Netto NO alla Privatizzazione del Sant’Orsola di Bologna da parte della FIALS. Il servizio pubblico non può essere smantellato a favore dei privati.
Taglio netto di 370 posti letto del Sant’Orsola sub appaltati alla sanità privata per 5 anni, lavoratori a rischio mobilità e mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato e dei contratti in somministrazione. Lo riferisce la FIALS di Bologna e Imola, che scende in campo con una missiva del segretario provinciale Alfredo Sepe.
Questa è la sconcertante situazione che sarebbe stata realizzata in parte dal Direttore Generale Chiara Gibertoni, già commissario della USL di Bologna.
“La stessa auspica che si trovi presto un accordo con l’Associazione Italiana Ospedali Privati, che aveva già firmato un protocollo con Bonaccini in piena campagna elettorale. In un’intervista senza coinvolgere nessun lavoratore e nemmeno le organizzazioni sindacali, che in questi mesi hanno sostenuto tutto il peso dell’emergenza” – spiega Sepe.
“Non ci sono garanzie per i dipendenti e soprattutto per le prestazioni clinico sanitarie a favore dei cittadini , che dovranno rivolgersi al privato , come già avvenuto in passato , non sarebbe la prima volta che uno spostamento fittiziamente “temporaneo” di posti letto al privato, si trasformi in una chiusura definitiva del pubblico” – aggiunge il sindacalista.
“La FIALS è pronta a trascinare il Sant’Orsola in Tribunale per condotta antisindacale per mancato coinvolgimento del sindacato nei processi di riorganizzazione, al netto dello Stato di Agitazione in Prefettura di tutti gli operatori del Policlinico S.Orsola daremo battaglia, siamo pronti a scendere in Piazza” – conclude Sepe.