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Ridurre tempi d’attesa in Radiologia incrementando le responsabilità dei TSRM.

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Si può ridurre i tempi d’attesa in Radiologia incrementando le responsabilità dei TSRM.

Gentile Direttore,

è uno strano piacere leggere la lettera di un giovane collega circa l’ipotesi di ridurre i tempi di attesa in Radiologia ampliando le responsabilità relative dei TSRM (LINK), perché questi propone ciò che io, molti anni fa (quando erano giovane come lui), proposi ai componenti di un gruppo di lavoro istituzionale di cui facevo parte. Proposta che “sfuggì al controllo del gruppo” per giungere alle orecchie dei vertici di una società scientifica che “dettava e detta le norme” per regolamentare l’esercizio delle professioni sanitarie – principali e ausiliarie, volendo usare una definizione ante 1999 – in seno all’area cosiddetta radiologica. Per quella condivisione di idee Urbi et Orbi (mio malgrado), venni etichettato da alcuni potentati, “la mela marcia” dei TSRM italiani. Spero non accada anche a lui.
Ebbi comunque modo di dimostrare che da tecnico di radiologia, è possibile ampliare le competenze: conseguii infatti, primo in Italia, un dottorato di ricerca – era il 2014 – in ricerca clinica e traslazionale in neuroscienze e oncologia. Il terzo ciclo di studi, secondo il processo di Bologna, il massimo grado di istruzione universitaria.
Nonostante il “prestigioso” traguardo, la mia posizione in azienda è rimasta uguale; non solo continuo ad esercitare la professione da collaboratore, come se non avessi completato i tre cicli della formazione universitaria e non avessi ampliato le competenze così come previsto dalla Legge 42 del 99, ma la mia autonomia professionale se volessi esercitare “in proprio”, da libero professionista, sarebbe giuridicamente meno importante rispetto a quella di una estetista piuttosto che di un operatore olistico/massaggiatore, che può, in forza della legge n. 4 del 2013 e con una formazione di sole tre giornate d’aula, esercitare la professione senza necessità di alcuna abilitazione. Scarsa autonomia professionale, quella dei TSRM italiani, unici in Europa, ad esercitare su delega di un altro professionista (Legge 187/2000).
Mi chiedo allora, a quali corsi abilitanti e istituti contrattuali pensa il collega per ampliare le responsabilità del TSRM e quindi, contribuire all’abbattimento delle liste d’attesa?
Francesco Sciacca, PhD in ricerca clinica e traslazionale in neuroscienze e oncologia
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