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Marco, Infermiere 118: “con il nuovo caro carburanti non mi resta che licenziarmi, spendo 1/2 dello stipendio per viaggiare”.

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Ci scrive Marco, Infermiere 118: “con il nuovo caro carburanti non mi resta che licenziarmi, da pendolare spendo 1/2 dello stipendio per viaggiare”.

Carissimo Direttore,

mi chiamo Marco (nome di fantasia) sono un Infermiere pendolare e lavoro nel Servizio 118 in Puglia. L’unico modo che ho di raggiungere il posto di lavoro, ubicato ad oltre 60 Km da casa, è con il mezzo proprio, in quando come operatore dell’Emergenza-Urgenza Territoriale so sempre quando inizio il turno, ma non posso mai calcolare quando smonto.

Con il nuovo rincaro dei carburanti (il Diesel ha quasi sfiorato Euro 2,3, mentre la Benzina viaggia di pari passo, senza calcolare il Metano) finisco per spendere fino a 550 euro al mese, ovvero un terzo dello stipendio. A questa somma va aggiunta la mancanza di buoni pasto o di servizi mensa, pertanto altri 200 euro per fare colazione, pranzare, prendere un caffè o cenare (e mi tengo stresso).

Insomma spendo circa 750 euro mensili per lavorare a fronte di uno stipendio che se va bene supera di poco i 1600 euro al mese.

A questa somma poi va decurtato il costo di gestione del mezzo, il mutuo, le bollette e la spesa per sfamare mia moglie e i miei due figli.

Sono monoreddito e per arrotondare spesso faccio il cameriere a nero o faccio assistenza a domicilio.

Sto pensando bene di cambiare lavoro e di fare il cameriere in maniera regolare, opero vicino casa, non devo spostarmi con l’auto e guadagno fino a 2000-2500 euro al mese netti.

Quando mi sono laureato in Infermieristica avevo tanta voglia di fare e tante speranze per il futuro, ma oggi con lo stipendio da fame non riesco nemmeno a garantire gli alimenti alla mia famiglia. Non mi vergogno di dirlo, mia moglie con due bimbi piccoli non può lavorare, io faccio doppio e triplo lavoro per campare.

E’ una vergogna e poi sento i sindacati e gli ordini gioire per 170 euro al mese di presunti aumenti. Il CCNL 2019-2021 è un pieno fallimento, altro che evoluzione della professione, è una miseria di Stato che servirà solo per tamponare gli aumenti della vita.

Ma io me la prendo anche con i miei colleghi: possibile che non riusciamo a scendere in piazza a chiedere veri aumenti, anziché l’elemosina del Governo.

Scusate lo sfogo, in settimana vi dico se continuerò a fare l’Infermiere, o opterò per fare il cameriere.

Continuante ad informarci!

Marco, Infermiere 118

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