Carissimo Direttore di AssoCareNews.it,
mi dispiace molto aver letto in simile sfogo da parte del collega per quanto riguarda gli infermieri che passano dall’altra parte della barricata diventando pazienti.
Porto la mia personale esperienza di infermiera la cui figlia di tre anni si è ammalata di leucemia. Tutti i genitori che hanno provato una malattia grave del figlio saranno concordi nel dire che è come si fossero ammalati insieme anche loro soffrendo e sopportando le cure le terapie e gli esami come venissero fatti sulla loro pelle.
Ho affrontato i due anni di chemioterapia e ricoveri di mia figlia senza essere assolutamente né saccente né prepotente né arrogante, ma con umiltà e discrezione non ho mai detto a nessuno io sono infermiera se è saltato fuori è stata una domanda posta riguardo al lavoro che facevano i genitori.
Più di qualche oncologa/o mi ha salutato dopo la visita dicendomi: signora è sempre un piacere vedere la sua bimba e parlare con lei.
Colgo l’occasione per ringraziare tutto il reparto e dh dell’oncoematologia dell’ospedale di Padova.
B., una collega dell’Ulss 2 Marca Trevigiana