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Massimiliano, Infermiere: “tornano i vecchi Infermieri Generici e si assume colleghi dall’India. Una involuzione professionale”.

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Ci scrive Massimiliano Gentili, Infermiere: “tornano i vecchi Infermieri Generici e si assume colleghi dall’India. Una involuzione professionale”.

Spettabile direttore di AssoCareNews.it,

sono Massimiliano Gentili, infermiere. Volevo tornare su due questioni che attualmente sembra stiano ancora facendo discutere. La prima riguarda il reclutamento da parte di infermieri indiani per sopperire alle nostre carenze di organico, la seconda sul ritorno in auge del vecchio “infermiere generico” post 1985, oggi chiamato in chiave moderna CNA.

Essendo in democrazia tutti hanno il diritto di esprimere la propria opinione e fin qui nulla da eccepire, ma con tutto il massimo rispetto per chiunque, sinceramente trovo strano e poco chiaro che il Ministro Schillaci parli di adeguamento Europeo e poi si rivolge all’India per reclutare “manodopera”(perché di questo si tratta, vista la situazione in cui versiamo noi infermieri italiani!). Trovo sinceramente che l’idea di portare in Italia infermieri provenienti dall’India non sia brillante, per una serie di motivi, ovviamente nulla a che vedere con razza, credo, capacità o quant’altro, conosco e lavoro con colleghi indiani molto in gamba! Sinceramente non credo che possano elargire assistenza di bassa qualità dando luogo a cure di serie A e cure di serie B, una volta adeguati agli standard italiani!

Premesso ciò, uno di questi motivi è dovuto al fatto che per poter esercitare in Italia, debbano necessariamente imparare la lingua e equiparare i loro studi ai nostri, e per far ciò occorrerebbero almeno molti mesi se non anni! Ciò a sottolineare che come soluzione a breve termine lasci ben poco sperare!

Tutto ciò, come se non bastasse, per venire a percepire un reddito nettamente inferiore rispetto al resto dell’Europa 1.400/1.500€, (neanche un metalmeccanico 2.000€!) in quanto, come Italia, fanalino di coda!

Il governo indiano dal canto suo, a differenza del nostro, che sembra fare “orecchie da mercante”, (tranne che per alzare gli stipendi dei medici, già tra i più alti d’Italia, ma forse in fin dei conti, anche giusto, per carità!) per cercare di arginare la possibile “emorragia di infermieri”, ha triplicato i loro stipendi, passando da uno stipendio medio base di circa 22.360rupie (circa 250€) a circa 62.600rupie (circa 700€).

A conti fatti, se io fossi un infermiere indiano, penso proprio che opterei per andare in Inghilterra (vista la padronanza della lingua!) o America, tuttalpiù Germania, Francia, Norvegia, Svizzera, ma non di certo in Italia che oltre agli stipendi da fame già citati in precedenza, si deve fare i conti con la più grande piaga tutta italiana, ovvero il demansionamento e lo sfruttamento! Chi verrebbe ad affrontare tutto ciò? Credo proprio nessuno, o in pochissimi!

Non ancora approvata tale ipotesi di integrare con infermieri indiani, che la classe politica, sta “evolvendo” verso un nuovo “parto”, il profilo del futuro Infermiere di supporto! Ovvero gli Assistenti Infermieristici, meglio noti all’estero con l’acronimo CNA, Certified Nursing Assistant, potrebbero arrivare anche in Italia!
Un tuffo nel passato che ci riporta a prima del 1985, ove affianco all’infermiere professionale, c’era l’infermiere generico!

Perché questa regressione? Qual’è lo scopo di questo ritorno al passato? Soprattutto per noi dottori infermieri ci sarà un giovamento professionale? Sparirà il demansionamento? Ci sarà maggiore prestigio e riconoscimento della nostra carriera, finalmente?

Beh non so se ci saranno risposte alle mie domande, ma una cosa è certa più passa il tempo e più sembra che le idee di rinnovamento siano sempre più sterili!

Fin ora c’è da dire che ben poco si è fatto e credo si stia facendo!

Sembrano, più che altro, notizie che appaiono come slogan ma che di fatto non possono neanche essere considerate soluzioni tampone momentanee, in quanto farraginose! Un’altro quesito al quale bisognerebbe porre attenzione senza dubbio potrebbe essere l’inquadramento di questa “vecchia figura” che starebbe per tornare in auge…come inquadrarla e quanto percepirà? Meno di un infermiere, più di un oss? Altra carne al fuoco, che non ha la sensazione, ma la certezza, di non risolvere gli annosi problemi che attanagliano la nostra professione!
Una cosa credo sia chiara, (anche se visto l’andazzo di tali proposte che sembrerebbero più volte a tenere marginale il RUOLO FONDAMENTALE INFERMIERISTICO), soprattutto dopo la pandemia, nessuno potrà mai sostituirsi al lavoro dell’infermiere, quando messo nelle condizioni di farlo, ovviamente! Anche se mai dire mai, in quanto in un esperimento svoltosi in America, la I.A. di ChatGPT ha dimostrato addirittura, secondo uno studio pubblicato su Jama Internal Medicine, che l’intelligenza artificiale sarebbe più empatica di alcuni medici nel rispondere ai pazienti.

Certo, non vuol dire che il chatbot potrebbe sostituire un medico in carne e ossa: i rischi di dare informazioni sbagliate sono sempre alti, e le risposte di ChatGPT devono essere sempre riviste da un occhio umano. Ma magari potrebbe lavorare come assistente. I professionisti hanno quasi sempre preferito le risposte date da ChatGPT, che sono state giudicate di buona o ottima qualità il 79% delle volte, contro il 22% di quelle date dai medici. Il 45% dei consigli del chatbot sono stati valutati empatici o molto empatici, contro appena il 5% di quelli dei medici!

Risultato strabiliante anche se è del tutto sperimentale…per il momento…!

Credo che gli infermieri, a differenza delle altre figure, non abbiano di che preoccuparsi (almeno per il prossimo futuro!), perché oltre ad essere in stretto contatto con il paziente/utente, oltre ad essere i soli garanti e responsabili della somministrazione della terapia, per tutta la durata della degenza, la nostra presa in carico è in modo olistico, e nessuna intelligenza artificiale a tutt’oggi credo sia in grado di poterlo fare!
Il problema è che nel 2023 esistono vuoti legislativi che ancora non inquadrano l’infermiere alla stregua di colleghi europei, pur avendo una laurea di maggior prestigio a detta della dottoressa Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI!

Tuttavia, anche se tutt’oggi non applicate, ci sono leggi e decreti che sanciscono la nostra indipendenza lavorativa (quindi non più alle dipendenze del medico, con ruolo ancillare), autonomia lavorativa e potere decisionale, responsabilità civile e penale sul reparto.

Un esempio per tutti è il D.M. 739/1994!

Nel 2023 resta ancora una utopia tutto ciò! Ma perché? Da chi dipende tutto questo?

Di sicuro da noi infermieri, che siamo i primi a non credere nelle nostre potenzialità? Rappresentando la colonna portante del SSN, non facciamo nulla o ben poco per farci rispettare!

Uno sparuto pugno di persone, che come me, forse illuse di un possibile cambiamento, ma che all’atto pratico, nonostante abbia pubblicato qualche articolo come questo, (GRAZIE AD ASSOCARENEWS!!!), aver creato un Podcast di 10 puntate gratuite, circa 2 anni fa, “infermieri informati”, non è riuscito a far breccia nella mente “ossidata” ed ormai in burnout di tanti colleghi che non credono al cambiamento, che si “adagiano sugli allori” (di fatto non ci sarebbe nulla di buono a restare così tranquilli!), rassegnati, scoraggiati, delusi, rinunciatari, ai quali importa poco o nulla di essere chiamati dottori ed essere trattati come tali, oppure OSS, portantini, paramedici, ma che soprattutto hanno perso fiducia per primi in se stessi! Di fatti molti sono coloro i quali emigrano all’estero, circa 50.000 ad oggi! Ovviamente ciò è dovuto anche a tutte le sigle sindacali, nessuna esclusa, in quanto con le loro promesse da marinaio, per esortare ad iscriversi, sembra che si defilino non avendo affatto voglia di farci emergere, di lottare per l’applicazione di decreti e leggi che già ci inquadrerebbero come possibili QUADRI, ma di fatto ancora, nel 2023 inquadrati come impiegati/operai! È questa la dura verità che bisogna accettare! Per non parlare delle università che con i loro programmi didattici ormai obsoleti, e con poca presenza di insegnanti infermieri, insegnano ancora il rifacimento del letto (nulla di strano se servirebbe un giorno ad insegnarlo a chi se ne dovrà occupare, ovvero gli OSS!), ancora come materia d’esame!

Approfondimenti di diagnosi infermieristiche, procedure protocolli per ogni singolo paziente, dovrebbero essere il “pane quotidiano” e fondamentali nel bagaglio culturale dei laureandi!

In realtà i nosocomi pubblici e privati attendono gli allievi (in numero sempre minore) come manna dal cielo per impiegarli nelle mansioni igienico domestico alberghiere, insegnandogli e facendogli percepire già l’andazzo del futuro demansionamento a cui andranno in contro una volta dottori! Tutto ciò è riluttante! Ma a nessuno nel 2023, sembra importare nulla! Per ciò che riguarda in generale la FNOPI in particolare l’OPI, che dovrebbero garantire il DECORO DELLA PROFESSIONE, vorrei porgere una domanda! Cosa c’è di decoroso nel demansionamento e nello sfruttamento?

Perché essendo organo sussidiario (e non più ausiliario) dello Stato non si può proporre, assieme ai sindacati un comparto tutto nostro? Rammento che ancora nel 2023 lo si condivide con OTA, OSS, Portantini, giardinieri, elettricisti, idraulici, ascensoristi, che poco o niente hanno a che fare con gli infermieri in quanto, con tutto rispetto, non laureati! Proprio come avvenne con il passaggio prestigioso tra il “vecchio collegio IPASVI” e l’attuale OPI (Ordine Professioni Infermieristiche), “scalzando” di fatto gli assistenti sociali e vigilatrici d’infanzia.

Basta poi con questi slogan e fittizie soluzioni tampone che hanno l’aria di non risolvere minimamente il problema è magari distogliere lo sguardo sui veri problemi che ci attanagliano da decenni e che riguardano tutto il SSN (da rifare!).

Secondo me se posso chiosare è ora di stare con i piedi a terra e “foraggiare” tutti i professionisti sanitari già esistenti, senza spendere enormi capitali per formare nuove figure che sostanzialmente sono state eliminate, forse perché considerate obsolete, sia nel lontano 1985 che nel tempo in cui viviamo!

Basterebbe evidenziare il ruolo fondamentale degli infermieri, dando un giusto ruolo il giusto prestigio e una giusta retribuzione più equa, al passo dell’Europa!

Uscire fuori dal comparto ed averne uno tutto nostro , (proprio come i medici), è ormai improcrastinabile se si
vuole acquisire maggior prestigio!

Un giusto inquadramento come QUADRI e non impiegati/operai, potrebbe dare fiducia agli infermieri rassegnati e delusi da un sistema che appiattisce la nostra professione. Basti pensare a chi ha una laurea magistrale (Dott. Mag.) o dottorato di ricerca (Dott.Ric.) quindi con ben 10 anni di università sulle proprie spalle (alla stregua dei medici!) che è trattato allo stesso modo di un laureato triennale (Dott.) o PEGGIO, alla stregua di un OSS (fornito di terza media ed un attestato regionale della durata di 1 anno!) sia per competenze sia per salario!

L’abolizione definitiva del vincolo d’esclusività sia per il pubblico che per il privato!

Un unico CCNL che abbracci pubblico e privato e case di cura, da nord a sud dello stivale, in quanto tutti gli infermieri hanno svolto lo stesso iter di studi universitari e svolgono le stesse mansioni.

Sarebbe più giusto inquadrare:

OSS come impiegati (1500€-2000€)

OTA/Ausiliari, portantini, ascensoristi, giardinieri, elettricisti, idraulici, come operai, (1200€-1600€)

Gli INFERMIERI come QUADRI (2450€-3500€)

Ma vediamo in dettaglio cosa dice la legge a riguardo

· Gli operai svolgono principalmente lavori manuali, in cui è necessaria la manodopera come quelli che si svolgono in una fabbrica o in cantiere o ancora laboratorio.
· Un impiegato può svolgere attività intellettuale con contenuta capacità di iniziativa
· Un quadro può fornire un modo proprio nel perseguire gli obiettivi assegnati
· Un dirigente opera sul piano gerarchico più elevato
· Un quadro può organizzare, integrare e sovrintendere le risorse affidate
· Un impiegato può svolgere attività intellettuale di mera applicazione
· Un dirigente può essere preposto alla direzione dell’intera organizzazione aziendale
· Un quadro può gestire rapporti di importanza con i terzi
· Un dirigente ha ampi poteri discrezionali
· Un quadro può definire progetti di rilevante importanza per lo sviluppo e l’attuazione degli obiettivi dell’impresa
· La figura del Quadro è posta a metà tra quella dell’impiegato (Oss) e quella del dirigente (Medico). Il quadro è un lavoratore subordinato che, pur non essendo interno alla categoria dei dirigenti, svolge regolarmente delle funzioni cruciali per lo sviluppo dell’impresa e per l’attuazione delle azioni per raggiungere gli obiettivi prefissati a volte molto specialistici e tecnici.

Alla luce di ciò scritto, e leggendo con attenzione, chi vuole, può approfondire la differenza tra le 4 figure professionali, pongo a voi tutti lettori, una domanda!

Può ancora esistere e reggere nel 2023 il nostro inquadramento come impiegati/operai?

Massimiliani Gentili, Infermiere

E voi cosa ne pensate? Scrivete a redazione@assocarenews.it

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