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martedì, Marzo 19, 2024
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Quell’Infermiera mi ha guarito con il suo sorriso, la ringrazierò per tutta la vita.

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Inauguriamo la rubrica Nurse24 con la storia di Gustavo, paziente stomizzato e di Elisa, una Infermiera che con il suo sorriso lo ha spinto a sopravvivere e ad andare avanti. Come i professionisti della salute e i Pazienti vedono e/o immaginano l’Assistenza Infermieristica.

Riceviamo e pubblichiamo la missiva di un Paziente che è riuscito a sopravvivere ad una patologia decisamente invalidante e per certi aspetti imbarazzante. Si tratta di Gustavo Parenti, 60 anni, operato qualche mese fa di cancro al colon. Da allora è costretto a vivere con una stomia. A salvarlo, a suo pare, è stato il sorriso di una Infermiera.

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Carissimo Direttore di AssoCareNews.it,

Le scrivo questa mia perché ho una tremenda voglia di ringraziare Elisa, l’Infermiera che con il suo sorriso mi ha tirato fuori dalla depressione e mi ha spinto a sopravvivere innamorandomi sempre più della vita. Vi ho conosciuti per caso, leggendo un servizio sulle stomie. A 59 anni mi hanno diagnosticato un cancro al colon, è stato terribile. Pensavo che di lì a poco sarei morto. Invece sono ancora qui a scrivervi e oggi che di anni ne ho 60 ho iniziato un percorso tutto nuovo, fatto di imbarazzi, ma anche di tanta gioia per avercela fatta.

Non accettavo la diagnosi e non accettavo il fatto che dopo l’intervento non sarei mai più riuscito a sedermi su un water per i miei bisogni corporali. Elisa mi ha dato una mano a capire e ad affrontare le mie paure. Mi ha proposto di leggere il vostro servizio e mi ha dato il coraggio di andare avanti, nonostante le difficoltà.

In fondo cambiava solo il modo di evacuare, ma non la sostanza. Certo dovevo affrontare la questione dell’odore e il non poter più andare al mare o in piscina. L’Infermiera, però, mi ha fatto capire che valeva l’esatto contrario. Con particolari presidi ed accorgimenti anche alimentari potevo tornare a fare la vita di prima.

Quello che mi faceva paura in realtà era solo legato a falsi timori. Non ho avuto paura dell’intervento chirurgico, perché volevo che quel “mostro” lasciasse per sempre il mio corpo. Fino ad oggi non è tornato alla carica, ma io sono tornato a nuotare.

Non finirò mai di ringraziale Elisa, con il suo sorriso che stregava. Non l’ho mai vista imbronciata, ma l’ho vista sempre pronta ad aiutarmi e ad aiutare chi come me era ed è in difficoltà.

Torno in reparto ogni tanto per i controlli di routine e quando la vedo mi riempio di allegria e tutti i giorni ringrazio Dio che me l’abbia fatta incontrare. Senza di lei mi sarei suicidato.

Grazie per lo spazio che deciderete di offrirmi e continuate a raccontare queste storie umane, fatte di sofferenza, ma spesso di tanta voglia di vivere, anche da parte di chi ha lottato contro il tumore e non ce l’ha fatta come Nadia Toffa.

Gustavo Parenti, un paziente che è tornato a sorridere alla vita.

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