Scadenza triennio ECM per Medici, Infermieri e altri Professionisti Sanitari: tra Formazione e Rischio Assicurativo. Ecco cosa si rischia.
Siamo alla vigilia della scadenza dell’anno di proroga per il triennio 2020-2022, e per i professionisti sanitari, la corsa al recupero dei crediti formativi è sempre più intensa. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha ribadito l’importanza di evitare sanzioni, tra cui la sospensione fino a sei mesi, ma ciò che desta preoccupazione va oltre le penalizzazioni immediate.
Durante il recente webinar “Scadenza proroga ECM, obblighi e opportunità per i professionisti della sanità” organizzato da Consulcesi Club in collaborazione con il Provider Sanità In-Formazione, il consulente legale Francesco Del Rio ha focalizzato l’attenzione sul legame cruciale tra formazione e questioni assicurative nel triennio ECM in corso (2023-2025).
Con l’approvazione dei decreti attuativi della Legge Gelli-Bianco sulla responsabilità professionale degli esercenti la professione sanitaria, il completamento del 70% dei crediti ECM diventa essenziale per garantire l’efficacia della copertura assicurativa. I professionisti che non raggiungono questa percentuale si vedranno esclusi dalla copertura assicurativa, lasciandoli vulnerabili in caso di contenzioso.
Il consulente legale Del Rio mette in guardia sul possibile inserimento da parte delle compagnie assicurative di clausole di rivalsa interna, un elemento che potrebbe rivoluzionare il rapporto tra assicurato e compagnia. L’adempimento dell’obbligo formativo, oltre a essere una questione deontologica e morale, assume un ruolo chiave nelle implicazioni giuridiche e patrimoniali per i professionisti sanitari.
La valutazione del curriculum formativo diventa determinante anche nelle opportunità lavorative, influenzando le decisioni delle commissioni di concorso e gli avvisi interni. Un curriculum completo e coerente può aprire porte a opportunità professionali più qualificate, mentre la sua mancata valorizzazione potrebbe compromettere la progressione di carriera.
La normativa, seppur di difficile applicazione, stabilisce l’inefficacia delle polizze assicurative in caso di mancato assolvimento del 70% dell’obbligo formativo. Ignorare questa norma potrebbe esporre i professionisti a contestazioni da parte delle compagnie assicurative, anche se il magistrato sarà chiamato a valutare attentamente le eccezioni sollevate.
Il rischio delle clausole di rivalsa interna, ispirate al modello delle polizze RC Auto, aggiunge un ulteriore livello di complessità. Queste clausole potrebbero portare a richieste di rimborso totale o pro quota del risarcimento pagato al danneggiato, incidendo direttamente sulle finanze del professionista.
L’avvocato Del Rio consiglia ai professionisti di superare il limite del 70% dell’obbligo formativo per evitare problemi giuridici e patrimoniali. Mantenersi aggiornati e ben formati diventa quindi fondamentale per assicurare una base solida alla pratica professionale e mitigare i rischi derivanti dalle normative e dalle clausole assicurative.
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