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venerdì, Aprile 26, 2024
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Quinta tappa del Congresso nazionale itinerante FNOPI.

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Umbria e Lazio assistono i cittadini sul territorio dalla farmacia dei servizi a nuovi modelli di infermieristica  di famiglia e comunità e lotta al dolore.

La prima vera farmacia dei servizi nasce in Umbria, a Terni, nel 2011 e dal 2014 è operativa grazie alla collaborazione di un infermiere. Obiettivo: essere un punto di riferimento per le esigenze di salute della popolazione e dare una risposta concreta ai principi di decentramento e di offerta di salute capillare sul territorio. Oggi è un esempio di vera multi-professionalità, anche grazie alla collaborazione dei medici di famiglia ed è, dall’Umbria, un modello per tutte le Regioni italiane e un punto di riferimento sicuro sul territorio per i cittadini.

Nel Lazio, l’infermiere di famiglia e comunità è nelle scuole, nelle strutture anti-Covid già a partire dall’università, opera secondo il Chronic Care Model e con meccanismi di Case Management per un’assistenza territoriale diffusa e monitora i reali bisogni della popolazione per assicurare al servizio la massima efficienza.

Ma lotta anche contro il dolore con le cure palliative – a rilento in molte regioni – per garantire la migliore qualità di vita per il paziente e per la sua famiglia.
E grazie all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma cura a casa i piccoli pazienti oncoematologici con un meccanismo di ospedalizzazione domiciliare che finora ha consentito di assistere 900 pazienti e ridurre più di 10mila accessi in ospedale, risultato vincente durante la pandemia per garantire l’assistenza.

Il Congresso itinerante della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) fa la sua quinta tappa in Umbria e Lazio.

Un congresso speciale anti-Covid, senza assembramenti, ma con i componenti del Comitato centrale della Federazione in un viaggio con varie tappe che si concluderanno il prossimo 12 maggio – giornata internazionale dell’infermiere 2022 – in Sicilia, limitando nel loro percorso al massimo e secondo le normative Covid gli assembramenti, verificando l’assenza di contagi e presentando in ogni occasione le buone pratiche e le eccellenze della professione infermieristica che, soprattutto sul territorio, hanno consentito di affrontare l’assistenza, anche durante la pandemia, rimanendo sempre vicini ai cittadini e  con l’unico obiettivo di soddisfare tutti i diversi bisogni di salute anche durante l’emergenza Covid.

Ovviamente non mancherà il confronto con le istituzioni: oltre a numerosi esponenti della politica locale che hanno garantito la loro presenza ad Acquasparta (Terni) e a Fossanova (Latina) in Umbria e nel Lazio saranno presenti gli assessori regionali alla Sanità Luca Coletto (Umbria) e Alessio D’Amato (Lazio).

Nelle due Regioni della quinta tappa del Congresso, la carenza di infermieri secondo le stime FNOPI sfiora le 7mila unità nel Lazio e le mille in Umbria e dal 2009 al 2019 si sono persi nel Lazio – Regione sotto piano di rientro e quindi con ogni possibilità di assunzione o reintegro bloccata – il 13,5% di infermieri e in Umbria, senza piani di rientro, solo l’1 per cento.

Ma gli esempi virtuosi di professionalità degli infermieri sono comunque indiscussi e sei di loro saranno premiati dalla Federazione durante la tappa del Congresso.

La farmacia dei servizi di Terni, ormai attiva da otto anni con risultati più che consolidati, la realtà di Terni dell’infermiere in farmacia può di sicuro essere presa come modello di riferimento per esportare nel resto del territorio italiano una soluzione che integra il lavoro di vari professionisti capaci di soddisfare i sempre più complessi bisogni di salute della popolazione.

A Frosinone è previsto l’inserimento degli studenti di infermieristica del terzo anno e laureandi nelle equipe Anti-Covid previste nelle scuole di primo grado, come tirocinio clinico formativo in affiancamento al personale infermieristico scolastico previsto: per coadiuvare il personale nell’attuazione delle misure di prevenzione e controllo dell’infezione di virus SARS-CoV-2 nelle scuole e servizi educativi.

Nell’Asl Roma 6 (da Anzio ai Castelli romani), l’infermiere di famiglia e comunità prende in carico la popolazione più fragile affetta da patologie croniche: BPCO-Scompenso Cardiaco-Patologia diabetica- ipertensione. Lo fa in collaborazione con i medici di famiglia e l’intervento in un anno ha migliorato la qualità di vita delle persone, favorito l’aderenza terapeutica, si è registrata una riduzione degli accessi impropri al PS (rispetto all’anno precedente), l’utilizzo appropriato dei servizi sanitari, ridotto attraverso l’approccio del self-management potenziali situazioni di rischio.

A Latina è stato introdotto un sistema per valutare il livello di complessità del paziente alla presa in carico infermieristica in ambito palliativo per poter distribuire al meglio i carichi di lavoro rapportati alle specifiche necessità assistenziali.

All’Asl Roma 4, che va da Nord- Est, ai confini di Roma, fino ad Ovest, ai margini costieri della provincia di Viterbo, sono state studiate le situazioni di cronicità per la migliore presa in carico delle persone. Per i programmi di educazione sanitaria i risultato sono del 100% di successo sulle persone coinvolte, in un anno gli accessi impropri al pronto soccorso – sempre per le persone assistite dall’infermiere di famiglia e comunità – si sono ridotti del 50% così come i ricoveri, le giornate di degenza. E sono migliorati gli indicatori della qualità di vita e quelli relativi ad ansia e depressione.

All’ospedale Bambino Gesù di Roma, l’ospedalizzazione domiciliare (OD) dei bimbi oncoematologici ha permesso di allargare le offerte di cura dell’Ospedale portando la qualità dell’assistenza della struttura direttamente al domicilio, con vantaggi positivi per piccoli pazienti e i loro genitori.  Il progetto prevede: due medici che verificano quali pazienti possano partecipare all’OD; un coordinatore infermieristico che coordina le unità infermieristiche e pianifica tutte le attività, gli infermieri che mettono in atto le attività pianificate.

CENTRO – QUINTA TAPPA DEL CONGRESSO NAZIONALE ITINERANTE 2021 FNOPI LE BUONE PRATICHE INFERMIERISTICHE PREMIATE

UMBRIA – Infermieri in farmacia (Terni)

Il progetto “Infermieri in farmacia’’ prende il via a Terni nel 2011 e dal 2014 eroga, grazie alla collaborazione di un infermiere, una serie di servizi che fanno della farmacia non solo un punto di riferimento per le esigenze di salute della popolazione ma anche una risposta concreta ai principi di decentramento e di offerta di salute capillare sul territorio. Nel tempo questo pro- getto ha preso sempre più forma tanto da diventare una vera e propria realtà consolidata. A metà strada tra “infermiere di quartiere” e “infermiere di famiglia” grazie alla telemedicina (elettrocardiogrammi e holter), alle autoanalisi del sangue (profilo lipidico, INR, glicemia), alla terapia parenterale, medicazioni e servizi a domicilio. Se in principio è stato visto con occhi scettici da parte dei competitor e dei medici di base, ora può vantare non solo di essere l’antesignano alle farmacie private ma anche di lavorare in stretta collaborazione con i me- dici di base. Ormai attiva da 8 anni con risultati più che consolidati, la realtà di Terni dell’infermiere in farmacia può di sicuro essere presa come modello di riferimento per esportare nel resto del territorio italiano una soluzione che integra il lavoro di vari professionisti capaci di soddisfare i sempre più complessi bisogni di salute della popolazione.

LAZIO – Il tempo di formazione è tempo di cura (Frosinone)

Il progetto è frutto di un protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Istruzione – USR Lazio, Provveditorato di Frosinone, Università di Tor Vergata, OPI di Frosinone e ASL di Frosinone. Prevede l’inserimento degli studenti di Infermieristica del terzo anno e laureandi nelle equipe AntiCovid previste nelle scuole di primo grado, come tirocinio clinico formativo in
affiancamento al personale infermieristico scolastico previsto: per coadiuvare il personale nell’attuazione delle misure di prevenzione e controllo dell’infezione di virus SARS-CoV-2 nelle scuole e servizi educativi sotto la supervisione delle Direzioni Didattiche della sede Universitaria di appartenenza. In relazione alle azioni già intraprese dalla FNOPI nell’ambito dell’Infermieristica di famiglia e di Comunità, il progetto sperimentale vede un coinvolgi- mento diretto dei CdL in Infermieristica nell’implementazione nelle scuole di primo grado dell’Infermiere scolastico.

Infermiere di famiglia e comunità nella ASL Roma 6: Assistenza Territoriale Diffusa

L’invecchiamento della popolazione ha condotto ad un costante trend di crescita delle patologie croniche, scenario che richiede alla sanità Pubblica, l’individuazione di aree di intervento specifiche e tese a proteggere i cittadini più fragili. Il cambio del paradigma sanitario vede come protagonista l’assistenza territoriale.

L’ASL Roma 6, con l’implementazione del Servizio dell’Infermerie di Famiglia e Comunità, ha scelto di iniziare un percorso sperimentale orientato alla presa in carico della popolazione più fragile affetta da patologie croniche: BPCO-Scompenso Cardiaco-Patologia diabetica- Ipertensione. Le attività dei professionisti infermieri, che lavorano in sinergia con i MMG, sono orientate ad un “Engagement proattivo” delle persone secondo il modello del Chronic Care Model e con meccanismi di Case Management. Le azioni messe in campo, attraverso interventi di promozione della salute prevengono, ritardano e intercettano precocemente il peggioramento dello stato di salute/fragilità delle persone. Lo strumento utilizzato per la raccolta dati è la cartella infermieristica, che permette l’analisi dei modelli funzionali (M. Gordon), l’individuazione delle diagnosi infermieristiche e del bisogno di riferimento. Ne segue la definizione degli obiettivi assistenziali e la stesura del PAI.

Ad un anno dalla implementazione del servizio presso il Distretto Sanitario 3, nella ASL Roma 6, rispetto gli obiettivi prefissati possiamo rilevare che gli interventi di promozione alla salute hanno migliorato la qualità di vita delle persone, favorito l’aderenza terapeutica, si è registrata una riduzione degli accessi impropri al PS (rispetto all’anno precedente), l’utilizzo appropriato dei servizi sanitari, ridotto attraverso l’approccio del self-management potenziali situazioni di rischio. Questi risultanti nel medio-lungo termine generano input di economicità nel sistema salute.

Visti i risultati ottenuti nella fase sperimentale la volontà Aziendale ha favorito l’implementa- zione del Servizio anche presso il Distretto Sanitario 2.

Indice di Complessità Assistenziale nelle cure palliative (Latina)

Le cure palliative hanno lo scopo di alleviare i sintomi senza curare la malattia di base. L’infermiere offre la sua assistenza al fine di prevenire ed alleviare la sofferenza, così da garantire la migliore qualità di vita per il paziente e per la sua famiglia. Si è pensato di introdurre un sistema per valutare il livello di complessità del paziente alla presa in

carico infermieristica in ambito palliativo per poter distribuire al meglio i carichi di lavoro rapportati alle specifiche necessità assistenziali. Lo studio osservazionale, da dicembre 2018 a maggio 2021, ha monitorato 145 pazienti ricoverati in regime domiciliare presso l’Unità di Cure Palliative – Hospice San Marco di Latina. Il livello di complessità è stato rile- vato attraverso un questionario di dieci domande, costruito appositamente per lo scopo de- scritto, compilato da colleghi infermieri dell’Hospice domiciliare al momento del primo ac- cesso infermieristico. L’utilizzo dell’ICA al momento della presa in carico infermieristica, come strumento per l’identificazione del carico assistenziale, si è dimostrato efficace per individuare i reali bisogni dell’assistito correlati al suo livello di complessità per poter pianificare un’assistenza che comprenda interventi mirati ed appropriati ai fini del miglioramento della qualità di vita del paziente e della sua famiglia. Lo strumento può essere utile per individuare il carico di lavoro infermieristico così da realizzare una programmazione più efficace in termini di continuità assistenziale.

Oncoematologia pediatrica: ospedalizzazione domiciliare (Roma)

Il dipartimento di Oncoematologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma dispone di 77 posti letto di cui 13 di trapianto emopoietico e terapie cellulari, oltre a due Day Hospital e ambulatori. Nel 2020 sono stati presi in carico circa 500 pazienti: sono stati effettuati 170 trapianti (33 autologhi) ed eseguite circa 400 nuove diagnosi. Per far fronte a questa sempre crescente richiesta di assistenza in ambito oncoematologico dal 2017 è stato attivato il progetto di Ospedalizzazione Domiciliare (OD) con l’obiet- tivo di organizzare le cure dei nostri piccoli pazienti presso il domicilio in alternativa al rico- vero ospedaliero. Vengono presi incarico tutti i pazienti oncoematologici al proprio domicilio o in case di accoglienza, che necessitano di controlli ematici, trattamenti e assistenza spe- cialistica differibile sul territorio o che sono in fase terminale. Il progetto prevede: due medici che verificano quali pazienti possano partecipare all’OD; un coordinatore infermieristico che coordina le unità infermieristiche e pianifica tutte le attività, gli infermieri che mettono in atto le attività pianificate. L’attivazione del progetto OD fino adesso ha permesso di assistere quasi 900 pazienti direttamente al proprio domicilio, di ridurre più di 10.000 accessi in ospedale ed è risultato vincente anche durante la pandemia da Covid-19. Il progetto ha permesso di allargare le offerte di cura dell’Ospedale portando la qualità dell’assistenza della struttura direttamente al domicilio, con vantaggi positivi per piccoli pazienti e i loro genitori.

Infermiere di Famiglia e di Comunità nelle cronicità nell’Asl Roma 4

L’Infermiere di Famiglia e di Comunità è un professionista specializzato che opera sul territorio in prossimità alle famiglie e alla comunità orientato alla gestione proattiva della salute in risposta ai bisogni identificati. Lo studio è stato condotto attraverso un’analisi descrittiva osservazionale svoltasi da novembre 2019 in due Unità di Cure Primarie di un Distretto della Asl Roma 4. I dati sono stati raccolti dall’Infermiere di Famiglia e

Comunità attraverso la cartella infermieristica e l’utilizzo di questionari validati. E i risultati parlano di una maggiore educazione sanitaria, del dimezzamento degli accessi al pronto soccorso, dei ricoveri impropri e delle giornate di degenza, del miglioramento della qualità della vita misurata con precisi indicatori e delle condizioni di ansia e depressione.

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