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Coronavirus: rischio Disturbo Post Traumatico da Stress dopo l’assistenza al Covid-19.

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Coronavirus: Infermieri, Medici, Operatori Socio Sanitari e tutto il personale coinvolto saranno irrimediabilmente esposti a carichi di stress che potrebbero provocare un Disturbo Post Traumatico da Stress. Come riconoscerlo?

L’ultimo dei disturbi relativi allo stress che prendiamo in considerazione è il disturbo post traumatico da stress.

Il PTSD, ha una storia che risale già alla prima guerra mondiale quando era chiamato “nevrosi da guerra” ed è una condizione di disagio mentale complessa derivante da molteplici fattori, sia personali che ambientali, genericamente viene definita come “la condizione di stress acuta che si manifesta in seguito all’esposizione a un evento traumatico”.

Tra i fattori che certamente contribuiscono allo sviluppo di diversi livelli di PTSD, ci sono le caratteristiche specifiche dell’evento che lo causa e il grado o la modalità di esposizione della vittima, le caratteristiche degli individui, in termini della loro storia medica, psichica e familiare, le modalità di intervento nel periodo post-trauma.

I sintomi sono classificabili in tre categorie ben definite:

  • episodi di intrusione: le persone affette da PTSD hanno ricordi improvvisi che si manifestano in modo molto vivido e sono accompagnati da emozioni dolorose e dal ‘rivivere’ il dramma. A volte, l’esperienza è talmente forte da far sembrare all’individuo coinvolto che l’evento traumatico si stia ripetendo.
  • volontà di evitare e mancata elaborazione: l’individuo cerca di evitare contatti con chiunque e con qualunque cosa che lo riporti al trauma. Inizialmente, la persona sperimenta uno stato emozionale di disinteresse e di distacco, riducendo la sua capacità di interazione emotiva e riuscendo a condurre solo attività semplici e di routine. La mancata elaborazione emozionale causa un accumulo di ansia e tensione che può cronicizzate portando a veri e propri stati depressivi. Al tempo stesso si manifesta frequentemente il senso di colpa.
  • ipersensibilità e ipervigilanza: le persone si comportano come se fossero costantemente    minacciate dal trauma. Reagiscono in modo violento e improvviso, non riescono a concentrarsi, hanno problemi di memoria e si sentono costantemente in pericolo. A volte, per alleviare il proprio stato di dolore, le persone si rivolgono al consumo di alcol o di droghe. Una persona affetta da PTSD può anche perdere il controllo sulla propria vita ed essere quindi a rischio di comportamenti suicidi.

L’insorgenza di questo tipo di disturbo la vedremo diverso tempo dopo la fine dell’emergenza, quando torneremo alla normalità e quando, prevedibilmente, faremo forse fatica a tornare alla normalità del “prima”.

È ancora più importante in questi casi rivolgersi ad un professionista con una formazione specifica nell’elaborazione e integrazione di ricordi ed emozioni traumatiche.

Coronavirus, rischio Compassion Fatigue per Infermieri, Medici e OSS: come riconoscerla.

Dott.ssa Alessandra Schiavoni
Dott.ssa Alessandra Schiavonihttp://www.psicologiarelazionalefirenze.it
Psicologa e Psicoterapeuta, da anni lavoro per e con gli infermieri nella prevenzione e nel sostegno psicologico perché credo che sia necessario prendersi cura anche e soprattutto di chi cura per avere un sistema che funzioni davvero, perché “di relazioni ci si ammala, di relazioni si guarisce”.
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