In Veneto indagati 2 Medici e 2 Infermieri per lesioni colpose ad una Paziente in sala operatoria. Scagionata collega grazie all’APSILEF, associazione infermieristica e delle professioni sanitarie legali e forensi.
L’associazione APSILEF, ovvero l’Associazione Professioni Sanitarie Italiane Legali e Forensi diretta da Mara Pavan, con il supporto dell’AADI, ovvero l’Associazione Avvocatura degli Infermieri, ha contribuito qualche mese fa alla risoluzione di un brutto processo penale ai danni di una Infermiera di Sala Operatoria. La stessa era accusata di lesioni colpose assieme a due Medici (un chirurgo e uno specializzando) e ad un Infermiere Strumentista.
Il processo ha avuto inizio qualche tempo fa in Veneto, mentre i fatti si sono svolti nel Padovano e precisamente presso l’Ospedale di Camposampiero (ULSS n. 6 Euganea). A denunciarli una donna di 40 anni residente nell’alta Padovana.
A quanto si è capito dal rendiconto dell’APSILEF, la Paziente avrebbe subito un danno ad un polso (operato in sala). L’accusa del PM era di lesioni colpose. Nonostante il clamore sollevato sui mass-media locali della vicenda se n’è discusso poco sulle testate nazionali e di categoria.
Della questione si sono occupati nello specifico la stessa Pavan e Carlo Pisaniello dell’AADI, indicati dagli accusati quale periti di parte per una corretta disamina dei fatti discussi.
L’azione, le indagini e la disquisizione di Pavan e Pisaniello si sono rivelate opportune e cruciali. I due hanno fornito fondamentali notizie e nozioni che hanno permetto al Giudice di chiarire perfettamente quanto accaduto e scagionare i due Infermieri da ogni accusa.
Evidenziate da APSILEF e AADI alcune problematiche chiave:
- la natura dell’ustione, che parrebbe essere stata cagionata da una cosiddetta “torretta di trazione” non prontamente raffreddata successivamente alla fase di sterilizzazione;
- la sterilizzazione effettuata troppo prossimale all’intervento è stata il risultato di una modifica alla lista operatoria, avvenuta successivamente; questo ha dato vita ad un processo di raffreddamento insufficiente delle strumentazioni chirurgiche necessarie per una operazione che spesso è di routine;
- gli sforzi compiuti dai due Infermieri per prevenire possibili lesioni all’Assistita.
L’Infermiera di Sala ha rivelato al Giudice che lo strumento era ancora caldo e che era appena giunto dalla sterilizzatrice. Dal canto suo l’Infermiere Strumentista ha eseguito correttamente la procedura prevista per quell’intervento, preoccupandosi di avvolgere l’arto della donna con Cotone sterile di Germania, favorendo quindi l’isolamento dello stesso dall’apparecchiatura del Chirurgo. Inoltre, lo stesso Infermiere ha seguito le indicazioni del Chirurgo ed ha immerso la torretta di trazione in acqua sterile ghiacciata (per circa 20 minuti), al fine di accelerare il suo raffreddamento.
L’Infermiera di Sala, sorretta dalla perizia di Pavan, è stata al momento scagionata, mentre è ancora in corso il processo contro l’Infermiere Strumentista, che potrebbe essere rivalutato a breve (si è in attesa della pubblicazione della Sentenza).
Sorgono molti dubbi riguardo all’accusa, che ha evidenziato diverse negligenze da parte dell’azienda ospedaliera condannata al risarcimento e della donna di 40 anni che ha presentato denuncia. Mancano infatti segnalazioni di incident reporting, audit e procedimenti disciplinari successivi all’accaduto, che avrebbero potuto proteggere i colleghi indagati. Sorgono anche dubbi sull’evoluzione dell’ustione, poiché sembra che la lesione della paziente si sia aggravata da una ustione di primo grado a una di terzo grado dopo numerosi consulti specialistici privati successivi al suo ricovero.
L’intervento di Infermieri Forensi preparati come Mara Pavan e Carlo Pisaniello è stato fondamentale per fornire al giudice una perizia tecnico-professionale dettagliata con prove e dati importanti relativi all’attività professionale propria del personale infermieristico di sala operatoria.
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