Si continua a parlare a Vallo della Lucania della presunta aggressione avvenuta ai danni di un Infermiere dell’Ospedale “San Luca”. Cosa è accaduto realmente?
La presunta aggressione avvenuta nell’ospedale civile di Vallo della Lucania fa ancora discutere. A denunciare l’accaduto è stato come noto l’associazione Nessuno tocchi Ippocrate. Secondo la ricostruzione dei fatti realizzata subito dopo l’accaduto un politico del Cilento avrebbe preso a pugni un Infermiere, reo, a dir suo, di aver trattato male la madre nel tentativo di farla uscire dall’auto. Oggi si registra la presa di posizione di Nursind, sindacato infermieristico.
“La recente aggressione ha dimostrato ancora una volta la deprecabile abitudine di aggredire operatori sanitari in servizio, ignorando le istituzioni che dovrebbero impedire tali episodi” – spiega Biagio Tomasco, segretario territoriale del Nursind.
“Chiediamo l’attivazione di un tavolo di crisi, coinvolgendo le forze dell’ordine, le autorità sanitarie e le rappresentanze sociali. L’obiettivo è elaborare azioni concrete per contenere tali episodi inaccettabili. La mancata adozione, da parte della Regione Campania, delle linee guida sul sovraffollamento dei Pronto soccorso, segnalata più volte dal Nursind a livello regionale, aggiunge un ulteriore livello di complessità al problema” – aggiungono dal Nursind.
E non è tutto, Tomasco ha espresso solidarietà nei confronti del personale del Pronto Soccorso di Vallo della Lucania: “nonostante la costante carenza di personale, essi continuano a fornire assistenza professionale e dedicata a una popolazione turistica di quasi 1 milione di residenti nel comprensorio cilentano. L’aggressione a un infermiere richiama l’attenzione sull’urgente necessità di proteggere gli operatori sanitari durante l’espletamento dei loro doveri e di adottare misure decisive per garantire la loro sicurezza. Come Nursind continueremo a lottare per una soluzione concreta e incisiva a questo problema, sottolineando l’importanza di un approccio collaborativo e multidisciplinare per affrontare la questione”.
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