Eccola fregatura era dietro l’angolo. Nella pre-intesa per il rinnovo contrattuale degli Infermieri Italiani e dei colleghi del Comparto Sanità firmato da Cgil, Cisl, Uil e da Fsi, vi è una postilla che nessuno aveva notato finora: 15 minuti per vestirsi, ascoltate consegne, dare consegne e svestirsi.
Al punto 12 di pagina 33 del documento appena siglato si legge: “Nelle unità operative che garantiscono la continuità assistenziale sulle 24 ore, ove sia necessario un passaggio di consegne, agli operatori sanitari sono riconosciuti fino ad un massimo di 15 minuti complessivi tra vestizione, svestizione e passaggi di consegne, purché risultanti dalle timbrature effettuate, fatti salvi gli accordi di miglior favore in essere.”
Ne parliamo con Laura Rita Santoro del Coordinamento Regionale Lazio del sindacato Nursing Up, che non ha sottoscritto il documento proposto dal Governo Gentiloni e dal ministro Madia.
“Leggendo il contratto, la cui pre-intesa è stata firmata oggi, e le modifiche apportate rispetto al precedente, questa è la parte, al momento più spassosa. Nelle unità operative che garantiscono la continuità assistenziale, sulle 24 ore, ove sia necessario un passaggio di consegne (come se fosse facoltativo), agli operatori sanitari sono riconosciuti fino ad un massimo di 15 minuti “complessivi” tra “vestizione, svestizione e passaggi di consegne”. Ora io immaginavo consegne fatte con musiche comiche, accellerate, dove gli infermieri, sono in mutande! Questa l’epoca in cui i ben pensanti, coloro che studiano, ambirebbero a consegne al letto del paziente. Le consegne, non sono un proforma o un fattore marginale. Inoltre, in molti ospedali si pretende spogliatoi, per il personale, anche infermieristico, centralizzati. Quindi, riassumendo, il personale, spesso carenti, in 15 minuti, deve fare le consegne, anche di 30 pazienti, andare agli spogliatoi e cambiarsi. Ma questo è uno degli aspetti che sto leggendo. Questo è quello, che benché tragico, fa più ridere!” – spiega esaurientemente Santoro.
Sarà una svista o è proprio il caso di dire che chi ha siglato il pre-accordo non ha mai lavorato in un ospedale? È come se un meccanico fermasse un contratto di lavoro al posto di un chef stellato. Due mestieri/professioni differenti, di cui l’uno può sapere tanto dell’altro, ma dove l’altro non sarà mai l’uno.
Nei prossimi giorni ascolteremo anche le altre sigle sindacali per saperne di più.
Intanto accontentiamoci dell’accordo odierno, che può star bene a tanti o a pochi, ma che intesa tra due parti rimane.
Stay tuned!