Il Corso di Laurea è passato da “specialistico” in “magistrale”. Ecco quali e quanti competenze avanzate si possono ottenere dopo aver superato il percorso di studi di due anni.
Il DM del 2 aprile 2001 determinava la classi di lauree specialistiche universitarie delle professioni sanitarie, il DM 270/04 ha modificato la denominazione di corso di laurea specialistica in “corso di laurea magistrale”. Il Corso di Laurea magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche (con alcune differenze con quello delle restanti Professioni cugine) prepara professionisti capaci di esprimere competenze avanzate nell’ambito sanitario, assistenziale, educativo e preventivo.
A differenza dei laureati in triennale, gli studenti imparano strategie e metodi organizzativi, tecniche del management sanitario nel rispetto delle proprie e altrui competenze.
La laurea magistrale dura due anni e nel corso di questo periodo prevede lo studio e l’insegnamento delle seguenti materie:, metodologie di analisi socio-sanitaria, progettazione e coordinamento assistenziale, metodologia della ricerca infermieristica ed ostetrica, analisi deontologica e normativa, scienze psicopedagogiche, management infermieristico ed ostetrico, strutture organizzative e flussi gestionali delle aziende sanitarie, dinamiche dei processi lavorativi, storia e filosofia dell’assistenza infermieristica ed ostetrica.
La pratica infermieristica avanzata si realizza attraverso l’esperienza clinica e percorsi di formazione avanzata che consentono agli infermieri di acquisire abilità e conoscenze specialistiche superiori ma anche di estendere le loro competenze cliniche, attraverso lo sviluppo di capacità di ragionamento e di gestione dei problemi di assistenza ad elevata complessità.
Le competenze che l’infermiere sviluppa sono in ambito:
- Assistenziale;
- Educativa;
- Ricerca;
- Consulenza;
- Leadership.
Gli infermieri con competenze avanzate hanno diversi effetti sui pazienti:
- Riduzione della durata di degenza;
- Diminuzione del numero di riammissioni non programmare;
- Abbassamento della mortalità dei pazienti;
- Riduzione delle complicanze;
- Diminuzione degli errori.
Hanno effetti positivi anche su loro stessi:
- aumentano la capacità di trattenere gli infermieri,
- aumentano la soddisfazione e la performance lavorativa
- riduzione dello stress e del turn over,
- sono più orientati all’auto-formazione
Bibliografia:
- Decreto ministeriale n. 270/2004, “Modifiche al regolamento recante norme concernenti l’autonomia didattica degli atenei, approvato con decreto del Ministro dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509”. Gazzetta Ufficiale, 266.
- Galletti C, Tedino G, Morchio MG, et al. (2013) Curriculum formativo del laureato specialista e mondo del lavoro; indagine su infermieri e ostetriche dell’Università Cattolica. Prof Inferm, 66, 1-9.
- Gamberoni L, Lotti A, Marmo G, et al. (2008) L’infermiere laureato specialista/magistrale: il progetto formativo. Mc Graw-Hill, Milano.
- Sansoni J, Saiani L, Marognolli O (2007) Riflessioni sull’ordinamento didattico del corso di laurea specialistica in Scienze infermieristiche e ostetriche nei primi tre anni di avvio (2004-2007). Med Chir, 39, 1608-1616.
Testo a cura della collega Valentina Bernardini.