La Scala di Kelly analizza lo stato di coscienza in un paziente con patologia cardio-respiratoria.
L’utilizzo della Scala di Kelly è dedicato a medici e infermieri di area critica per valutare la presenza di alterazioni dello stato di coscienza, è un’alternativa alla Glasgow Coma Scale che è più indicata nel trauma.
Siamo abituati a utilizzare la scala di Glasgow sempre quando dobbiamo accertare lo stato di coscienza, ma tale scala non è indicata sempre. Nei pazienti che presentano sintomatologia respiratoria (dispnea, uso muscoli accessori, ..) la scala più indicata per la valutazione dello stato di coscienza sarà la scala di Kelly. Tale scala è utile anche nei disturbi metabolici dove potremo rilevare ipossiemia e/o ipercapnia dovuti a insufficienza respiratoria acuta. Sappiamo che tali alterazioni possono portare a modificazioni delle funzioni del Sistema Nervoso Centrale senza focalità di lato ed evoluzione rostro-caudale, ben identificabile mediante la Glasgow Coma Scale nei pazienti traumatizzati.
Sarà utile utilizzare la seguente scala che si compone di 6 item in base alle risposte del paziente:
- paziente sveglio esegue ordini complessi;
- sveglio esegue ordini semplici;
- soporoso, ma risvegliabile al comando verbale ed esegue comandi semplici;
- soporoso ma risvegliabile allo stimolo doloroso;
- in coma senza alterazioni del tronco encefalico;
- in coma con alterazioni del tronco encefalico.
Con tale scala è aumentata la sensibilità nelle variazioni di vigilanza, distinguendo tre diversi livelli (items 1, 2 e 3) corrispondenti del GCS 15 o 14.
Quando valuteremo un paziente con Kelly 5 e 6, sarà nostra premura valutare la presenza di riflessi del tronco encefalico corneale, pupillare faringeo, oculo-cefalici, oculo-vestibolari conservati o non. Solo dopo si procederà alla ventilazione meccanica invasiva.
Se un paziente presenta grado Kelly di 4 sarà da trattare mediante ventilazione non invasiva solo qualora la causa dell’alterazione dello stato di coscienza saranno ipossia o ipercapnia.