Polemiche da parte del sindacato FIALS. Infermieri, Oss e Professioni Sanitarie sotto assedio a Bologna. Rischio burnout.
“Le Aree Mediche dell’Ospedale Maggiore di Bologna sono in grande sofferenza, carenze di organico ormai croniche, doppi turni e carichi di lavoro insostenibili, fioccano le malattie e gli infortuni, il personale non riesce a fruire di ferie e permessi, ne discende anche una assistenza di bassa qualità per i cittadini ricoverati (molti affetti da multi patologie e non autosufficienti)” – lo riferisce Alfredo Sepe, segretario generale della Fials di Bologna e Imola.
Il personale – ovvero Infermieri, Oss, Ostetriche e Professioni Sanitarie – è allo stremo delle forze, motivi per cui la FIALS di Bologna incontrerà tutti i lavoratori afferenti alle Aree Mediche, proponendo e chiedendo l’intervento della Prefettura di Bologna.
“Siamo costretti a Proclamare uno Stato di Agitazione , non escludendo uno Sciopero coatto, visto il disinteresse dell’Azienda USL di Bologna che continua a proporre soluzioni palliative e non definitive , non si vuole investire sulle risorse umane, troppo disinteresse e pressappochismo, poca attenzione nei confronti del personale (mancano almeno 10 Infermieri e 5 OSS)” – chiosa Sepe.
“Paradossale la volontà dell’Azienda di non voler rimpinguare il personale carente nelle Aree Mediche ( dove stazionano molti pazienti COVID anche) visto che ci sono graduatorie attive sia di infermieri che di operatori sociosanitari e lo straordinario è letteralmente fuori controllo. Siamo molto amareggiati per il comportamento dell’Azienda USL di Bologna, che utilizza gli operatori come pedine , senza dignità e senza diritti , nonostante siano ancora in Trincea (visto che siamo nel piano della quarta ondata). Meno encomi e più fatti concreti, se si vuole realmente offrire una assistenza di qualità e tutelare l’interesse dei professionisti che ogni giorno lavorano nell’interesse dei cittadini e della collettività”. Conclude il sindacalista.