La lettera di una Infermiera divenuta Paziente ci fa riflettere. Verso quale professione vogliamo andare?
Buongiorno cari amici di AssoCareNews.it,
mi trovo dall’altra parte della barricata dopo 24 anni di lavoro. Sono stata ricoverata in ospedale 20 giorni ed oggi sono stata trasferita in una struttura dove farò riabilitazione.
A parte qualche eccezione, sono davvero mortificata nell’orgoglio professionale, ancora oggi vedo infermieri lavorare per compiti, senza metterci un minimo di professionalità.
Ad esempio, per poco non mi hanno infuso 2 Perfalgan in un’ora poiché non avevano letto la cartella anestesiologica. Inoltre mi sono sentita dire che non mi avrebbero dato il Depalgos (un antidolorifico) poiché “la pressione era troppo bassa, ovvero avevo 100/50”!
Costretta a letto per una frattura al bacino bilaterale ero costretta ad evacuare nel pannolone ed ogni volta che chiamavo, chiunque esso fosse, mi rispondeva “aspetta ci sono gli OSS che arriveranno a cambiarti.
E poi ho notato la franchezza e la disperazione degli studenti. Anche se prendono i parametri non sono deputati a
quello, non gli si può chiedere nulla, figuriamoci fare l’igiene.
Verso le 13.30 tutti a pranzo tutti insieme stile mensa per qualsiasi necessità lo studente arrivava a dire che “ahimè… sono da solo”.
Ma davvero esistono questi infermieri? Dopo 23 anni di terapia intensiva e sub-intensiva mi chiedo come sia possibile e se siamo veramente dei professionisti.
Lettera di una Infermiera
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