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Lesioni Cutanee | Ossigenoterapia iperbarica: quali risultati nel wound care?

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Ossigenoterapia iperbarica nelle Lesioni Cutanee Croniche. Come e perchè produce risultati?

Ossigenoterapia iperbarica: perchè funziona?

Il meccanismo documentato alla base delle ferite difficili è la correlazione tra la ipoperfusione tissutale ed infezione. Nelle ulcere è spesso misurata una tensione di ossigeno lesionale e perilesionale inferiore a 20 mmHg.

L’ambiente ipossico è un fattore biochimico ostativo nella remissione delle ulcere. Di fatto queste lesioni non guariscono per la ridotta proliferazione dei fibroblasti, ridotta produzione di collagene nonché dalla scarsa neoangiogenesi. Inoltre, l’ipossia ostacola così l’azione battericida intracellulale dei leucociti sugli aerobi, comunemente presenti nelle ferite, creando un substrato ideale per la proliferazione, colonizzazione sino all’infezione del letto della lesione cutanea, rendendo la stessa una “ferita” complicata.

La somministrazione di ossigeno iperbarico a determinate pressioni di esercizio, quindi l’integrazione dell’ ossigenoterapia iperbarica (OTI) può ripristinare un ambiente cellulare favorevole nel quale vengono potenziati i meccanismi farmacologici di guarigione delle ferite, ovvero quei processi cellulari e bioumorali difesa contro i patogeni responsabili dell’infezione.

Questi meccanismi si basano su evidenti dati fisiologici sostenuti sia da ricerche in vivo e su animali che da molte esperienze cliniche positive. L’uso dell’ossigeno iperbarico provoca un significativo aumento della ossigenazione tissutale attraverso creando le condizioni significative che proiettano verso il processo di riparazione delle ferite. La OTI stimola pertanto la remissione delle ulcere, agendo direttamente sulla proliferazione dei fibroblasti, con conseguente produzione di collagene e di glicosaminoglicani (GAG), sulla neoangiogenesi e, non da ultimo, sul potenziamento del killing batterico ossidativo dei neutrofili.

Si evince che l’ossigeno iperbarico agisca come farmaco inducente fenomeni di rivascolarizzazione indiretta, per angiogenesi e vasculogenesi, mediata in quest’ultimo caso dal rilascio di cellule staminali midollari a differenziazione endoteliale.
Inoltre, l’ossigeno iperbarico agisce di fatto come catalizzatore e modulatore della produzione di ossido nitrico (NO)attraverso il settaggio del quadro ipossico del tessuto sofferente, che usualmente impedisce la funzionalità dell’eNOS (ossidonitrico sintetasi endoteliale); la cui azione può esplicarsi solo a pressioni parziali di O2 > 30 mmHg.

In definitiva, l’OTI è un valido, sicuro e sostanziale aiuto alla terapia medica e chirurgica nel trattamento delle lcc. E’ una terapia non cruenta, riconosciuta dal SSN per la patologia ulcerosa e secondo le attuali normative è effettuata in totale sicurezza dei pazienti e degli operatori che operano in campo iperbarico. L’OTI può garantire il medico prescrittore e la Sua Equipe assistenziale nelle condizioni di poter agevolare il proprio lavoro in quanto accelera il processo stesso di remissione attraverso la stimolazione e produzione di quei fattori bioumorali, immunologici e cellulari che favoriscono la “restitutio ad integrum” dei tessuti sofferenti, molte volte anche evitando terapia chirurgiche molto cruenti e debilitanti per il paziente.

A cura di Luciano ALLEGRETTI, MD

Angiologo specializzato in Wound Care – Direttore Scientifico del Centro Iperbarico NIKE srl – Lecce


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