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Pappataci: attenzione possono provocare febbre da flebotomi, leishmaniosi o dengue mediterranea.

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Il Pappatacio (ovvero il Phlebotomus papatasi o Flebotomo) è un insetto piccolissimo, ma fastidioso. La sua puntura può provocare febbre da flebotomi, leishmaniosi e addirittura dengue.

Il Pappataci, noto scientificamente come Phlebotomus papatasi e più comunemente anche come Flebotomo, è un insetto piuttosto diffuso nell’area mediterranea. Appartiene alla specie dei “Ditteri nematoceri” della famiglia degli Psicodidi, simile a una zanzara, ma di minuscole dimensioni. Possono creare problemi di salute all’uomo.

La sua puntura può veicolare un virus, appartenente alla famiglia Bunyaviridae, che causa nell’uomo una malattia chiamata “febbre da flebotomi”, “febbre da pappataci”, “dengue mediterranea” o “dengue adriatica”, malattia non grave i cui sintomi sono:

  • cefalea;
  • brividi;
  • dolore retrorbitale;
  • mialgie;
  • astenia;
  • dolori addominali.

Pappataci: cosa sono.

I pappataci sono insetti molto piccoli, che raggiungono una lunghezza massima di 3-4 millimetri. Ce lo spiega bene nel suo servizio la collega Angela Petrella di GreeMe.

Visti al microscopio, assomigliano a piccole zanzare, di colore giallo paglierino, giallo ruggine o tendente al grigio. Hanno il corpo completamente rivestito di peli e il torace incastonato nell’addome a formare un angolo di quasi 90 gradi.

Gli occhi sono grandi, voluminosi e di colore scuro, posti ai lati della testa, che ha forma allungata. Il loro apparato boccale svolge funzioni pungenti e succhianti, e si compone di una proboscide corta e rivolta verso il basso.

Hanno antenne lunghe e ali ovali, molto più grandi rispetto al corpo.

Differenza tra Pappatacio e Zanzara.

Come detto, nell’aspetto i pappataci sono molto simili alle zanzare, con cui condividono anche altre caratteristiche. Innanzitutto, entrambe le specie sono insetti ditteri, cioè dotati soltanto di un solo paio di ali, poiché quelle posteriori nel tempo si sono trasformate in bilancieri, organi atti a mantenere l’equilibrio in volo.

Inoltre, esattamente come le zanzare, solo le femmine sono ematofaghe, ovvero si nutrono di sangue, sia esso umano o animale, per sopravvivere. I maschi invece si nutrono di sostanze zuccherine e vengono perciò chiamati glicifagi.

Mediamente, comunque, i pappataci sono molto più piccoli, in quanto la loro lunghezza raggiunge dimensioni pari a circa 1/3 delle zanzare.

Pappatacio: quali sono le sue abitudini.

Come detto, i pappataci sono insetti che prediligono il crepuscolo o le ore notturne. Odiano la luce e sono estremamente fotosensibili, al punto che alcuni insetti muoiono se sottoposti per alcuni secondi ai raggi del sole.

Durante il giorno si nascondono nelle fessure, nei condotti fognari, nelle tane e nelle cucce degli animali, o comunque in tutti gli spazi ombreggiati e areati. Proliferano in tutti gli ambienti umidi ricchi di detriti organici, di cui si nutrono le larve.

Proprio perché agiscono al buio, sono molto difficili da individuare.

Inoltre, riconoscerli risulta quasi impossibile a causa delle dimensioni contenute e soprattutto per la silenziosità che li contraddistingue. Questo insetto infatti punge in silenzio, senza emettere il tipico sibilo che preannuncia ad esempio l’arrivo delle zanzare.

Il nome pappataci deriva proprio da questa caratteristica: questo insetto “pappa e tace”, cioè si nutre in maniera silenziosa.

Viene chiamato anche insetto di velluto, sia perché risulta quasi impossibile da individuare sia perché a volte il suo morso non produce alcun fastidio.

Infine, i pappataci non hanno una spiccata propensione al volo. Più che planare sulla preda, avanzano a grandi balzi. Generalmente, gli esemplari maschi non si spostano dal luogo in cui sfarfallano, mentre le femmine a digiuno di sangue raggiungono una distanza massima di 2 km.

La puntura dei pappataci, conseguenze

I Pappataci pungono per necessità, perché hanno bisogno di alcune proteine contenute nel sangue per completare il loro ciclo vitale e deporre uova fertili.

La loro saliva, iniettata attraverso il morso della proboscide, rilascia una sostanza anticoagulante, che induce il nostro organismo ad attivare il sistema immunitario, rilasciando istamina.

È proprio l’istamina prodotta per difendersi da un agente esterno a determinare le caratteristiche reazioni di:

  • rossore;
  • rigonfiamento;
  • prurito.

Febbre da Pappataci.

Altre volte la puntura di quest’insetto può provocare la cosiddetta “febbre da pappataci”, che generalmente scompare nel giro di 3-4 giorni. Simile alla sindrome influenzale, produce un aumento della temperatura corporea e altri caratteristici sintomi quali :

Pappataci e leishmaniosi umana.

In altri casi, la puntura di questi insetti può avere conseguenze più gravi. In primo luogo, il morso dei pappataci può innescare delle vere e proprie reazioni allergiche. In una simile eventualità, è opportuno consultare immediatamente un medico.

Da ultimo, se la loro saliva è contaminata, i pappataci diventano vettori della leishmaniosi, una malattia infettiva molto grave e raramente letale per l’uomo, che può assumere due forme:

  • leishmaniosi cutanea, che provoca lesioni e ulcere della pelle
  • leishmaniosi viscerale, a carico di fegato, milza, midollo osseo e altri organi interni

Al momento non esiste ancora un vaccino per l’uomo.

Nel caso della forma cutanea, il decorso della malattia porta alla formazione di vere e proprie ulcere e al rigonfiamento di alcuni linfonodi. Generalmente queste ulcere spariscono spontaneamente, senza che occorra ricorrere ad alcuna terapia. Ma possono essere necessari mesi o addirittura anni, e in ogni caso le lesioni cutanee lasciano quasi sempre delle cicatrici sulla pelle.

La leishmaniosi viscerale rappresenta l’eventualità più preoccupante. Di solito le persone affette da questa malattia presentano fegato e milza ingrossati, valori del sangue alterati con significativa diminuzione di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.

È una malattia subdola e difficile da diagnosticare, con un’incubazione piuttosto lunga, i cui sintomi possono manifestarsi nell’arco di alcuni mesi o a volte addirittura entro qualche anno. Nei casi più gravi, la leishmaniosi non curata può condurre alla morte.

Come prevenire le punture dei pappataci.

Per prevenire i danni prodotti dai pappataci, possiamo mettere in atto strategie idonee a contrastarne l’azione.

Innanzitutto, come detto, questi insetti odiano la luce. Pertanto, sarà opportuno areare i locali ed esporli quanto più possibile ai raggi del sole. In questo modo, oltre a favorire il ricambio d’aria, scoraggeremo la presenza di questi insetti.

Le zanzariere tradizionali non sono sufficienti a tenere lontani i pappataci, che riescono a infilarsi all’interno della loro rete. Occorre utilizzare delle zanzariere apposite, a maglie più ristrette, o cospargerle di insetticidi e repellenti naturali.

Inoltre, è necessario evitare i ristagni idrici sia in giardino che nei sottovasi e tenere sempre puliti sia gli interni che gli esterni. I pappataci prediligono i detriti organici per proliferare. Per cui, eliminare qualsiasi tipo di residuo costituisce un buon metodo preventivo.

Infine, ovviamente, particolare attenzione va prestata alla cura e alla pulizia della cuccia del cane o alla lettiera del gatto.

Esistono poi delle piante che fungono da repellenti naturali per i pappataci, in quanto il loro profumo è particolarmente sgradito a questi insetti. Le principali sono il timo, il geranio e il rosmarino.

Rimedi naturali contro le punture da Pappataci.

Se, nonostante queste precauzioni, veniamo comunque punti da questi insetti, esistono diversi rimedi naturali in grado di alleviarne le conseguenze:

  • Allume di potassio: ha proprietà calmanti, lenitive ed emollienti. Contrasta le irritazioni e i bruciori della pelle, favorendo inoltre il processo di cicatrizzazione. È sufficiente inumidire leggermente il minerale e strofinarlo delicatamente sulla parte interessata per avvertire un immediato sollievo.
  • Tea tree oil : è un antibiotico naturale, in grado di svolgere sia un’azione lenitiva del bruciore che disinfettante della ferita. Basta applicarne pochissime gocce sull’area colpita e i benefici saranno assicurati. Inoltre, l’odore del tea tree oil risulta particolarmente sgradito ai pappataci, per cui questo inguento fungerà anche da ottimo repellente.
  • Olio di neem: dotato di proprietà antibatteriche, antimicotiche e insettifughe, quest’olio costituisce un ottimo rimedio naturale contro le punture di pappataci. Può essere anche miscelato all’olio di tea tree e diluito in acqua per essere costantemente vaporizzato sulla pelle al fine di tenere lontani gli insetti molesti.
  • Olio di geranio: oltre alla pianta, anche l’olio di geranio ha proprietà insettifughe,in quanto il suo profumo risulta sgradito agli insetti e riesce a tenerli lontani. Può essere applicato in piccole quantità direttamente sulle parti esposte in funzione preventiva, oppure miscelato ad altri oli essenziali per contrastare gli effetti nocivi delle punture.
  • Aloe Vera: l’aloe vera è un fantastico antisettico, antibatterico e antinfiammatorio. Se si ha la pianta in casa, basta tagliare un pezzetto di polpa, spremendone il succo direttamente sulla puntura. In alternativa, si può utilizzare il gel di aloe, acquistabile in erboristeria o nei negozi biologici. Ugualmente efficace, a condizione di essere composto da un’altissima percentuale di aloe, nell’ordine del 90% almeno. Applicandolo sulla zona interessata, donerà immediato giovamento, favorendo altresì la rigenerazione cellulare.
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