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Scale validate per la misurazione del Dolore.

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Scale validate per la valutazione del dolore: cosa sono? Quali sono e quale vengono utilizzate in Italia e nel Mondo da Medici, Infermieri e qualche volta OSS?

Scale di Valutazione del Dolore: l’International Association for the Study of Pain (1986) definì il dolore come un’esperienza multidimensionale, esso viene descritto nel seguente modo:

“Un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno.

È un’esperienza individuale e soggettiva, a cui convergono componenti puramente sensoriali (nocicezione) relative al trasferimento dello stimolo doloroso dalla periferia alle strutture centrali, e componenti esperienziali e affettive, che modulano in maniera importante quanto percepito”

Il dolore può essere suddiviso in 3 tipologie, ognuno delimitato e ben definito, caratterizzato da caratteristiche cliniche precise, durata nel tempo, responsività terapeutica:

  1. Acuto: dolore localizzabile in un’area o punto, segno di lesione tissutale in atto che tende a scomparire con la guarigione, infatti ha una durata di pocchi giorni;
  2. Cronico: dolore persistente e duraturo, è dovuto allo stimolo dannoso o ai fenomeni di automantenimento;
  3. Dolore da procedure: in genere questo dolore è correlato a indagini diagnostiche/terapeutiche ed insorge quando esse vengono eseguite o nel tempo immediatamente successivo.

Quali tipi di dolore?

Il dolore può essere altresì diviso in base all’eziopatogenesi, esso può essere di 4 tipi:

  1. Nocicettivo: rilevato dai nocicettori
  2. Neuropatico: interessa il sistema nervoso centrale e/o periferico
  3. Psichico: correlato a motivazioni psico-relazionali
  4. Misto: con la presenza di tutte o alcune delle componenti precedenti

Si può riconoscere il dolore anche come:

  1. Dolore somatico: riguarda cute, sottocute e muscoli; Si presenta come un dolore caratterizzato da crampi;
  2. Dolore viscerale: riguarda i “visceri”. Si presenta come un dolore lancinante o penetrante.

La rilevazione del dolore è diventata obbligatoria con l’entrata in vigore della Legge 38 del 15 marzo 2010, la quale sostiene che all’interno della cartella medico-infermieristica si riporti una sezione adibita alla rilevazione del dolore, diventando così quasi un quinto parametro vitale da monitorare durante tutto il ricovero, dall’ingresso alla dimissione.

All’interno della cartella devono essere descritte anche le tecniche o terapie antalgiche utilizzate per alleviare il dolore, con relativo risultato.

Al fine di rilevare e in seguito valutare il dolore si ricorre all’autovalutazione o all’analisi di parametri fisiologici, comportamentali e strumentali.

Per avere quanta più oggettività nella rilevazione del dolore utilizziamo delle scale di valutazione.

Esse sono diverse fra loro in base all’ambito assistenziale e alle necessità del singolo paziente.

Per definizione tali scale sono dotate di:

  • Validità
  • Affidabilità
  • Sensibilità
  • Oggettività

Le scale per la rilevazione del dolore sono unidimensionalimultidimensionali, in base a ciò che viene preso in considerazione.

Tra le scale unidimensionali possiamo citare (in continua implementazione!) :

  1. VAS – Scala di valutazione visivo/analogica
  2. NRS – Scala di valutazione numerica
  3. VRS – Scala di valutazione verbale
  4. Scala di Wong – Baker

Tra le scale multidimensionali invece possiamo citare (in continua implementazione!) :

  1. FLACC: Scala di valutazione del dolore pediatrico
  2. MPQ-MG GILL PAIN QUESTINNAIRE
  3. BPI-Brief Pain Inventory
  4. PAINAD.

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Dott.ssa Lorisa Katra
Dott.ssa Lorisa Katra
Infermiera AOU Careggi, Social Media Manager di AssoCareNews.it. Forte sostenitrice della relazione e della comunicazione. Curiosità, gentilezza e passione per il cambiamento sono miei punti cardine. Quando svesto la casacca non esiste dolce che non possa preparare.
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  1. […] Dolore: l’International Association for the Study of Pain (1986) definì il dolore come “Un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno. È un’esperienza individuale e soggettiva, a cui convergono componenti puramente sensoriali (nocicezione) relative al trasferimento dello stimolo doloroso dalla periferia alle strutture centrali, e componenti esperienziali e affettive, che modulano in maniera importante quanto percepito”. […]

  2. […] Dolore: l’International Association for the Study of Pain (1986) definì il dolore come “Un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno. È un’esperienza individuale e soggettiva, a cui convergono componenti puramente sensoriali (nocicezione) relative al trasferimento dello stimolo doloroso dalla periferia alle strutture centrali, e componenti esperienziali e affettive, che modulano in maniera importante quanto percepito”. […]

  3. […] Dolore: l’International Association for the Study of Pain (1986) definì il dolore come “Un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno. È un’esperienza individuale e soggettiva, a cui convergono componenti puramente sensoriali (nocicezione) relative al trasferimento dello stimolo doloroso dalla periferia alle strutture centrali, e componenti esperienziali e affettive, che modulano in maniera importante quanto percepito”. […]

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