Condannata a quasi 4 anni e mezzo di reclusione per furti in corsia l’ormai ex-Infermiera Daniela Poggiali rischia l’ergastolo per il presunto omicidio di Rosa Calderoni, paziente della Medicina dell’Ospedale Civile di Lugo (RA), dove l’imputata lavorava. Poco fa la sentenza: i giudici della Cassazione hanno deciso di annullare l’assoluzione.
C’erq grande trepidazione nell’Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna, che ancora una volta è finita sotto i riflettori dell’Italia e del mondo intero. Anche per la Professione Infermieristica potrebbe essere un brutto colpo, in quanto una eventuale condanna lederebbe di fatto l’immagine della categoria. Tempo fa l’ex-IPASVi e attuale Ordine degli Infermieri di Ravenna aveva già provveduta a cancellarla dall’Albo degli iscritti. Per questo motivo la presunta Infermiera Killer di Lugo non potrà mai più svolgere la professione.
Poco fa la decisione dei giudici della Cassazione di annullare la precedente sebtenza di assoluzione, ma la Poggiali può contare sull’Appello Bis. L’accusa è grave: omicidio mediante l’utilizzo di potassio endovena. La Poggiali avrebbe uccido la 78enne Rosa Calderoni di Russi, con una iniezione di potassio l’8 aprile del 2014. Il decesso avvenne a poche ore dal ricovero all’ospedale di Lugo, che da allora vive dell’onta di quanto accaduto.
Dall’Ospedale lughese molti Infermieri cercando di andar via perché il clima che si respira non è dei migliori, con pazienti e parenti che sono sempre sul “chi va là”. Lavorare sotto continua pressione non è allettante, pertanto in tanti stanno chiedendo di andar via. Ovviamente non vi è l’ufficialità per quello che stiamo dicendo, ma i continui contatti e le richieste di chiarimenti e di aiuto che arrivano alla nostra redazione la dicono tutta sulle stato delle cose soprattutto nel Reparto di Medicina. Qui gli sforzi di cancellare il passato e il tentativo di rilanciare l’Unità operativa sono sotto gli occhi di tutti e il lavoro fatto finora dal Coordinamento Infermieristico e dalla Dirigenza ospedaliera sono stati apprezzati dagli utenti e dai loro care-givers.
Tornando alla Poggiali, nel luglio del 2017 era stata assolta e scarcerata dopo oltre 1000 giorni dalla Corte d’Assise d’Appello di Bologna. La Procura Generale, tuttavia, decise di rinviare il tutto alla decisione dei giudici della Cassazione. Domani il pronunciamento.
Il sostituto procuratore generale Mariella De Masellis alla Suprema Corte ha chiesto la condanna per la Poggiali, definendo “sconcertate” il modo di agire dell’ex-Infermiera. Celebri furono i suoi selfie scattati da una collega Operatrice Socio Sanitaria: la Poggiali esultava dopo la morte di una paziente di 102 anni. Le foto fecero il giro del web attraverso i social-media. Intervennero l’Ordine nazionale e locale degli Infermieri che decisero per la sua cancellazione dall’albo. Anche per la giovane OSS il futuro in sanità si è arrestato con quei selfie.
Per i giudici la Poggiali manipolava i degenti, somministrava farmaci a piacimento pur se prescritti dai Medici (almeno così si difende l’interessata). Tutti la definiscono scaltra, senza pietà e cinica. Nessuno a Lugo osa difenderla, anche se è stata spesso vista organizzare o partecipare ad eventi politici e culturali qua e là.
Ora è tutto da rifare, ma per la ex-Infermiera il processo si fa tutto in saluta!