Comunicato di Medicina Democratica. Referendum sanità lombarda: ma in Regione la maggioranza fa come Ponzio Pilato.
Il 25 agosto 2023, l’Ufficio di Presidenza della Regione Lombardia ha deciso di non decidere sull’ammissibilità del referendum popolare abrogativo sulla sanità lombarda. Questa decisione è stata criticata dal Comitato Promotore del referendum, che ha accusato la maggioranza di Regione Lombardia di essere “interessato” e di aver “prevalso sul diritto alla iniziativa degli elettori/elettrici”.
I tre quesiti referendari riguardano la equivalenza pubblico-privato e l’estensione delle funzioni e dei servizi che il pubblico può delegare al privato, rispettivamente da parte delle ATS e delle ASST. L’abrogazione di questi passaggi avrebbe l’obiettivo di riportare al pubblico la funzione di programmazione, di controllo pieno della erogazione dei servizi a partire da quelli di prevenzione, garantendo universalità di accesso, gratuità e partecipazione.
Il prossimo appuntamento per il Comitato Promotore è il 4 settembre 2023, quando si riunirà a Palazzo Pirelli per definire i passi successivi per rendere ammissibile la proposta di referendum.
La decisione dell’Ufficio di Presidenza della Regione Lombardia è un passo indietro per la democrazia e un ostacolo al diritto alla salute di tutti. La Regione Lombardia ha il dovere di garantire un servizio sanitario pubblico forte e universalistico, e il referendum popolare è un’opportunità per farlo.
Ecco alcune considerazioni aggiuntive sul testo:
- Il Comitato Promotore del referendum ha ragione nel criticare la decisione dell’Ufficio di Presidenza della Regione Lombardia. La decisione di non decidere è un modo per evitare di prendere una posizione su una questione controversa.
- L’abrogazione dei tre quesiti referendari avrebbe un impatto significativo sul sistema sanitario lombardo. Riporterebbe al pubblico la funzione di programmazione e di controllo dei servizi sanitari, garantendo una maggiore universalità, gratuità e partecipazione.
- La Regione Lombardia dovrebbe riconsiderare la sua decisione e consentire al referendum di andare avanti.
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