rapporto facilitarono il passaggio dalle scuole infermieristiche ospedaliere all’università negli Stati Uniti.

Nel 1965 il rapporto “Lysaught Report” della National Commission on Nursing and Nursing Education, analizzò numerosi problemi infermieristici fra cui: “il chiarimento dei ruoli e delle funzioni infermieristiche, l’educazione infermieristica e le opportunità di carriera per gli infermieri”.

Secondo H. L. Wilensky, un sociologo funzionalista, il processo di professionalizzazione di un’occupazione deve seguire una serie di passaggi che hanno una precisa collocazione storica. L’autore si pose l’obiettivo di identificare se esistono delle tappe comuni nel processo di professionalizzazione ed eseguì uno studio negli Stati Uniti negli anni sessanta del XX secolo e servì ad approfondire la storia di 18 professioni, tra cui la professione infermieristica.

L’esito della sua ricerca è positiva in quanto esiste una tipica successione di eventi comuni:

  • Cominciare a svolgere a tempo pieno l’attività e non più occasionalmente;
  • Istituzione di una scuola di formazione;
  • Formazione di associazioni professionali;
  • Agitazione politica, nel senso di impegno, per guadagnarsi l’appoggio della legge alla protezione dell’area di lavoro, della formazione come prove di abilitazione, legge sull’esercizio;
  • Definizione di un proprio codice deontologico.

Se con Wilensky si analizza il processo di professionalizzazione, con l’opera di Meleis si analizza il passaggio dal sapere culturale a quello disciplinare: “Secondo Meleis, da quando gli infermieri hanno cominciato a prendersi cura degli esseri umani in un modo metodico ed organizzato, essi sono stati coinvolti in qualche forma di teorizzazione”, in un processo di elaborazione teorica infermieristica. I concetti di assistenza infermieristica, comfort, comunicazione, protezione, guarigione e salute, sono stati utilizzati per guidare la pratica prima di definire l’inizio dell’elaborazione teorica infermieristica.

Meleis, nella sua teoria, individua cinque stadi di evoluzione del sapere professionale:

  • Stadio della pratica;
  • Stadio dell’educazione e dell’amministrazione;
  • Stadio della ricerca;
  • Stadio della teoria;
  • Stadio della filosofia.

Questi stadi hanno distinto e condotto ad una evoluzione accademica della disciplina infermieristica definendone il mandato e base teorica.

  • Stadio della pratica: “il mandato dell’assistenza infermieristica è definito come il fornire aiuto per accrescere le possibilità di guarigione e di benessere, il creare un ambiente salutare che aiuti a diminuire la sofferenza e il deterioramento”;
  • Stadio dell’educazione e dell’amministrazione: nello sviluppo teorico della disciplina infermieristica, dopo una iniziale pratica di apprendistato, ci si sposta verso problemi correlati alla costituzione dei programmi di studio infermieristici, nei quali gli interrogativi sulla natura dell’assistenza infermieristica portano ad ulteriori sviluppi della teorizzazione infermieristica;
  • Stadio della ricerca: “l’attenzione sulla formazione, i curriculum, l’insegnamento, le strategie di apprendimento, l’amministrazione, portano gli infermieri ad interessarsi della ricerca.” Gli infermieri sono obbligati a sviluppare le proprie idee e comunicarle al mondo scientifico attraverso la pubblicazione nelle riviste e la presentazione in incontri accademici;
  • Stadio della teoria: in questo stadio gli interrogativi sull’essenza dell’assistenza infermieristica ed i suoi obiettivi emergono in modo più organizzato in quanto, i propri autori, cominciano a costruire realtà così come loro le vedono e le proprie teorie vengono influenzate dall’area socioculturale in cui si sviluppano e da cui derivano;
  • Stadio della filosofia: deriva dalle domande poste dopo l’elaborazione teorica. Gli infermieri, che cominciano a riflettere sugli aspetti concettuali della pratica professionale e sui metodi per lo sviluppo delle conoscenze infermieristiche, si pongono quesiti filosofici. In questo stadio la filosofia viene considerata un tentativo di comprendere le premesse filosofiche che stanno dietro le teorie e ricerche infermieristiche.

Gli anni settanta vengono considerati anni di maggior sviluppo tecnologico, in cui il mondo sanitario vive l’invasione tecnologica più importante della propria storia recente. Con l’avvento delle nuove tecnologie, si sviluppano numerose specializzazioni mediche e numerose tecniche curative; tuttavia, la professione infermieristica che vive questo momento si specializza e focalizza la propria attenzione più sull’avvento tecnologico piuttosto che porre attenzione sulle conseguenti modificazioni dei bisogni di assistenza infermieristica delle persone.

In questi anni, che dal punto di vista storico-culturale sono visti come anni molto confusi e di crisi, “porta la classe infermieristica ad una sorta di crisi di identità della professione, la quale porta gli infermieri a cercare al di fuori del territorio italiano, delle soluzioni e dei nuovi paradigmi interpretativi della realtà.” Dunque ci sono da un lato un aumento delle responsabilità e di “mansioni” affidate agli infermieri (in riferimento al D.P.R 14 marzo 1974, n. 225) e dall’altro lato la ricerca del significato di cosa è l’assistenza infermieristica.

Rossetta Brignone introdusse il termine nursing nel 1972 in una sua relazione: il termine sta a significare “un taglio netto con il passato, identificare un nuovo modo di pensare l’assistenza e l’assistenza infermieristica, un nuovo modo di concepire la persona destinataria del servizio infermieristico”.

Le Teoriche del Professione Infermieristica.

Quando si parla di  Nursing si vuole individuare l’intera totalità dei concetti teorico-pratici che  sull’assistenza infermieristica di tipo olistico. Vi presenteremo di seguito le Infermiere che durante il XIX secolo hanno dato origine ad una serie di teorie, tutt’ora attuali, basata sull’analisi dei bisogni di salute dell’essere umano. Le Teorie del Nursing nascono essenzialmente per definire l’agire professionale dell’Infermiere.

Per ulteriori approfondimenti: Le teorie del Nursing.

Chi è l’Infermiere.

Come dicevamo all’inizio, l’Infermiere è responsabile della pianificazione e gestione del processo assistenziale. Il concetto di professione infermieristica si basa sul possesso di competenza teorico-tecnica esclusiva, responsabilità ed etica deontologica.

Il codice deontologico dell’infermiere è rigido nell’assicurare fedeltà e lealtà del professionista infermiere verso la società e rappresenta il vero segno distintivo tra un’occupazione ed una professione qual è quella dell’infermiere (e dell’infermiere Pediatrico).

Il concetto di professionalità individuale si basa sul concetto di norma. La norma è “un modello, una regola, secondo cui uniformare o regolare atti e condotte”.

Il comportamento collettivo ed individuale dell’infermiere si circostanzia su tre sistemi normativi:

  • il sistema normativo disciplinare;
  • il sistema normativo giuridico;
  • il sistema normativo etico.

Le regole disciplinari rappresentano il sistema regolativo dell’agire professionale, e si materializzano soprattutto negli aspetti metodologici e strumentali della disciplina infermieristica (ordinamento didattico).

Il sistema normativo giuridico rappresenta la regola stabilita dallo stato verso il professionalismo in quanto rappresenta il riconoscimento sociale di alcuni passaggi ritenuti fondamentali nell’agire professionale e disciplinare.

La regole etiche, oltre ad essere indicate dallo stato e dalla normativa giuridica, sono rappresentate dal comportamento deontologico che viene stabilito dalla professione stessa, basato sul sapere, saper’essere e saper fare (codice deontologico dell’infermiere).

L’agire professionale è basato su evidenze scientifiche (EBN) motivo per cui si dispone l’obbligo di accreditamento e aggiornamento professionale (ECM).

Bibliografia e sitografia:

  • Archivio quotidiano sanitario AssoCareNews.it;
  • FNOPI;
  • Wikipedia;
  • Edoardo Manzoni, Storia e filosofia dell’assistenza infermieristica, Milano, Masson, 2005;
  • Ruth Craven e Constance Hirnle, Principi fondamentali dell’assistenza infermieristica, vol. 1, Milano, Casa Editrice Ambrosiana, 2007;
  • Nicole Bizier, Dal pensiero al gesto, Milano, Srobona, 1993;
  • Lillian Sholtis Brunner, Doris Smith Suddarth e Suzanne C. OʼConnell Smeltzer, Infermieristica medico-chirurgica, vol. 1, Milano, Casa Editrice Ambrosiana, 2010.