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sabato, Aprile 27, 2024
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Sandra, l’OSS dal cuore d’oro che aiuta i bambini malati ucraini.

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Storia di Sandra Perri, Operatrice Socio Sanitaria dal cuore d’oro che ha aiutato decine di bambini malati ucraini.

Lei si chiama Sandra Perri, è nata vicino Potenza ed è un’Operatrice Socio Sanitaria.

Descrive la sua vita come “semplice” ma dal 2001 ha aiutato decine di bambini malati degli orfanotrofi ucraini.

Questa è la sua storia, in esclusiva per AssoCareNews.it.

“Nel 2001 mi sono recata con il gruppo della catechesi adulti nel sud dell’Ucraina, vicino Kherson. Laggiù operava il fratello del nostro parroco, Don Simone, per questo oltre che farci visitare la zona e le sue bellezze, ci fece accedere anche ad un orfanotrofio per bambini “non voluti”. Visita che avevamo programmato, tanto che portammo con noi materiale utile a soddisfare vari bisogni (quaderni, matite, palloni ma anche dolciumi e vestiario).

Ci impressionò molto e assieme a quella che sarebbe diventata la mia “socia” in questa impresa, Claudia Sabia, ci siamo subito chieste se non si potesse far di più.

Quell’orfanotrofio era molto speciale: ospita i bambini che nessuno adottava e che venivano allontanati dalle strutture che invece erano specializzate nelle adozioni.

Questo avveniva perchè “rovinavano” la vista ai visitatori. I “nostri” bambini erano quindi i “difettati”: le trisomie 21, i malformi, i troppo magri, i rachitici, i bambini con esito della poliomelite, distrofie, malattie ai polmoni e anche i brutti.

Assieme a Don Simone abbiamo quindi iniziato regolarmente a raccogliere e spedire vestiario e altri beni, come quelli che ho già detto.

Erano spedizioni all’inizio saltuarie. Nel 2007 cambiò parroco e l’iniziativa diventò ancora più rada perchè i pacchi li mandavamo al fratello di Don Simone, che ci metteva tanto del suo.

Nel 2009 venimmo a sapere che il nostro aggancio laggiù sarebbe rientrato in Italia, per questo ci recammo fisicamente là, in auto, per conoscere qualcuno che ci avrebbe presentato, e che avrebbe garantito che questi beni sarebbero arrivati ai piccoli.

Il caso ha voluto che fosse proprio uno dei primi bambini aiutati Oleksyi, ormai diventato adulto, a prendere il suo posto.

Tornando sul posto però ci siamo accorte che erano necessarie donazioni più frequenti e più “mirate”. Cominciammo quindi a inviare materiale utile ad affrontare le sfide igienico-sanitarie: termometri, cotone, disinfettanti, etc.

La guerra del 2014 complicò le cose. Sebbene non colpiva direttamente la zona, il mercato interno ucraino subì mancanze e ritardi. Avevamo bisogno di molte donazioni e la rete attorno a noi aumentava ogni mese. Vicini, parenti, conoscenti. Era un passaparola continuo.

Nel 2016 decidemmo di fare una super donazione: stampelle, materassi, una carrozzina, pannolini, omogeneizzati, box bimbi e tanto altro.

Caricammo tutto su tre furgoni ducato e li portammo a destinazione, non senza l’aiuto di tante bellissime persone.

Purtroppo le condizioni socioeconomiche portano questi bambini ad ammalarsi di più e noi cerchiamo di vincere questa dura realtà. Nell’orfanotrofio, da quando lo seguiamo, si sono avvicendate molte “epidemie” interne tipo il morbillo. Il Covid complica tutto ma è una situazione che, a quanto ci dice Oleksyi, per ora è sotto controllo.

Cerchiamo di dare un presente dignitoso a questi bambini e ragazzi, visto che il futuro sarà durissimo per loro.

Dal 2001 soltanto cinque ci risultano adottati con successo, molti sono morti o hanno trovato la morte subito dopo la maggiore età, alcuni diventano un giovane uomo o una giovane donna e si perdono per strada. Ma altri riescono a costruirsi una vita, diventano operai o impiegati, abbiamo pure avuto un bambino che è andato a Kyev a studiare all’università.

L’impegno è tanto e la speranza non muore mai. E’ dura ma qualcuno deve pur farlo”.

Complimenti alla collega, alle sue parole e alle sue nobili azioni.

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