Anna Laura, Infermiera: “sono innamorata del mio lavoro, ma perché ci devono essere stipendi di serie A e stipendi di serie B?”.
Egregio direttore,
sono una infermiera innamorata del proprio lavoro e 1000 e 1000 volte rifarei la stessa scelta lavorativa, purtroppo non adeguatamente rapportata economicamente alla formazione, alle competenze, ai grandi sacrifici richiesti. Lavoro in dialisi.
Sono madre single di un bel ragazzo di 22 anni. Ho fatto grandi sacrifici per crescerlo, valorizzare i suoi talenti, tenerlo lontano dalla strada, e farlo diventare un bravo ragazzo, un bravo cittadino. Si è laureato. È prossimo laureando nella magistrale.
Ed intanto lavora. Una gioia.
Io lavoro nella sanità privata. E qui viene il punto.
Noi siamo figli di un Dio minore? Non abbiamo la stessa formazione dei nostri colleghi “pubblici”? Anzi! Stessa formazione, zero diritti!
Non esistono straordinari riconosciuti e pagati, non esistono ore formative, non esistono aree mensa o buoni pasto. Nulla di tutto ciò.
Anzi. Contratti al limite del lecito.
E dove sono i sindacati? Dove guardano? In una sola direzione? E noi?
Eppure la sanità privata fattura. Molto.
Come mai il suo personale sanitario resta sempre servo della gleba?
Mi auguro che nelle battaglie che si stanno facendo, venga inclusa anche la sanità privata.
Gli INFERMIERI e TUTTO IL PERSONALE SANITARIO ha una medesima formazione.
Le distinzioni sono discriminanti ed umilianti.
In attesa del “vento di battaglia” che scateni un vero cambiamento, i miei più cordiali saluti.
Anna Laura Guerrera, Infermiera
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