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lunedì, Marzo 18, 2024
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Infermieri e Lesioni: quelle ferite sono proprio una piaga!

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Le lesioni cutanee sono diventare oramai una "piaga" per la sanità italiana!

Luigi Leone è un infermiere poco più che ventenne laureatosi nel 2017 presso l’Università degli Studi di Foggia (sede distaccata di San Severo) con una lavoro finale sul tema “Lesioni da pressione: una piaga sanitaria“. Il lavoro, che già nel titolo è un preambolo ad un’attenta analisi della gravità della situazione sanitaria e delle condizioni dei pazienti in varie parti dello Stivale Italico, è stato relato dalla docente Carla Lara d’Errico.

A spiegarci del suo originale lavoro di tesi è lo stesso Leone, che ha analizzato le lesioni non solo dal punto di vista fisico-assistenziale, ma anche da quello normativo e deontologico. Originario di San Marco in Lamis, Luigi sogna di diventare presto un grande esperto di Wound Care

Leggiamo cosa ha scritto nella sua introduzione lo stesso interessato, mentre potete scaricare la sua tesi qui in alto.

Quella delle lesioni cutanee è una realtà in crescita e in stretta correlazione all’aumento della popolazione anziana. Una delle sfide più impegnative che i professionisti sanitari si ritrovano costantemente ad affrontare è proprio la prevenzione di una delle ricorrenti e più temute conseguenze dell’invecchiamento e dell’allettamento: le lesioni da pressione, definite il più complesso tipo di lesione cutanea conosciuta. La prevenzione ed il trattamento delle lesioni da pressione rappresentano in ambito domiciliare ed ospedaliero, un rilevante problema di assistenza sanitaria, che oltre ad impattare negativamente sulla qualità di vita dei pazienti (e dei loro familiari), richiede un notevole impegno gestionale in termini di risorse umane, materiali, tecnologiche e contrariamente a quanto si può pensare, risulta essere una problematica ancora attuale e quindi estremamente interessante per l’assistenza infermieristica.

Durante il tirocinio professionale svolto nei diversi reparti del P.O. Teresa Masselli di San Severo, ho potuto osservare come al momento della valutazione del paziente in relazione al rischio di sviluppare lesioni da pressione e al suo successivo trattamento, spesso si ricorra alla propria esperienza personale e quindi ad un’analisi soggettiva del problema e spesso variabile a seconda dell’esperienza maturata riguardo tale problematica, il tutto è risultato una conseguenza dalla mancanza di un protocollo di prevenzione e trattamento delle lesioni da pressione. Naturalmente questa variabilità può portare a delle conseguenze negative nei confronti degli assistiti, soprattutto quando all’interno di un’équipe infermieristica vi sia un approccio disomogeneo ad una problematica, a prescindere dal contesto sanitario in questione.

Per questo motivo è nata l’idea di elaborare con la mia relatrice una tesi con uno studio sperimentale volto al conseguimento di alcuni obiettivi:

  • Individuare nel Distretto di San Marco in Lamis i pazienti a rischio di sviluppare LDP.
  • Valutare l’appropriatezza del trattamento delle lesioni da pressione.
  • Confrontare i protocolli di trattamento delle LDP in regime ospedaliero e territoriale al fine di ottenere un’assistenza uniforme ed omogenea.
  • Revisione del protocollo ADI (2004).

L’elaborato consiste innanzitutto nell’analizzare, nel primo capitolo, la terminologia delle lesioni da pressione alla ricerca di una definizione più appropriata, supportata da riflessioni personali, è stata poi analizzata la storia delle LDP (dalle più antiche segnalazioni in letteratura alle più recenti informazioni circa la prevalenza, per verificare o meno se si tratta di un problema sociale antico, ma attuale ed in aumento).

È stata poi approfondita la conoscenza dell’anatomia / fisiologia dell’apparato cutaneo (con un particolare approfondimento sull’ invecchiamento e sulle alterazioni fisiche e fisiologiche ad esso correlate), dell’eziopatogenesi delle LDP, delle varie classificazioni esistenti, per completare con un approfondimento sui quadri clinici di LDP più frequenti e delle complicanze legate alle lesioni da pressione.

Nel secondo capitolo è stata analizzata la funzione legale dell’infermiere nella prevenzione delle LDP, riportando il profilo professionale, la legge 42 del 1999, la legge 251 del 2000, il Codice Deontologico (di cui ho riportato sul totale dei 51 articoli presenti, quelli incentrati sul concetto di “prevenzione” ed “educazione”), è stato inoltre descritto il processo assistenziale “Nursing”, analizzandone le fasi. Interessante è stato l’approfondimento sulla responsabilità infermieristica nelle LDP in cui sono state riportate delle sentenze particolarmente significative, con i più recenti aggiornamenti e sull’utopia della prescrizione infermieristica in Italia, in aggiunta a riflessioni personali.

Nel terzo capitolo è stata analizzata la legge Gelli, di recente pubblicazione, e sono state approfondite le definizioni di linee guida, protocolli, procedure, raccomandazioni e buone pratiche.

Il quarto capitolo riguarda lo studio sperimentale (condotto nel mese di settembre 2017, sul totale dei pazienti in carico ADI nei 4 comuni del Distretto di San Marco in Lamis) in cui sono stati riportati: l’obiettivo dello studio, il metodo adoperato, i risultati, la discussione dei dati analizzati e le conclusioni finali.
È stato inoltre effettuato un processo di revisione ed aggiornamento del protocollo di prevenzione delle LDP nel Servizio Cure Domiciliari del Distretto di San Marco in Lamis vigente (2004).

Grazie Luigi e in bocca al lupo per il tuo futuro da Infermiere!

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