Rinnovo del CCNL nel comparto sanità: una sfida ancora aperta. E per gli Infermieri ancora proposte impari ed infami.
Con l’apertura della stagione per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) nel comparto sanità, emergono preoccupazioni e sfide che il settore deve affrontare. I contratti precedenti, ossia quelli del 2016/2018 e del 2019-2021, non hanno prodotto gli effetti sperati per valorizzare i professionisti sanitari.
La situazione attuale.
Uno degli obiettivi principali dei contratti precedenti era sviluppare una carriera chiara e riconoscibile all’interno delle professioni sanitarie. Tuttavia, questa aspirazione è rimasta in gran parte insoddisfatta. L’atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale 2022-2024 sottolinea un crescente logoramento del personale e un elevato tasso di abbandono lavorativo.
Statistiche allarmanti.
Secondo la Federazione Nazionale Ordini degli Infermieri, ogni anno entrano nel sistema 11.000 nuovi professionisti, mentre ne escono 14.000 per pensionamento. Questo saldo negativo sta mettendo a dura prova la tenuta del sistema sanitario pubblico e privato.
Problemi e sfide.
1. Iscrizioni ai corsi di laurea.
L’attrattività dei corsi di laurea, in particolare quello in infermieristica, sta diminuendo. Il numero di professionisti che lasciano il lavoro ogni anno è superiore a quello che entra nel sistema attraverso le università. Ritardare il pensionamento dei lavoratori interessati non risolve il problema, anzi, l’invecchiamento della forza lavoro incide negativamente sulla loro salute e sulle limitazioni all’impiego.
2. Disomogeneità nell’implementazione.
A livello locale, l’implementazione degli incarichi è stata disomogenea e spesso incompleta. In molti casi, il sistema ha generato precarietà piuttosto che sviluppare le carriere, con titolari di incarico che hanno perso il diritto ai compensi per lavoro straordinario.
3. Approccio contrattuale.
Nonostante le promesse di interventi mirati, il metodo per affrontare il tema contrattuale sembra essere rimasto invariato. L’obiettivo dichiarato di fidelizzare e trattenere i dipendenti appare poco convincente e mostra una continuità con gli approcci precedenti non apprezzata dai professionisti interessati.
La soluzione proposta.
a. Valorizzazione degli incarichi.
Una delle proposte avanzate è il miglioramento delle retribuzioni e la realizzazione di un sistema di incarichi che avvicini le retribuzioni a quelle europee. Questo richiede nuove risorse e una revisione dell’organizzazione del lavoro.
b. Modifiche all’inquadramento giuridico.
L’attuale inquadramento giuridico dei professionisti sanitari non è più adeguato e deve essere rivisto per riflettere il progresso accademico, culturale e formativo delle professioni sanitarie.
Conclusione.
La politica nazionale deve attribuire maggiore valore a questo problema, che coinvolge non solo le professioni sanitarie ma l’intero sistema sanitario. Senza un nuovo inquadramento giuridico-contrattuale, il logoramento e il senso di frustrazione professionale continueranno ad aumentare, con conseguenze già visibili sul sistema sanitario.
In sintesi, la revisione del CCNL nel comparto sanità rappresenta una sfida cruciale che richiede un approccio innovativo e mirato per valorizzare e sostenere i professionisti sanitari, garantendo al contempo la qualità e l’efficienza del sistema sanitario nazionale.
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