histats.com
lunedì, Aprile 29, 2024
HomeIn evidenzaGli OSS non possono essere considerati Professionisti Sanitari perché non hanno la...

Gli OSS non possono essere considerati Professionisti Sanitari perché non hanno la formazione adatta.

Pubblicità

Il MIGEP ci scrive e dice di vergognarci per quanto scritto, ma gli OSS ad oggi non possono essere considerati Professionisti Sanitari perché non hanno la formazione adatta.

Egregio Direttore,

vorremo chiarire su quanto Lei ha espresso nel suo articolo “Gli OSS non sono dei professionisti sanitari…”. È grottesco, la storia si ripete, dopo aver denigrato e ucciso la professione dell’infermiere generico e della puericultrice disconoscendoli come professione con la legge 42/99, ora tocca all’OSS. E’ vergognoso, questo accanimento verso una professione che in qualche modo cerca di emergere ed avere un proprio ruolo nel sistema sanitario assistenziale. Oggi leggiamo l’ennesima vittoria dell’infermiere, contro la professione dell’operatore socio sanitario (OSS), che dovrebbe avere una maggior considerazione per il ruolo che l’OSS ha avuto nella pandemia.

Facciamo riferimento in merito alla notizia riportata da alcuni quotidiani, riguardo la bocciatura da parte del TAR Lazio per quanto concerne l’appartenenza degli OSS nell’area sanitaria, in cui gli operatori socio sanitari “non pOSSono essere considerati a tutti gli effetti tra le professioni sanitarie”. Non è una novità, già nel 2020 il Tar del Lazio con sentenza 13270 del 10 dicembre 2020 ha respinto la richiesta della Federazione Migep di annoverare l’OSS tra le professioni, riconoscendogli l’area socio sanitaria. Seppur la legge 3/18 l’art 5, comma 5 preveda che l’OSS è compresa nell’area professionale secondo il giudice non cambia lo status giuridico precisando che rimane “operatore di interesse sanitario” (area tecnica).

Oggi gli infermieri con la loro sentenza sollevano importanti questioni riguardo alla formazione OSS, parlano di sicurezza del paziente, quale sicurezza dei pazienti ? Sono anni che gli infermieri demandano all’OSS competenze espressamente infermieristiche perché non le ritengono più di loro competenza, molte RSA demandano all’OSS terapie di ogni genere in assenza di infermieri.

Vorremmo rispondere al Dott Zega sulla sua affermazione: “È grottesco pensare che uno stesso lavoratore pOSSa svolgere mansioni delicate di carattere sanitario in modo inconsistente da una regione all’altra. Questo succede quando gli esecutivi regionali non si confrontano con le professioni sanitarie”; peccato che vari presidenti OPI regionali parlano lingue diverse fra loro; basta vedere la Lombardia, il Veneto che attivano la figura del super OSS, dove gli Opi regionali hanno appoggiato fortemente l’istituzione del Super OSS, che pur senza una formazione adeguata e senza un titolo reale potrà fare tutto ciò che fanno gli infermieri, mentre gli Opi della Lombardia non hanno fatto opposizione alla proposta del mini infermiere appoggiati dall’Aimon associazione OSS che lo ha definito una evoluzione, quale evoluzione! La stessa associazione Aimon si è scagliata contro il migep che faceva opposizione mettendo in evidenza tante ombre grigie.

A ricorrere contro la delibera della regione Veneto, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche FNOPI, il Coordinamento degli ordini delle professioni infermieristiche della Regione, con numerosi OPI di altre regioni, e dalla Federazione Migep federazione delle professioni sanitarie e sociosanitarie che rappresenta gli stessi OSS. Il Tar sospendeva la delibera 16 marzo 2021, n. 305 della Giunta regionale che apriva la pOSSibilità di utilizzare gli Operatori sociosanitari (OSS), per eseguire atti propri dell’assistenza clinica del paziente di competenza esclusiva di medici e infermieri, in quanto la fnopi e gli Opi hanno ritirato il ricorso per far in modo che la nuova delibera 650 del 1 giugno 2022 potesse raggiungere l’attuazione. Anche qui La federazione Migep si costituisce in giudizio in merito alla delibera n. 650 dell’1 giugno 2022 sull’approvazione del percorso formativo sull’OSS complementare in assistenza sanitaria (Super OSS) aderendo al ricorso fatto da Enpapi, ricorso respinto dal giudice.

Ci pare contraddittorio tutto ciò, in quanto gli Opi delle due regioni hanno collaborato sui vari tavoli regionali a individuare le nuove competenze di carattere sanitario per il super OSS, e grazie all’avvallo di alcuni Opi, e di alcune associazioni “IO SONO OSS – AIMON” integrano il Super OSS, (OSSFC) con maggior competenze infermieristiche per legalizzare le strutture RSA che non hanno intenzione di assumere infermieri.

L’ulteriore sentenza del Tar contro una delibera della Giunta Regionale del Lazio del 2019 è la dimostrazione di quanto la stessa federazione Migep denuncia da tempo, soprattutto post pandemia. Allora se la formazione dell’operatore socio sanitario non è adeguata, se è inaccettabile la diversificazione regionale e lo ammette lo stesso OPI del Lazio, risulta necessario muoversi in una direzione che porti l’OSS ad essere al passo dell’evoluzione assistenziale che negli anni si è avuta, gli OSS non sono sostituiti dagli infermieri, l’OSS è una professione ben definita.

Ci rivolgiamo a tutti gli OSS, anche chi non ha interesse di leggerci, crediamo che sia adesso quanto mai necessario riuscire ad arrivare al quorum utile sia per sedere ai tavoli tecnici, ma più di tutto portare avanti quella che è la nascita dell’assistente per la salute e la revisione della formazione OSS denominata assistente socio sanitario, figure con una adeguata formazione, uniforme sul territorio Nazionale e ottenere il collegio attraverso il registro unico nazionale.

L’OSS deve rapidamente colmare il gap per il lavoro interdisciplinare, tradisciplinare altrimenti se ciascuno rimane nei propri confini non ci sarà mai evoluzione vera, né nelle competenze, né a livello contrattuale, ma si troverà sempre in difficoltà nel lavoro (abuso di professione) e nel riconoscimento professionale.

Non crediamo che la professione OSS voglia rimanere in questo stato di confusione, ma trovare risposte e soluzioni concrete e per questo oggi, su queste sentenze dobbiamo riuscire a raggiungere il quorum necessario, diversamente lo Stato, gli Infermieri, le Regioni, continueranno a fare ciò che meglio credono verso questa professione. Siamo convinti che la maggior parte degli attori che stabiliscono cosa debba o essere in futuro l’OSS non abbiano la più pallida idea della realtà odierna in cui molti operatori prestano servizio e delle condizioni cui sono spesso costretti a sopperire.

La proposta di Stati Generali fa due proposte di legge, che va ad istituire una nuova figura con adeguata certificata formazione capace di conferire all’OSS un ordine professionale, un proprio collegio/albo, tale per cui sia in grado finalmente di rientrare nell’area socio-sanitaria e uscire dalla contraddittoria condizione di figura “non strettamente sanitaria”.

La nuova forza che intendiamo dare attraverso gli stati generali è quello di discutere del proprio futuro, di costruire una politica dentro la professione senza che siano gli infermieri, lo stato, i sindacati, le regioni decidere il futuro dell’OSS. Sedersi ad un tavolo ministeriale permetterebbe di mettere delle basi per una reale evoluzione, sta a tutti Voi crederci e far in modo di esserci.

Ci rivolgiamo al Presidente di Opi Roma, Maurizio Zega dove indica “che gli standard di formazione del personale sanitario non può essere una soluzione per affrontare la critica carenza infermieristica, poiché a pagarne le conseguenze sarebbero i pazienti e i cittadini stessi. Perché non risederci ad un tavolo? Come si era fatto sulla revisione della figura dell’OSS dove ponevamo l’attenzione su questioni cruciali riguardo alla formazione e alla valorizzazione dell’operatore socio sanitario, ponendo le basi per una riflessione più ampia sulle sfide della sanità in Italia e sull’importanza di garantire standard elevati per la sicurezza dei pazienti.

Ci deve essere un confronto costruttivo tra OPI – Fnopi e Migep senza entrare nello stesso errore di invitare mare e monti che non hanno finalità al tema.

Come Federazione Migep poniamo l’urgenza di affrontare il problema non solo della carenza di infermieri, ma la necessità di un’adeguata valorizzazione di una categoria professionale come l’OSS, che attualmente soffre di scarse pOSSibilità di riconoscimento.

L’operatore socio sanitario attraverso le due leggi di Stato 3/18 – 73/2021 è collocato nell’Area Socio sanitario e nel Ruolo Socio Sanitario, leggi non applicate per via della “formazione di basso livello”. Da parte nostra l’informazione è sempre stata chiara, poiché promotori delle due leggi di stato. Vogliamo ricordare che in questo momento l’OSS è considerato dal Ministero della Salute “operatore di interesse sanitario” legge 43/2006 che non vuol dire nulla. Ecco perché si pone in modo forte la sua revisione formativa, il registro nazionale e l’applicazione delle due leggi di Stato, in modo che l’OSS sia considerato professionista nella sua area. (Area Socio sanitario e Ruolo Socio Sanitario).

Ora non pOSSiamo trovare soluzioni illegittime e pericolose e discriminare una professione per un proprio torna conto per tamponare una situazione che le regioni stesse hanno creato. Le regioni non ci hanno mai ascoltato da questo punto di vista, e non hanno voluto investire nell’assistenza in maniera importante e sostanziale. Abbiamo presentato due proposte di legge per una nuova riforma dell’assistenza, la soluzione potrebbe essere attraverso una nuova formazione della professione dell’operatore socio sanitario; una prima riforma era stata elaborata tra fnopi e migep che virava a non invadere le aree di appartenenza.

Non basta ragionare annualmente sul turn – over del personale, oggi c’è una carenza di personale e bisogna prenderne atto. Abbiamo presentato delle proposte con l’obiettivo di rivedere l’assetto formativo dell’OSS, una proposta viene presentato dal PD con una nuova denominazione “Assistente socio sanitario, ed un’altra proposta di “Assistente per la salute presentata da FI. ” . tutto questo per contrastare le due bozze presentate dal ministero della salute sulla nuova figura xx e sulla proposta di rivedere la formazione dell’OSS ferma dal 2001, poiché entrambe presentano molte zone grigie.

Apprendiamo che la stessa fnopi pone l’individuazione di una figura intermedia, allora perché non incontrarci per confrontarci? Rinnoviamo l’invito per un ulteriore incontro affinché cessino queste discriminazioni verso una professione importante come l’operatore socio sanitario. (ogni professione ha la sua dignità).

Ci rivolgiamo a Lei Egregio Direttore, piuttosto che criticare e puntare il dito mettendo confusione con velate insinuazioni, costruendo dissapori e informazioni non coerenti, dovrebbe aiutare la professione OSS ad avere più chiarezza, Lei essendo un Infermiere da che parte Sta? Dalla parte di chi oggi in modo serio esprime soluzioni per gli OSS, o dalla parte dei mari e monti che non danno affidabilità e vivono scopiazzando dove Lei li usa solo per avere pubblicità del suo quotidiano? Ci auguriamo come stati generali della professione OSS che questa nota di chiarimento alla sua missiva venga pubblicata integralmente.

Lo staff degli Stati Generali OSS – Federazione MIGEP

* * *

Egr.i Amici del MIGEP,

in merito all’articolo “Gli OSS non sono dei professionisti sanitari…”, pubblicato sul nostro quotidiano qualche settimana fa, vorrei esprimere la mia opinione.

Innanzitutto, vorrei sottolineare che sono d’accordo con l’affermazione secondo cui “la storia si ripete”. In passato, infatti, abbiamo già assistito alla cancellazione di alcune professioni sanitarie, come quella dell’infermiere generico e della puericultrice. Questo per alcuni ha avuto un impatto negativo sul sistema sanitario italiano, che ha perso professionalità preziose, per altri no.

Nel caso degli OSS, la situazione è ancora più grave. Si tratta di una figura professionale che svolge un ruolo fondamentale nell’assistenza ai pazienti, in particolare nelle strutture sanitarie e socio-assistenziali. Tuttavia, la loro formazione non è stata ancora adeguatamente valorizzata, e questo ha portato a una serie di conseguenze negative.

In primo luogo, gli OSS sono spesso costretti a svolgere mansioni che dovrebbero essere riservate a figure professionali più qualificate, come gli infermieri. Questo può comportare rischi per la salute dei pazienti, oltre che per la sicurezza degli stessi OSS. E non diciamo che gli OSS sono bravi quanto gli Infermieri.

In secondo luogo, la mancanza di una formazione adeguata rende difficile per gli OSS trovare un lavoro in ambito sanitario. Questo è un problema grave, soprattutto alla luce della carenza di personale infermieristico che si registra nel nostro Paese.

Per risolvere questi problemi, noi lo stiamo dicendo da tempo, è necessario intervenire urgentemente sulla formazione degli OSS. Questa dovrebbe essere aggiornata e potenziata, in modo da garantire agli operatori le conoscenze e le competenze necessarie per svolgere il loro lavoro in modo sicuro ed efficace.

Inoltre, è importante che gli OSS siano riconosciuti come professionisti sanitari, ma attraverso un percorso universitario, altrimenti si rischierebbe di dare il patentino di professionisti a tutti senza la prova provata della minima formazione per diventare tali. Questo garantirebbe loro un maggiore rispetto e una maggiore considerazione da parte delle istituzioni e del mondo del lavoro.

In conclusione, ritengo che la questione della formazione e del riconoscimento degli OSS sia di fondamentale importanza per il sistema sanitario italiano. È necessario intervenire tempestivamente per garantire a questi operatori la dignità e il ruolo che meritano.

Ad oggi l’Operatore Socio Sanitario non può essere considerato un professionista della salute, ma per la formazione che ha solo un tecnico di supporto all’Infermiere e agli altri sanitari.

Grazie e continuate a seguirci.

Angelo Riky Del Vecchio, Direttore Quotidiano Sanitario Nazionale AssoCareNews.it

Leggi anche:

Gli OSS non sono Professionisti Sanitari, lo ha deciso il TAR Lazio. Sul web e sui social la delusione.

_________________________

AVVISO!

  • Per chi volesse commentare questo servizio può scrivere a redazione@assocarenews.it
  • Iscrivetevi al gruppo Telegram di AssoCareNews.it per non perdere mai nessuna informazione: LINK
  • Iscrivetevi alla Pagina Facebook di AssoCareNews.itLINK
  • Iscrivetevi al Gruppo Facebook di AssoCareNews.itLINK

Consigliati da AssoCareNews.it:

RELATED ARTICLES

Novità

© 2023-2024 Tutti i diritti sono riservati ad AUSER APS - San Marco in Lamis - Tra sanità, servizi socio sanitari e recupero della memoria - D'intesa con AssoCareINFormazione.it.

© 2023-2024 ACN | Assocarenews.it

Quotidiano Sanitario Nazionale – In attesa di registrazione al Tribunale di Foggia.

Direttore: Angelo “Riky” Del Vecchio – Vice-Direttore: Marco Tapinassi

Incaricati di Redazione: Andrea Ruscitto, Lorisa Katra, Luigi Ciavarella, Antonio Del Vecchio, Francesca Ricci, Arturo AI.

Per contatti: WhatsApp > 3474376756Scrivici

Per contatti: Cell. > 3489869425PEC

Redazione Centrale: AUSER APS - Via Amendola n. 77 - San Marco in Lamis (FG) – Codice Fiscale: 91022150394