Quali sono i limiti dell’Infermiere nel sostituire un Medico in Ambulanza? Ne parla Gabriele Montana, segretario Nursind.
Può un Medico essere sostituito da un Infermiere in Ambulanza? A parlarne è Gabriele Montana, Infermiere e segretario territoriale Nursind Asti. Gabriele Montana ha 43 anni, fa l’Infermiere e lavora nell’Unità Operativa di Medicina Interna del Massaia di Asti. E’ sindacalista ed è segretario territoriale del Nursind – CGS.
Un infermiere può sostituire un medico in ambulanza?
La risposta è no, ma medici e infermieri hanno competenze diverse e non sono figure professionali in competizione. Le controversie su questo tema sono presenti in ogni parte d’Italia e sono per lo più sollevate da posizioni di categorie.
In caso di emergenza un infermiere è in grado di salvare vite umane anche senza un medico accanto?
Certo, ed è quello che accade tutti i giorni. Le ambulanze piemontesi, in particolar modo nel torinese dove c’è più casistica, viaggiano da tempo senza medico, ma nessuno pare essersene accorto. Non abbiamo notizia di contenziosi o reclami pervenuti dall’utenza negli ultimi anni: le contestazioni quando ci sono riguardano sempre i tempi di arrivo del mezzo, mai la composizione dell’equipaggio. Gli infermieri del sistema 118 sono dei professionisti che anche dopo la laurea conseguita hanno una formazione costante, frequentano tutta una serie di corsi specialistici e professionali che ne fanno degli operatori in grado di intervenire in una casistica sempre più ampia di situazioni di emergenza.
Quali sono questi corsi ad esempio?
Nella maggior parte dei casi seguono corsi di rianimazione cardiopolmonare avanzata, di rianimazione cardiovascolare, di Basic Life Support, per la rianimazione pediatrica, per il trattamento dei pazienti traumatizzati in fase preospedaliera di soccorso. Lezioni avanzate per imparare a trattare i traumatizzati gravi o per essere in grado di operare in aree contaminate. Spesso sono corsi che ci paghiamo di tasca propria anche se dovrebbe essere l’azienda sanitaria a farsene carico.
Un insieme di professionalità elevatissime. L’urgenza non si improvvisa.
Da dieci anni la Regione ha personale dedicato esclusivamente al servizio di emergenza territoriale ed elisoccorso; questa condizione eleva di per sé le competenze: un professionista che opera nello stesso settore tutti i giorni garantisce maggior qualità e sicurezza delle cure, almeno queste sono le indicazioni dell’Agenas, l’agenzia regionale per i servizi sanitari. Le competenze vere e proprie sono elencate in una delibera regionale e declinate con una certa precisione: tecniche rianimatorie avanzate per soggetti adulti e pediatrici, emergenze cardiologiche, neurologiche, comportamentali, ostetriche, ginecologiche e molto altro.
I pazienti possono stare tranquilli?
Direi proprio di sì. Per il Ministero della Salute e le norme vigenti, l’ambulanza di soccorso avanzato deve avere un infermiere a bordo, qualcuna anche il medico. Le criticità sono altre.
Quali sono?
La medicina delle cure primarie, il sovraffollamento degli ospedali, il boarding, si tratta di emergenze nelle emergenze e funzioni che dovrebbero essere assolte da Azienda Zero.
Sta sollevando una critica diretta al nuovo modello gestionale della Regione?
Questo assetto, così com’è stato adottato, sta incrementando la lista dei problemi in ambito sanitario. Gli infermieri, nel settore dell’emergenza territoriali, possono tamponare le carenze di medici ma non possono diventare la soluzione di comodo a squilibri strutturali.
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