Riceviamo e pubblichiamo lettera del collega Infermiere Daniele Gori in risposta alle lamentele di una collega straniera in Italia. Ecco cosa ci scrive.
Gentile collega,
nella mia piccola esperienza da infermiere posso solo dirti che talvolta i pregiudizi che noi percepiamo nei confronti degli assistiti (perché volente o nolente può accadere di avere un pregiudizio) sono spesso infondati e basati su esperienze precedenti che nulla hanno a che vedere con l’esperienza attuale.
Talvolta gli assistiti fanno domande per entrare in maggior contatto nei nostri confronti o per ricevere maggiori attenzioni (se così si può dire).
Io non mi fossilizzerei troppo sulla questione, ti chiedo di rivedere un attimo la situazione e chiederti se la persona ti fa queste domande non per discriminarti ma proprio per avere un dialogo con te!
Io visto che da quello che ho letto mi sembra che tu abbia un atteggiamento molto professionale e umano e non credo che un nome straniero possa essere motivo di discriminazione (almeno per la maggior parte degli assistiti).
Da giovane infermiere mi è capitato di sentirmi discriminato per la mia età, ma tutto si arrestava quando mettevo in primo piano la mia professionalità a disposizione dell’assistito e in secondo piano il fattore discriminante
Quindi grazie per il tuo sfogo e spero di avere buone notizie da parte tua.
Ciao.
Daniele Gori, Infermiere Opi Firenze-Pistoia
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