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lunedì, Marzo 18, 2024
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Corso di Laurea in Infermieristica e Infermieristica Pediatrica: il tirocinio.

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Come si svolge il tirocinio nel Corso di Laurea in Infermieristica e Infermieristica Pediatrica? Viaggio tra tradizione e innovazione.

Gli Atenei italiani, complici anche i Ministeri della Salute e dell’Università che non offrono direttive precise in materia, continuano ad organizzare tirocini formativi per gli Studenti in Infermieristica e in Infermieristica Pediatrica difformi tra loro. Da tempo i Discenti chiedono una riforma complessivo del settore, ma finora sono stati ascoltati pochi, complice anche il continuo avvicendamento di Governi e di ministeri nell’ultimo decennio.

Cambiare per migliorare?

Da anni il mondo universitario, e nel nostro caso quello dei Corsi di Laurea in Infermieristica e Infermieristica Pediatrica, si stanno interrogando se sia giunto il momento o meno sul modificare i tirocini formativi clinici oggi attivi. Per tanti è necessario modernizzarli e renderli più appropriati ai tempi che cambiano per una professione veramente orientata al futuro.

Il tirocinio è per gli Infermieri in formazione un momento di crescita professionale importante. E’ durante il tirocinio che il discente riesce a capire se è portato o meno a svolgere questo lavoro e a dedicarsi anima e corpo all’assistenza degli infermi.

Il tirocinio è il legame tra sapere e messa in pratica del sapere.

La pratica Infermieristica, sia in ambito pediatrico, che in quello concernente gli adulti e i geriatrici, è in continua evoluzione. Attraverso un percorso manuale-applicativo definito per obiettivi si integrano, si arricchiscono e si verificano gli apprendimenti teorici.

Il giusto Tutor clinico.

Ad oggi, con piccole differenze tra Ateneo ed Ateneo, le ore di tirocinio resta 1800 (60 crediti CFU). I futuri Infermieri e i futuri Infermieri Pediatrici trascorrono questo periodo nelle corsie di ospedale o lungo il territorio assieme a Tutor Clinici indicati dall’Università.

La perdita di attrattività.

Negli ultimi anni, come più volte riferito dall’esperto Angelo Mastrillo e dalla stessa FNOPI, il CDL in Infermieristica e quello in Infermieristica Pediatrica hanno perso il loro mordente, non sono più attrattivi e quindi i CDL sono sempre meno numerosi. Nonostante ciò il percorso di studi è mutato profondamente nei ultimi anni con l’arrivo di Docenti Infermieri (sempre pochi a dire la verità), che puntano a Corsi veramente professionalizzanti (dal punto di vista pratico, teorico ed etico-deontologico).

Tirocini alternati allo studio e agli esami.

I tre anni di CDL sono piuttosto duri. La stragrande maggioranza delle Università italiane intervallano periodi di lezione a tirocini ed esami secondo uno schema ben preciso e suddiviso in due semestri distinti:

  • Primo Semestre: Lezioni frontali, Esami, Tirocini;
  • Secondo Semestre: Lezioni Frontali, Esami, Tirocini, Recuperi.

Alcuni Atenei, tuttavia, restano legati a vecchie logiche didatti, ormai superate da decenni, o restano appiattite su posizioni mediche (gli Infermieri devono insegnare agli Infermieri).

Quali sono le caratteristiche principali del tirocinio?

Il tirocinio clinico-formativo, come spiegano dal Ministero del Lavoro è “un periodo di formazione utile all’acquisizione di nuove competenze da utilizzare per inserirsi o
reinserirsi nel mercato del lavoro e non è assimilabile in alcun modo ad un rapporto di lavoro subordinato”.

Nei CDL in Infermieristica ed Infermieristica Pediatrica la scelta formativa prevede l’affiancamento al discende di un esperto o tutor clinico (deve essere un Infermiere). L’obiettivo generale è quello di far apprendere allo studente il maggior numero possibile di competenze previste dalla professione.

La formazione avviene secondo schemi precisi:

  • sperimentazioni clinico-pratiche;
  • verifiche attitudinali, disciplinari e comportamentali adattate al discente.

Alla fine del CDL e di tutti i tirocini formativi in ospedale e sul territorio, grazie anche ad una formazione adattata sul singolo studente, dal futuro professionista ci si aspetta che abbia acquisito buone competenze teoriche e pratiche, ma soprattutto un’appartenenza ed una identità professionali capaci di garantire l’assistenza migliore possibile a chi sta male.

Come devono essere i tutor?

Ne abbiamo parlato ampiamente in un precedente servizio: LINK.

Leggi anche:

Mastrillo (UniBO): “in Italia il numero di Infermieri neo-laureati continua ad essere inferiore a quello dei Medici”.

Tutor Corso di Laurea in Infermieristica: in Italia ben 24 nomi per “identificarlo”. Dipende dall’Ateneo.

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Dott. Angelo Riky Del Vecchio
Dott. Angelo Riky Del Vecchiohttp://www.angelorikydelvecchio.com
Nato in Puglia, vive e lavora in Puglia, Giornalista, Infermiere e Scrittore. Già direttore responsabile di Nurse24.it, attuale direttore responsabile del quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it. Ha al suo attivo oltre 15.000 articoli pubblicati su varie testate e 18 volumi editi in cartaceo e in digitale.
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