Ci scrive fortemente amareggiata la collega OSS Elisabetta: “noi Operatori Socio Sanitari precari sfruttati sia nel pubblico, sia nel privato”.

Buongiorno a tutti,

mi chiamo Elisabetta e sono un OSS da 15 anni. Mi sono formata in varie strutture tipo RSA per tanti anni, sfruttata sempre con contratti di sostituzioni per malattia, ferie mai contratte e mai stipulato contratto a tempo indeterminato. Poi arriva il Covid e mi sono sentita inizialmente fortunata per la chiamata in ospedale. Ero Felice, finalmente lavoravo in una struttura ospedaliera. Ho rischiato tra i Pazienti ammalati di Covid-19, ma non mi è mai interessato.

Speravo in un contratto a tempo indeterminato nel pubblico, altro che contratti di 6 mesi, ma poi nulla. La Cooperativa per cui lavoravo e mediante la quale ero stata assunta al Niguarda di Milano ha perso poi l’appalto e ha dovuto mandarci tutti a casa, senza darci la possibilità di lavorare altrove.

Subito dopo 2 settimane sono stata assunta presso altro ospedale, al San Raffaele reparto, ma per poco tempo. Una nuova Cooperativa ci offre contratto di 36 ore settimanali, ma poi ci costringe a farne 170-180 ore al mese non pagate.

E’ uno schifo ovunque, sia nel pubblico, sia nel privato. Ora spero solo di trovare un lavoro dignitoso e di avere la possibilità di esprimere al meglio la mia professionalità, senza però l’incubo dello sfruttamento.

Buon lavoro.

Elisabetta, OSS

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