Nino Cartabellotta, medico, ricercatore e presidente della Fondazione Gimbe, è stato chiaro: negli ultimi 10 anni la maggior parte dei tagli al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) hanno riguardato il personale. Medici, Infermieri, Oss e Professioni Sanitarie hanno pagato lo scotto della politica di definanziamento del SSN pubblico voluta dagli ultimi Governi italiani, a cominciare da Prodi, poi Berlusconi, Monti, passando per Letta, Renzi e Gentiloni.
E’ quanto emerso nel corso della presentazione a Roma il 5 giugno 2018 del 3° Rapporto sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale, voluto da Cartabellotta e realizzato da Gimbe per verificare lo stato di saluta del SSN. Attualmente, come si diceva ieri in una precedente nota, siamo ad un bivio e il neo-nato Governo di Giuseppe Conte (M5S – Lega) dovrà decidere se continuare a sprofondare nel baratro o rilanciare la sanità nel suo insieme.
Cartabellotta non ne ha fatto una questione politica, ma ha chiaramente evidenziato che i risparmi sono stati fatti sulle spalle di chi tutti i giorni lavora nel SSN, professionisti della salute che non ce la fanno più a sostenere una sanità che dovrebbe cambiare. In questo caso la volontà politica potrebbe fare la differenza, ecco il perché dell’appello velato all’esecutivo Movimento 5 Stelle – Lega, ai leader Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini e soprattutto al neo-Ministero della Salute Giulia Grillo.
Tagli sconsiderati sulle spalle del Personale Sanitario
Ad oggi i maggiori tagli dell’ultimo decennio, come dicevamo poco fa, hanno riguardato il personale sanitario, che da anni è costretto a turni massacranti, ruoli improponibili, deprofessionalizzazione e rinnovi contrattuali da fame (fatta eccezione per i Medici, il cui ultimo aumento sembra esser stato piuttosto sostanzioso, anche se al di sotto delle richieste e delle esigenze della categoria).
E questa non è solo un sentito dire, quanto la presentazione di dati inconfutabili da parte di Gimbe:
Dallo specchietto qui in alto, ripreso dal 3° Rapporto sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale della Fondazione Gimbe, emerge un fatto eclatante: la spesa sanitaria pubblica relativa al Personale Dipendente è passata dal 39,8% del 2000 al 31% del 2016 (ed è probabilmente in discesa nel 2017 e 2018). Ciò significa che si è speso meno per i Professionisti Sanitari, assumendo meno personale, mandandone molti in pensione e non sostituendoli, eliminando gli straordinari, riducendo all’osso i premi incentivanti, la formazione e la qualità dei presidi assistenziali.
I tagli sul personale si riversano sul Cittadino
Vessando i Professionisti della Salute, tuttavia, si è creato di fatto un clima di disapprovazione, confusione, depressione, demotivazione che inevitabilmente si riversa sul Cittadino – Utente – Paziente, che riceve disservizi ed è costretto a chiedere assistenza a personale stressato e spesso in Burnout.
Alla fine risparmiare così tanto sul “sangue” di chi presta assistenza ha avuto, ha e avrà un effetto catastrofico proprio su chi dovrebbe essere al centro delle attenzioni del Sistema Sanitario Nazionale: l’Assistito, vittima inconsapevole di una cattiva gestione e di una poco lungimirante programmazione sanitaria. Ai tagli alla quantità corrispondo sempre tagli alla qualità, è una regola fondamentale del mercato e soprattutto dell’assistenza.
Al 3° Rapporto Gimbe un folto popolo di esperti del SSN: tutti delusi dai tagli e dal definanziamento
All’appuntamento romano c’era il mondo Medico, quello Infermieristico, quello Farmaceutico, quello delle altre Professioni Sanitarie, le Aziende Sanitarie pubbliche e quelle Private, le Organizzazione di Mutua Assistenza pubblica e privata, tanti giornalisti e rappresentanti dei cittadini. A tutti è sembrato chiaro un dato: il fondo del barile è ormai stato raggiunto, non resta che rinvigorire il contenitore con azioni concrete o iniziare a grattare inevitabilmente il fondo.
Alla politica e al Governo la scelta!