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Lucia, ex-Studentessa Infermiera: “non mi sono mai laureata perché traumatizzata da Medici che mi volevano e Infermiere complici”.

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Oggi raccontiamo la storia di Lucia, ex-Studentessa in Infermieristica che ha deciso di lasciare gli studi per le avance di alcuni Medici e la complicità di Infermiere vecchio stampo”.

Buona sera Direttore,

ho letto online su AssoCareNews l’articolo in cui spiegavate di aver ricevuto decine di segnalazioni di vero e proprio mobbing nei confronti di una studentessa universitaria iscritta al Diploma Universitario per Infermiere, così ho deciso di raccontarvi anche la mia, avvenuta però alla fine degli anni ’90 (ora ho 45 anni), sempre in una Università del Nord, a Reggio Emilia.

Dopo la Maturità Scientifica nel 1996 mi sono iscritta al Diploma Universitario (che era partito proprio quell’anno e si chiamava “Scienze Infermieristiche”) e ho fatto moltissimi sacrifici, poiché le lezioni si tenevano al pomeriggio a Modena ed io, che abito sul confine tra Reggio e Parma e non volevo pesare economicamente sui miei, ero costretta a lunghi viaggi in autobus e in treno, tornando a casa molto tardi la sera; ma il mio sogno era quello di diventare infermiera e magari specializzarmi in pediatria, per curare i bambini malati.

Sogno che si è infranto contro gli scogli del tirocinio, noi del Diploma Universitario eravamo viste come fumo negli occhi dalle infermiere della vecchia guardia, specie quelle cosiddette “psichiatriche” che neppure erano infermiere professionali, ma avevano fatto solo un breve corso di un anno all’interno dell’ospedale; senza capire (o voler capire) che una formazione universitaria avrebbe comunque aumentato anche il prestigio della loro professionalità, tagliavano le gambe da tutte le parti specie a me, che avevo dei voti altissimi nelle materie teoriche.

In particolare perché non ne volevo sapere di avere rapporti sessuali con i medici (avevo appena compiuto 20 anni e ci tenevo ad essere fedele al mio innamorato di allora) sono stata accusata dalla mia tutor universitaria di avere “problemi nella sfera della sessualità” (e fortuna che la parola tutor deriva dal latino “tueri”, che significa proteggere!). Senza contare le tante volte che sono stata ripresa perché svegliavo un paziente prima di fargli una puntura o di provargli la pressione, addirittura mi hanno accusata per iscritto di non portare correttamente la divisa poiché un giorno indossavo delle calze velate blu (eleganti), mentre loro le volevano bianche (scusate ma allora oltre alla divisa dateci anche le calze, no?).

Per non parlare di tutte le volte che mi hanno chiesto “Ma sei proprio sicura di voler diventare infermiera?” o detto “Non ce la farai mai”.

Mi mandavano da sola a spostare pazienti tetraplegici di oltre 100 kg e quando chiedevo aiuto, mi rinfacciavano di non saper fare niente e che le loro angherie fossero legittime. Durante i turni di notte la mia infermiera guida (che diceva di non fidarsi di me) mi lasciava sola per imboscarsi coi medici, dimostrando le sue bugie: a parte i tradimenti nei confronti del marito e a parte il “fare altro” in orario di lavoro su cui non mi esprimo, è ovvio che se davvero non si fosse fidata di me, non mi avrebbe mai lasciata da sola coi pazienti. Per loro eravamo solo delle sguattere su cui riversare tutte le loro frustrazioni. Ho fatto presente questo ma non sono stata creduta e mi hanno anche detto di non credere alle vocazioni, che io sentivo di avere. Hanno scoperto le carte solo quando frequentavo il secondo anno, mi hanno detto che mi avrebbero fatto ripetere all’infinito il secondo anno perché non mi avrebbero MAI promossa al tirocinio, e che mi avrebbero anche sabotato gli esami, cosa che hanno in effetti fatto dicendo che avevo dato risposte sbagliate agli orali quando invece io avevo risposto correttamente.

Era il 5 gennaio e il 31 dicembre scadevano i termini per chiedere il passaggio ad altra facoltà, ma dopo un bruttissimo periodo in cui sognavo tutte le notti le angherie che mi facevano in ospedale, ho cercato di superare il trauma, mi sono iscritta dapprima ad un corso post diploma e poi, a settembre, ad un altro corso di laurea, che ho superato in tre anni e mezzo a pieni voti; ma il dolore per la carriera infermieristica interrotta non è mai passato, tanto che il giorno dopo quello in cui ho firmato il passaggio ad altra facoltà mi è uscita la psoriasi, per il forte trauma che mi aveva causato la delusione.

Senza contare i due anni preziosi che ho perso, solo per i capricci dei medici che volevano il mio corpo, per gli infermieri invidiosi della mia preparazione medica e per le tutor che non si capisce come fossero arrivate in quella posizione……….

Grazie,

Lucia, ex-studentessa Infermiera

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