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Paziente scaraventa PC contro un Infermiere che gli chiedeva di fare tampone Covid.

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Nuova aggressione al Pronto Soccorso del Maggiore di Bologna. Paziente lancia pc contro infermiere che richiede tampone.

Nella notte tra il due e il tre gennaio, si è verificata un’ennesima aggressione al pronto soccorso del Maggiore, dove un paziente in stato influenzale ha rifiutato il tampone COVID-19 e ha lanciato un computer contro un infermiere. L’incidente ha causato momenti di panico, con il trentenne bloccato dalle guardie giurate presenti nell’ospedale.

Cronologia degli Eventi.

Un uomo sui 30 anni si presenta al pronto soccorso del Maggiore con sintomi influenzali.
L’infermiere del triage spiega al paziente la necessità di effettuare il tampone, considerando la somiglianza dei sintomi con quelli del COVID-19.
Il paziente si rifiuta di sottoporsi al test e viene informato dal personale sanitario che il suo comportamento mette a rischio la salute pubblica.
In risposta, il trentenne lancia un monitor contro l’infermiere, fortunatamente evitato dal professionista sanitario.

Intervento delle Guardie Giurate.

Le guardie giurate presenti nell’ospedale intervengono prontamente per evitare ulteriori aggressioni fisiche all’operatore sanitario. La situazione è stata gestita per prevenire danni maggiori.

Reazioni dell’Azienda Usl.

L’Azienda Usl esprime solidarietà all’infermiere coinvolto nell’aggressione. Il personale che ha assistito all’atto violento ha segnalato l’incidente attraverso i canali aziendali, innescando l’avvio di un percorso per fornire il necessario supporto psicologico a tutti gli operatori coinvolti.

Dati sulle Aggressioni agli Operatori Sanitari.

Secondo dati raccolti dal presidente dell’Ordine dei medici di Bologna, nel 2023 sono state registrate 78 aggressioni, principalmente di natura verbale, nei confronti di dottori e infermieri negli ospedali dell’Area Unica.

Interventi per Migliorare la Sicurezza.

Il consigliere comunale Fabio Brinati, responsabile regionale del Dipartimento Sanità per FdI, evidenzia che l’Ausl sta lavorando per implementare ulteriori azioni volte a difendere gli operatori sanitari, specialmente durante le ore notturne. Propone anche l’attivazione del posto di polizia di notte e nei giorni festivi, nonché l’esame di misure legislative che possano conferire agli operatori sanitari uno status di pubblico ufficiale per dissuadere atti violenti.

Conclusioni.

L’aggressione al Maggiore evidenzia la crescente preoccupazione per la sicurezza degli operatori sanitari. Misure urgenti e legislative potrebbero essere necessarie per garantire un ambiente di lavoro sicuro e prevenire episodi di violenza.

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