Medici, Infermieri e OSS: aumentano rischi psicologici e ricorso a percorsi di terapia. Prevale però la negazione del fenomeno, esponenzialmente accresciuto dalla pandemia.
Aumentano i rischi psicologici per i professionisti della sanità.
L’allarme è stato lanciato fin dai primi momenti della pandemia, ormai quasi due anni fa, e gli scenari temuti non si sono fatti attendere.
Psicologi e sindacati avvisano del sempre crescente numero di Medici, Infermieri e OSS che si rivolgono a loro per essere presi in carico sotto l’aspetto psicologico.
Ci sono colleghi che lavorano incessantemente da un anno e mezzo o anche più a contatto con persone malate da coronavirus.
Purtroppo però, come ammettono sindacati e medicine del lavoro, ancora vi è troppa riluttanza culturale a iniziare un percorso psicologico.
Solo in alcuni casi si riesce a trasformare il malessere in una piccola spinta utile a superare i preconcetti in merito.
Ed il poco turn over rispetto a questi settings assistenziali sta peggiorando la situazione, cronicizzando i danni da stress.
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