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sabato, Maggio 4, 2024
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Nursing Up. Incentivi fiscali non solo ai Medici, ma anche a Infermieri e Professioni Sanitarie.

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Estensione degli Incentivi Fiscali: una priorità per tutti i Professionisti Sanitari e non solo per i Medici.

Il dibattito sull’estensione degli incentivi fiscali per riportare in Italia i professionisti sanitari emigrati all’estero è sempre più acceso. Secondo Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, è prioritario estendere tali incentivi non solo ai medici, ma anche agli infermieri e agli altri professionisti dell’assistenza.

De Palma critica il Ministro Schillaci per aver focalizzato l’attenzione solo sui medici in merito agli incentivi fiscali, trascurando gli altri operatori sanitari. Ritiene che la carenza infermieristica sia uno dei deficit più urgenti da risolvere nel sistema sanitario italiano e che gli incentivi fiscali potrebbero essere un’opportunità per incentivare il ritorno degli infermieri emigrati.

Il Nursing Up plaude ai chiarimenti provenienti dalla maggioranza politica, che durante la question time alla Camera ha incluso esplicitamente tutti i professionisti della sanità nella proposta di estensione degli incentivi fiscali. Tuttavia, De Palma esprime preoccupazione sul fatto che, fino ad ora, le azioni concrete del Ministro sembrano limitate solo ai medici.

L’estensione degli incentivi fiscali potrebbe essere una strategia efficace per affrontare la grave crisi dell’organico sanitario in Italia. De Palma sottolinea che non sono solo i medici a mancare strutturalmente nel paese, ma anche gli infermieri e altri professionisti sanitari.

In conclusione, De Palma invita il governo a considerare seriamente l’estensione degli incentivi fiscali a tutti i professionisti della sanità che hanno deciso di lasciare l’Italia. Solo attraverso un’azione inclusiva e mirata sarà possibile affrontare efficacemente la carenza di personale nel sistema sanitario nazionale.

«Gli incentivi fiscali già previsti per i nostri ricercatori e per le nostre eccellenze della scienza e della medicina che lavorano all’estero, allo scopo di riportarli legittimamente nel nostro Paese, secondo Schillaci vanno doverosamente estesi ai medici italiani all’estero.

Ora, senza nulla togliere al valore che le centinaia di valenti camici bianchi sparsi per il mondo possono apportare al nostro SSN, elevando indiscutibilmente anche i livelli qualitativi delle nostre equipe sanitarie, ancora una volta il Ministro dimentica di citare gli infermieri e tutti gli altri professionisti dell’assistenza.

Siamo di fronte a un copione già ampiamente letto, con Schillaci che da settimane non manca di sottolineare ai media e alla collettività che il deficit più urgente da risolvere è la carenza infermieristica. 

Addirittura Schillaci ha proposto di recente di ampliare le responsabilità da affidare ai professionisti sanitari non medici, in linea con la loro crescente autonomia e le indubbie competenze, che nel nostro Paese camminano di pari passo con percorsi di specializzazione sempre più elevati offerti nel ricco panorama post-laurea.

L’unico problema è che il Ministro ancora una volta, quando si tratta di andare oltre le mere enunciazioni, riguardo alla indispensabile revisione delle retribuzioni, nella maggior parte delle circostanze cita solo i medici».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

Ci fa piacere che, dalla stessa maggioranza, siano arrivati chiarimenti in merito alla proposta finalizzata a riportare le nostre eccellenze a casa, includendo apertamente, per fortuna loro si , nel discorso avvenuto durante la question time alla camera, il riferimento a tutti gli altri professionisti della sanità, e non soltanto ai medici come invece fa il Ministro.

Ora vorremmo vederci chiaro e capire se questa proposta nel concreto è davvero allargata a tutti i professionisti della sanità. Se dovessimo solo basarci sulle parole di Schillaci sembrerebbe infatti di no. Siamo certi si tratta della sua ennesima dimenticanza, che tuttavia non ci fa piacere.

L’estensione degli incentivi fiscali, previsti per cervelli in fuga che ritornano a lavorare e a vivere in Italia, va quindi secondo noi allargata doverosamente anche agli infermieri ed agli altri professionisti sanitari che hanno deciso di lasciare il nostro Paese, e non sono certo pochi, con una media di 3000-3500 all’anno, lo dicono report autorevoli, sui quali basiamo le nostre denunce.

Questa è la strada giusta per affrontare la grave crisi della carenza di organici nella sanità, visto che, sia chiaro una volta per tutti, non sono certo i medici a mancare strutturalmente in Italia» conclude De Palma.

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