Carissimo Direttore di AssoCareNews.it,
buongiorno, ho letto con interesse il vostro articolo sul tema #Segnalachidorme: Medici dormono di notte nei reparti? Ecco come segnalarli. Mi sembra manchi qualcosa di importante quando parlate di “divieto di dormire” : mi riferisco alle fonti dalle quali ricavate il divieto di dormire come (a quanto sembra) assoluto. Secondo me la questione merita un più alto grado di approfondimento, che non può essere soddisfatto in un commento su Facebook.
Provando comunque a sintetizzare, sull’argomento va detto che orario di lavoro, per come definito dall’attuale normativa italiana (art. 2, par. 1, Direttiva 104/1993/CE, trasferito per il necessario recepimento nell’ordinamento italiano all’ art. 1, Co. 2, lett. A del d. lgs. 66/2003), è considerato: “qualunque periodo in cui il lavoratore sia al lavoro, a disposizione del datore di lavoro e nell’esercizio delle sue attività o funzioni”.
Tale definizione supera la nozione di “lavoro effettivo” di cui al r. d. l. n. 1995/1923, la quale escludeva i c. d. tempi morti dal computo del tempo di lavoro.
L’attuale disciplina equipara l’orario di lavoro effettivo ai tempi nei quali il lavoratore è solo a disposizione (pur presente nel posto di lavoro) del datore di lavoro.
Quindi, un dipendente della sanità, secondo il mio modestissimo parere, non può essere criticato per il solo fatto di aver dormito a lavoro, a patto ovviamente che ciò non incida sui suoi doveri.
A supporto di questa interpretazione allego il link della sentenza della CGUE “Jager”, riguardante un medico di guardia.
Buona lettura a chi avrà voglia di dare un’occhiata e scusate la lunghezza del commento.
Ovviamente, se avete fonti che affermano il contrario sarò contento di leggerle.
Alessio Siotto, un lettore
(commento preso dalla nostra pagina Facebook)
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Continuate a segnalare chi dorme: LINK.