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venerdì, Aprile 26, 2024
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Assistenza Infermieristica a Paziente con Sindrome Coronarica Acuta (SCA).

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Cosa fa l’Infermiere di fronte ad un Paziente con con Sindrome Coronarica Acuta? Ecco un esempio di Pianificazione Assistenziale.

L’Infermiere di oggi deve saper valutare il Paziente a 360° ed intervenire là dove ce n’è bisogno con una Pianificazione Assistenziale mirata e corrispondente alle reali esigenze di salute dell’Assistito. E’ il caso, per esempio, della Sindrome Coronarica Acuta, che impone interventi tempestivi e specifici non procrastinabili.

Tutto dovrà essere effettuato in collaborazione con il Medico e, ove necessario, con l’apporto dell’Operatore Socio Sanitario e l’aiuto di altri Professionisti della Salute.

La Sindrome Coronarica Acuta.

La Sindrome Coronarica Acuta (SCA) è senza ombra di dubbi un campanello d’allarme per gravi disfunzioni cardiache. Se non tempestivamente trattata può portare a serie conseguenze per l’assistito, anche al decesso.

Ecco perché il riconoscimento precoce della problematica e una tempestiva Pianificazione Assistenziale da parte dell’Infermiere può aiutare a ridurre i danni.

Sotto il nome SCA vengono raggruppate molteplici varianti cliniche della diagnosi di cardiopatia ischemica acuta. Tutte queste varietà cliniche sono accumulate da una variante unica: la rottura o l’erosione di una placca aterosclerotica, unitamente all’intervento di fenomeni trombotici ed embolizzanti a livello (spesso) degli arti inferiori, che causano una diminuzione o, addirittura, una totale assenza dell’afflusso di sangue che ritorna al cuore.

La SCA è molto dolorosa, ma può essere confusa con altre problematiche di salute. Un bravo Medico e un bravo Infermiere riescono a fare la differenza e a riconoscere in maniera celere la presenza della Sindrome Coronarica Acuta.

Quando di parla di SCA sono sempre presenti:

  • ischemia miocardica;
  • angina pectoris (angina instabile, angina stabile);
  • infarto miocardico (con onda Q, non Q, con sopraslivellamento del tratto ST o senza).

Entriamo nello specifico.

  • Angina Pectoris > è una condizione in cui il paziente avverte dolore prevalentemente
    toraco-sternale provocato da una temporanea riduzione dell’apporto di sangue e di ossigeno al cuore (ischemia del miocardio); i primi sintomi si verificano quando l’apporto di ossigeno ai tessuti è ridotto, ovvero durante le attività fisiche o tensioni emotive (al miocardio ne arriva di meno o ne ha più bisogno in quel momento);
    • Si può parlare di:
      • angina instabile > i sintomi sono poco prevedibili, la soglia del dolore si riduce improvvisamente e poi i rialza, il dolore si presenta a riposo;
      • angina stabile > i sintomi sono evidenti, insorgono durante l’attività di sforzo fisico e si alleviano quando si è a riposo;
      • angina variante > si manifesta con dolore a riposo e con sovraslivellamento del tratto ST reversibile, causato probabilmente da spasmo delle arterie coronarie;
      • angina refrattaria o incurabile > si presenta con un dolore intenso e invalidante.
  • Ischemia silente > parliamo di una ischemia tracciata elettrocardiograficamente durante una prova da sforzo e in Paziente senza sintomi;
  • Morte improvvisa > non è raro imbattersi nell’arresto cardiaco improvviso susseguente a mancata o ridotta perfusione del miocardio;
  • NSTEMI > ovvero “non-ST-segment-elevation-element-myocardical-infarction“, si tratta di un infarto del miocardio senza sovraslivellamento del tratto ST, ovvero di necrosi del tessuto cardiaco; si presenta con dolore toracico; quest’ultimo può irradiarsi anche al braccio sinistro, al collo, alla schiena e alla mandibola;
  • STEMI > ovvero “ST-segment-elevation-myocardical-infarction“, si tratta di un infarto del miocardio con sovraslivellamento del tratto ST, ci si trova di fronte all’occlusione di un ramo coronarico principale; in questo caso è urgente una immediata riperfusione.

La SCA può avere origini non aterosclerotiche.

Va detto che la Sindrome Coronarica Acuta può non avere origini aterosclerotiche, ma derivare da altre problematiche di salute.

Ecco quali sono:

  • arterite;
  • dissecazione aortica;
  • eventi traumatici;
  • malattie congenite;
  • abuso di droghe (soprattutto cocaina);
  • complicanze del cateterismo cardiaco.

Caratteristiche di un “attacco cardiaco”.

Il cosiddetto “attacco cardiaco” può dare origine a segni e sintomi specifici:

  • dolore acuto > è di natura retrosternale, si presenta al centro del petto e spesso si irradia al braccio sinistro, al collo, alla mandibola e talvolta alla schiena; è percepito come un senso di oppressione o compressione al centro del petto; può durare anche ore, ma può anche non verificarsi affatto;
  • tachipnea;
  • fame d’aria;
  • dispnea;
  • respiro superficiale;
  • senso di morte imminente;
  • pressione arteriosa decisamente elevata o insolitamente ridotta;
  • pallore cutaneo;
  • diaforesi algida;
  • nausea e/o vomito;
  • alterazioni caratteristiche del tracciato elettrocardiografico (ECG);
  • improvvisa assenza di polso arterioso;
  • problematiche gastriche.

La casistica legata alla SCA ci presenta eventi in cui questi segni e sintomi non sono evidenti o presenti o sono scomparsi/ricomparsi improvvisamente. Quando ad esempio il Paziente riferisce “mal di stomaco” esso può essere confuso con disturbi gastrico-digestivi.

Ecco perché sono necessarie specifiche indagini di laboratorio (enzimi miocardici):

  • troponina;
  • mioglobina;
  • CK-MB.

Il ruolo dell’Infermiere.

Si sa, attraverso il suo Profilo Professionale, che “l’Infermiere è responsabile dell’assistenza generale infermieristica, che è di natura tecnica, relazionale ed educativa”. Pertanto di fronte ad un Paziente con Sindrome Coronarica Acuta (SCA) l’Infermiere deve Pianificare Correttamente l’Assistenza, partendo dal ruolo fondamentate dell’Educatore sanitario.

In questo servizio spieghiamo proprio come Educare il Paziente.

Ci si trova in una fase post-acuta, con la Sindrome Coronarica Acuta regredita. L’Infermiere ha un ruolo fondamentale in questa fase: deve educare l’Assistito fornendogli tutti gli strumenti necessari per garantirsi una condizione di sicurezza una volta ritornato a casa.

Il compito dell’Infermiere è anche quello di spiegare le cose al Paziente in maniera semplice, ponendo cura alla reale comprensione di quanto espletato. L’Utente o chi per lui (Caregiver) deve essere in grado di gestirsi (gestire) in autonomia durante le attività comuni a domicilio.

L’Accertamento Infermieristico.

L’Accertamento Infermieristico punta ad avere informazioni sullo stile di vita dell’Assistito. In questo modo può conoscere, sostenere o modificare:

  • le abitudini alimentari (con tanto di misurazione dell’indice di massa corporea– BMI);
  • l’eliminazione (evacuazione, minzione);
  • l’attività lavorativa;
  • l’hobbistica;
  • i vizi compromettenti (fumo, alcool, droghe, gioco d’azzardo, ecc.);
  • le caratteristiche del nucleo socio-familiare.

La corretta raccolta dei dati emersi dall’Accertamento Infermieristico porterà poi alla creazione di un Piano di Assistenza mirato, che dovrà essere verificato periodicamente fino alla risoluzione/riduzione della problematica di salute.

Piano assistenziale standard.

Come per i Piani di Assistenza precedenti anche nel caso della Sindrome Coronarica Acuta ci affideremo al cosiddetto Modello bifocale Carpenito

Il modello su esposto permette all’Infermiere di enunciale due tipologie di Diagnosi:

  • Diagnosi Infermieristica;
  • Problema Collaborativo.

Nel primo caso l’Infermiere enuncia una Diagnosi di sua esclusiva competenza con relativi obiettivi, la pianificazione e attuazione degli interventi volti al raggiungimento degli stessi ed un sistema di valutazione in itinere per monitorare la risposta del paziente all’erogazione dell’assistenza.

Nel secondo prevede complicanze potenziali che si stanno verificando o potrebbero verificarsi rispetto ad una determinata patologia. Collabora con il Medico o con altri Professionisti Sanitari (nel rispetto delle responsabilità e delle competenze di ciascuno) nel monitorare l’Assistito, individuare eventuali segni e sintomi di complicanze, pianificare gli interventi infermieristici/sanitari/socio-sanitari, attuare gli interventi finalizzati al recupero delle condizioni di salute del Paziente fino alla completa stabilità clinica.

Esempio di piano assistenziale per un paziente con Sindrome Coronarica Acuta.

Siamo di fronte al Sig. Ernesto. Ha 75 anni, è un ex-fumatore, è in sovrappeso (con BMI di 31). Era un esercente ed ha lavorato fino a 70 anni, poi ha deciso di andare in pensione. Vive da solo e non fa attività fisica da decenni. E’ stato ricoverato in Medicina d’Urgenza (proveniente dal Pronto Soccorso) ed ha superato la fase critica della SCA.

L’Infermiere, prima di pianificare l’assistenza, si soffermerà su alcuni fattori che caratterizzano il Paziente:

  • ha un livello di scolarizzazione basso (ha solo la quinta elementare);
  • è in sovrappeso;
  • è stato un tabagista accanito;
  • non fa sport da anni;
  • conosce poco i fattori di rischio correlati alla sua problematica di salute;
  • non è in grado di riconoscere correttamente i segni e sintomi della SCA;
  • è agitato (ansia) e riferisce di aver paura per il suo stato di salute;
  • non ha parenti o amici che possano assisterlo.

Per quanto sopra-esposto l’Infermiere preparerà un opportuno Piano Educativo per la gestione autonoma al proprio domicilio.

Alla fine del processo educativo il Paziente:

  • identificherà i segni e sintomi di recidiva di attacco cardiaco (ad esempio: dolore retrosternale, al centro del petto e irradiato al braccio sinistro, fame d’aria, tachipnea, dispnea, respiro superficiale, nausea, vomito, angoscia, senso di morte imminente);
  • identificherà, allo scopo di correggerli, i fattori di rischio (ad esempio fumo, sovrappeso/obesità, scarsa o inesistente fisica, ipertensione, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia);
  • identificherà i possibili fattori scatenanti un eventuale attacco cardiaco (ad esempio sforzi intensi, emozioni improvvise, gravi emorragie);
  • dimostrerà di gestire correttamente la terapia prescritta dal medico (ad esempio nome del farmaco, il tipo di farmaco, il suo dosaggio, la corretta via di somministrazione, gli orari di assunzione, la presenza di eventuali effetti collaterali).

Esempio di pianificazione assistenziale.

Cosa può fare l’Infermiere per gestire le problematiche di salute di un Paziente con SCA? Tantissimo, soprattutto dal punto di vista educativo.

Diagnosi Infermieristica (da noi proposta).

Ansia correlata a minaccia reale o percepita all’integrità fisica secondaria ad
attacco cardiaco che si manifesta con agitazione e apprensione.

Obiettivo.

L’Assistito riferirà una riduzione del livello di ansia entro la dimissione.

Pianificazione degli interventi.

  • monitorare e identificare manifestazioni verbali e non verbali di ansia;
  • allontanare gli stimoli eccessivi e limitare i contatti con altri Pazienti/Parenti/Caregiver ansiosi;
  • insegnare strategie per mitigare l’ansia, compreso tecniche di rilassamento;
  • garantire corretta somministrazione della terapia prescritta dal Medico.

Attuazione degli interventi.

  • pianificare un approccio calmo e rassicurante;
  • incoraggiare il Paziente ad esprimere le proprie preoccupazioni;
  • applicare un ascolto attivo aiutano a ridurre i livelli di ansia;
  • monitorare il Paziente per individuare manifestazioni non verbali di ansia (momento utile a prevenire eventuali comportamenti distruttivi da parte dell’assistito);
  • posizionare l’Assistito in una stanza tranquilla;
  • limitare i contatti con altre persone (altri Pazienti, Caregiver o familiari che siano) in stato di ansia;
  • applicare strategie utili ad interrompere l’ansia (controllo del respiro e il rallentamento del corso dei pensieri, molto utile può essere la musicoterapia);
  • se la prescrizione del Medico lo prevede, somministrare i farmaci correttamente.

Verifica intermedia e finale.

Il Paziente conosce e mette in atto le strategie per ridurre l’ansia e riferisce la diminuzione del numero di episodi ansiosi (in questo caso suggeriamo delle verifiche iniziali, intermedie e finali).

Bibliografia:

  • Lynda Juall Carpenito-Moyet, Piani di assistenza infermieristica e documentazione, Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 2015;
  • Domenico Miceli, Quinto Tozzi, Paola Di Giulio, Lucia Sabbadin, Manuale cardionursing. Uno strumento per l’assistenza infermieristica, 2005.

Leggi anche:

Assistenza Infermieristica a Paziente con Sindrome Coronarica Acuta (SCA) in Emergenza-Urgenza.

Ischemia silenziosa e cardiopatia ischemica. Cosa sono?

Angina Pectoris: cause, sintomi e complicanze del dolore toracico.

Sintomi Infarto Cardiaco: ecco i 5 segni per riconoscere un attacco.

La Pianificazione Assistenziale e il ruolo fondamentale dell’Infermiere e dell’Infermiere Pediatrico.

Dott. Angelo Riky Del Vecchio
Dott. Angelo Riky Del Vecchiohttp://www.angelorikydelvecchio.com
Nato in Puglia, vive e lavora in Puglia, Giornalista, Infermiere e Scrittore. Già direttore responsabile di Nurse24.it, attuale direttore responsabile del quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it. Ha al suo attivo oltre 15.000 articoli pubblicati su varie testate e 18 volumi editi in cartaceo e in digitale.
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