Quella tuta bianca è il tuo papà. Lettera di un’infermiere che racconta al figlio di due anni la prima linea di questa pandemia.
Quella tuta bianca è il tuo papà.
Inizia così la lettera di Gennaro, infermiere di Torino, che ci ha chiesto di pubblicare la dedica al figlio di due anni.
“Caro Enzino,
è strano scriverti mentre sei vicino a me a giocare. Ma quel che voglio raccontarti, al momento, non ha molto senso per te e affido questo racconto alla tua adolescenza.
Tuo papà, lo sai, è un’infermiere.
Da un anno e mezzo sono quello in tuta bianca. Non so se mi dona, ma siamo in migliaia a mettercela tutti i giorni.
Da un anno e mezzo c’è un brutto virus che colpisce le persone, le rende quasi niente e qualche volta le uccide.
Non ti negherò che avevo molta paura le prime settimane di lavoro. Siamo stati tra i primi a fronteggiarlo a livello mondiale, tanto che gli altri Stati ci mandavano gli aiuti.
Era bello sentirsi uniti, anche se dalla disperazione. Per circa quattro mesi sei stato con la mamma dalla nonna. Era necessario per tutelarvi tutti, sopratutto te che non avevi neanche sei mesi di vita.
Sono passati i mesi e sono arrivate terapie migliori e sopratutto i vaccini. Spero che di questo Covid se ne parli molto poco, quando leggerai questa lettera.
Anzi che non se ne parli, ma che sia solo un eco.
Come per me è stata la spagnola.
Ti guardo giocare e penso che il mondo deve resistere e deve lottare. Hai diritto ad una vita libera da mascherine, da coprifuoco e da restrizioni. Non so quando torneremo a vivere spensierati ma sappi che ogni volta che entro in quella tuta, ancora oggi, penso che curare le persone oggi sia il miglior modo di regalarti un futuro migliore.
Ti voglio bene.
Il tuo papà”.
[…] Quella tuta bianca è il tuo papà. Lettere di un’Infermiere al figlio di due anni. proviene da AssoCareNews.it – Quotidiano Sanitario […]