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No alla fuga degli Infermieri e dei Medici all’estero. Arrivano fondi per trattenerli in Italia.

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Finalmente arrivano atti concreti. No alla fuga degli Infermieri e dei Medici all’estero. Arrivano fondi per trattenerli in Italia. Iniziativa bipartisan in Lombardia. Ma servono aumenti veri di stipendio.

L’Italia fa un passo avanti per cercare di contrastare la «fuga» di infermieri e personale sanitario in Svizzera. Il Consiglio regionale della Lombardia ha infatti approvato all’unanimità una mozione bipartisan, partita dal PD ma che ha visto le forze politiche unite, che impegna la Giunta regionale a collaborare con Roma per istituire indennizzi di confine nel settore sanitario. Una collaborazione che, si legge nel documento approvato, mira ad «aumentare il riparto del fondo nazionale sanitario destinato alle Regioni di confine, affinché siano previste maggiori indennità per il personale impiegato nelle aree di confine, logisticamente difficilmente raggiungibili e nelle quali vi sia carenza di personale». E’ quanto riferisce il collega Michele Montanari sul Corriere del Ticino.

Sulla questione era intervenuto ieri anche il presidente nazionale del sindacato infermieristico Nursing Up, Antonio De Palma. Servono aumenti veri di stipendio e non semplici contenti per scongiurare la fuga all’estero delle migliori professionalità nel campo medico e nel campo infermieristico.

Il leghista Emanuele Monti, presidente della IX Commissione consigliare Sostenibilità sociale, casa e famiglia, interpellato dal CdT commenta: «L’obiettivo di questa mozione è quello di chiedere a Roma maggiori risorse economiche per il comparto della sanità, anche dal punto di vista della detassazione e defiscalizzazione. Oggi la differenza salariale tra Italia e Svizzera ha un forte impatto su tutti mestieri, ma ci sono chiaramente dei lavori che sono strategici per il nostro Paese e, in particolare, per il nostro territorio di confine. Avendo una carenza di medici e infermieri causata da più ragioni – come ad esempio il taglio alla formazione per il contenimento della spesa pubblica italiana iniziato nel 2008 col Governo di Mario Monti – si sono venute a creare diverse problematiche, come quella delle liste di attesa o della capacità di tenere attivi alcuni presidi ospedalieri di confine». Il consigliere regionale aggiunge: «Non mi riferisco solo agli ospedali, ma anche alle strutture sociosanitarie e socioassistenziali, come quelle per disabili o le RSA. Questa situazione non è più possibile per il futuro. È un po’ il modello carta sconto benzina: abbiamo chiesto a Roma azioni sul territorio di confine. Inoltre è necessario trovare i fondi per evitare il brain drain, la cosiddetta fuga di cervelli, soprattutto nell’ambito della ricerca scientifica. Nel caso della Svizzera, è fondamentale che ci sia sempre una collaborazione tra Lombardia e Ticino, nonché tra Roma e Berna. C’è un confine in mezzo, ma quello insubre è un territorio omogeneo, quindi è necessaria una maggiore cooperazione in ambito sanitario, a beneficio di entrambi i Paesi».

Il consigliere regionale del PD Samuele Astuti, citato da VerbanoNews, dichiara: «Finalmente la Regione Lombardia si muove a favore dell’indennità di confine per le professioni sanitarie. Finalmente si sta agendo per tutelare i professionisti sanitari, ma soprattutto i cittadini e il loro diritto alla salute». E prosegue: «Perdiamo centinaia di addetti all’anno a causa dei salari più competitivi oltre il confine. Ma se i nostri ospedali si svuotano, cosa rimane del servizio sanitario per i cittadini? Grazie al Partito democratico, oggi otteniamo un risultato che è stato fortemente richiesto dall’Ordine degli infermieri e dalle parti sociali. Questa mozione è una risposta alla richiesta di aiuto dei territori di confine, i quali vedono una continua fuga di professionalità che mina alla base il nostro sistema sanitario. Le proposte sono concrete: un’indennità di confine o di attrattività per medici, infermieri e tutte le professioni sanitarie; l’aumento del fondo nazionale sanitario destinato alle Regioni di confine, affinché siano previste maggiori indennità per il personale impiegato nelle aree di confine; il rinnovo contrattuale urgente per tutto il comparto sanitario e la dirigenza medica. Ora ci aspettiamo che le stesse forze politiche che siedono al Governo a Roma e in Consiglio regionale ascoltino queste istanze e le concretizzino per il bene delle nostre comunità».

Leggi anche:

Nursing Up. Finalmente la politica bipartisan ci dà ragione sull’indennità di Confine per arginare fuga Infermieri”.

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