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Tentativi suicidari e suicidi tra carceri e territorio: Assessment Rischio Suicidiario e Interventi Infermieristici nella Cronicità e nell’Emergenza-Urgenza. Revisione della Letteratura.

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Presentiamo uno studio su “Tentativi suicidari e suicidi tra carceri e territorio: Assessment Rischio Suicidiario e Interventi Infermieristici nella Cronicità e nell’Emergenza-Urgenza. Revisione della Letteratura”. I risultati sono al di sotto delle aspettative, andrebbe indagato meglio sul settore specifico.

La Pandemia Covid ha lasciato segni spesso indelebili nei Professionisti della Salute e nei Cittadini, chiamati ad affrontare una lotta impari contro un virus mai visto prima. Le misure di restrizione imposte dalla Sanità Pubblica, e quindi dal Governo Italiano, si sono basate essenzialmente sul cosiddetto “distanziamento sociale”.

I timori di infettarsi, il clima incerto che si è respirato per circa tre anni e tutte le conseguenze economiche correlate all’Emergenza hanno causato nella popolazione italiana e del resto del mondo (sanitari e non) un grave disagio psico-sociale, di cui a tutt’oggi sono evidenti i segni e i sintomi.

Nello specifico si sono registrati picchi in salita dei livelli delle principali forme di disagio psichico e psico-sociale (ma è difficile legarli direttamente alla Pandemia). Tra questi l’ansia, l’agitazione motoria, i disturbi del sonno e l’inversione dei ritmi circadiani, la depressione, le varie forme di disturbo post-traumatico da stress. Nel nostro Paese, come in altri Paesi del mondo, sono aumentati sensibilmente i suicidi. In Italia, ad esempio, sono stati registrati vari casi soprattutto in ambito ospedaliero, ma anche tra imprenditori finiti sul lastrico.

La mission del presente lavoro è quello di realizzare un elenco o rassegna di alcune delle principali forme di dipendenza comportamentale, di disagio psichico e di suicidio nel corso dei tre-quattro anni di Pandemia da SARS-CoV-2.

Per cui il nostro obiettivo è quello di realizzare una rassegna di alcune forme di dipendenza comportamentale, del suicidio e del disagio psichico nel corso della pandemia da COVID-19. E’ stata effettuata una revisione narrativa della letteratura su PubMed usando con varie combinazioni le seguenti parole chiave: Suicidio, Idee suicide, Suicidalità, Ideazione Suicidaria, Carceri, Territorio, Lockdown, Emergenza, Urgenza e COVID-19. La ricerca è poi virata su riviste scientifiche specifiche come THE LANCET o MULTIDISCIPLINARY DIGITAL PUBLISHING INSITUTE (MDPI) e infine banche dati di settore come NA TIONAL LIBRARY OF MEDICINE.

Pensavo di trovare più materiale anche in altre banche dati, ma probabilmente ci sono poche ricerche scientifiche sull’argomento negli ultimi 3-4 anni, ovvero dall’avvento della Pandemia da Coronavirus.

Nello specifico su PUBMED e sulle altre fonti citate ho selezionato n. 112 articoli, suddividendoli in tentativi di suicidio o suicidio nelle carceri e gli stessi sul territorio. Dopo aver effettuato attentamente uno screening in base al titolo ed all’abstract, n. 60 articoli sono stati esclusi perché non attinenti alla review. Dopo attenta lettura integrale con l’utilizzo del programma EndNote 21 ho eliminato altri 32 articoli. Per questo motivo il numero totale degli articoli analizzati è di 20.

Il lavoro da me effettuato ha evidenziato un aumento dei suicidi e del rischio suicidario importante durante la Pandemia Covid (intra e post), ma anche l’uso/abuso di droghe, alcool e altre sostanze alteranti le condizioni psico-fisiche dell’utilizzatore. Sono queste forme di disagio psichico che hanno riguardato varie fasce d’età (bambini, adolescenti, adulti, anziani) ed aree geografiche della popolazione a livello mondiale che hanno subito in maniera pesante gli effetti pandemici. Da evidenziare in quasi tutti i casi il Disturbo Post-Traumatico da Stress.

Introduzione allo studio.

La presente ricerca fornisce una panoramica importante sull’impatto della Pandemia di COVID- 19 sul suicidio.

In generale, i risultati suggeriscono che la Pandemia ha avuto un impatto negativo sulla salute mentale, con un aumento dei tassi di ideazione suicidaria e di tentativi di suicidio, in particolare tra le persone con vulnerabilità psichiatrica (su cui spesso si è dovuti intervenire in emergenza- urgenza, sia in carcere, sia sul territorio).

Questi risultati sono in linea con quelli di altri studi condotti in tutto il mondo. Ad esempio, uno studio condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilevato che i tassi di suicidio sono aumentati del 25% in alcuni paesi durante la Pandemia.

I fattori che hanno contribuito a questo aumento, analizzati sia in ambito carcerario, sia in ambito casalingo o lavorativo, includono:

  • L’isolamento sociale e la solitudine;
  • L’ansia e lo stress;
  • La perdita di lavoro e di reddito;
  • La violenza domestica.

È importante notare che la maggior parte degli studi osservazionali sulla Pandemia e sul suicidio sono trasversali e retrospettivi. Questo significa che non è possibile stabilire una relazione causale tra la Pandemia e l’aumento dei tassi di suicidio. Tuttavia, i risultati di questi studi sono comunque preoccupanti e suggeriscono che è necessario adottare misure per proteggere la salute mentale delle persone durante e dopo la pandemia.

Ecco alcuni suggerimenti per ridurre il rischio di suicidio:

  • Riconoscere i segnali di allarme di un disturbo mentale;
  • Offrire supporto e assistenza alle persone con vulnerabilità psichiatrica;
  • Ridurre l’isolamento sociale e promuovere la connessione sociale;
  • Promuovere la consapevolezza del suicidio e della prevenzione.È importante ricordare che il suicidio è una questione complessa e che non esiste una soluzione unica. Tuttavia, adottando misure per promuovere la salute mentale e ridurre i fattori di rischio, possiamo contribuire a salvare vite.Nel tuo lavoro, hai sottolineato l’importanza di una maggiore attenzione al fenomeno del suicidio tra i giovani. Questo è un aspetto particolarmente importante, in quanto il suicidio è la quarta causa di morte tra i ragazzi nella fascia di età tra i 15 ed i 19 anni.Dalla ricerca sono emersi anche alcuni suggerimenti per prevenire il suicidio tra i giovani:
  • Fornire supporto psicologico e sociale ai giovani;
  • Educare i giovani al suicidio e alla prevenzione;
  • Ridurre l’accesso alle armi da fuoco;
  • Promuovere la resilienza e le competenze di coping tra i giovani.In conclusione, la ricerca ha fornito a nostro avviso un contributo importante alla comprensione dell’impatto della Pandemia di COVID-19 sul suicidio.I risultati sono preoccupanti, ma possono anche essere letti come un monito ad adottare misure più appropriate per proteggere la salute mentale delle persone durante e dopo la Pandemia.

Scopo della ricerca.

L’obiettivo principale di questo studio è analizzare l’esistenza nella letteratura scientifica di studi che dimostrino l’applicazione di principi e strumenti di studi precedenti sull’associazione tra la pandemia COVID-19 e le successive risposte di salute pubblica, come isolamento, quarantena e chiusura delle porte, e l’aumento dell’ansia, dei disturbi del sonno, dei sintomi depressivi e dell’ideazione suicidaria. Per cui si sono voluti identificare i principi e gli strumenti utilizzati nella letteratura scientifica.

L’obiettivo è quello di affrontare le problematiche in questo contesto in modo razionale estandardizzatoedidelinearelastradadaseguireperglioperatoriinfermieristicinella gestione del loro lavoro in un’ottica di efficacia ed efficienza e, soprattutto, di prevenzione del suicidio.

I pochi studi che hanno esaminato l’associazione tra pandemie e tassi di suicidio sono stati condotti per lo più in Paesi ad alto reddito. Si è cercato di analizzare i cambiamenti nei tassi mensili di suicidio durante la Pandemia globale di COVID-19, sia durante, che dopo la vasta fase pandemica.

Materiali e metodi utilizzati.

Per la realizzazione del seguente studio è stata condotta una revisione narrativa sistematica della letteratura. E’ stata effettuata una revisione narrativa della letteratura su PubMed usando con varie combinazioni le seguenti parole chiave: Suicidio, Idee suicide, Suicidalità, Ideazione Suicidaria, Carceri, Territorio, Lockdown, Emergenza, Urgenza e COVID-19. La ricerca è poi virata su riviste scientifiche specifiche come THE LANCET o MULTIDISCIPLINARY DIGITAL PUBLISHING INSITUTE (MDPI) e infine banche dati di settore come NATIONAL LIBRARY OF MEDICINE.

Nello specifico su PUBMED e sulle altre fonti citate ho selezionato n. 112 articoli, suddividendoli in tentativi di suicidio o suicidio nelle carceri e gli stessi sul territorio. Dopo aver effettuato attentamente uno screening in base al titolo ed all’abstract, n. 50 articoli sono stati esclusi perché non attinenti alla review. Dopo attenta lettura integrale con l’utilizzo del programma EndNote 21 ho eliminato altri 12 articoli. Per questo motivo il numero totale degli articoli analizzati è di 40.

Ecco l’intero studio: Tesi Tirocinio LMSIO Università di Chieti – Settembre 2023

Leggi anche:

Coronavirus: rischio Disturbo Post Traumatico da Stress dopo l’assistenza al Covid-19.

Infermieri e operatori in burnout. Disturbo da stress post traumatico dovuto alla pandemia Covid e alla guerra.

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Dott. Angelo Riky Del Vecchio
Dott. Angelo Riky Del Vecchiohttp://www.angelorikydelvecchio.com
Nato in Puglia, vive e lavora in Puglia, Giornalista, Infermiere e Scrittore. Già direttore responsabile di Nurse24.it, attuale direttore responsabile del quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it. Ha al suo attivo oltre 15.000 articoli pubblicati su varie testate e 18 volumi editi in cartaceo e in digitale.
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