Un Infermiera con partita IVA ci scrive: per noi Liberi Professionisti oltre al danno arriva la beffa targata Enpapi.
Carissimo Direttore,
In merito all’articolo del 4 ottobre Libera Professione Infermieristica: ENPAPI destina parte dei fondi pensionistici degli iscritti alla gestione dell’Ente? vorrei proporre i miei dubbi da collega che svolge la libera professione da anni.
Chi scrive l’articolo dice sostanzialmente che il fatto che la nuova amministrazione di Enpapi abbia deciso di sottrarci ulteriormente tutto il contributo integrativo, non sia poi una cosa così malvagia perché consente all’Ente di avere un grande respiro e cito testualmente “consentendo di poter far fronte alle spese di gestione, compresi gli stipendi di dipendenti e amministratori”.
Questa é una cosa che noi infermieri liberi professionisti proprio non possiamo tollerare, specie considerando due fattori fondamentali.
Il primo é che nell’audizione parlamentare del settembre 2021 era lo stesso Presidente Luigi Baldini, insieme al Direttore Generale Francesco Rabotti a sottolineare di fronte alla Commissione Bicamerale come le pensioni erogate da Enpapi siano bassissime e del tutto inadeguate sia ora che nella prospettiva futura (minuto 2.25 del video).
In secondo luogo, nella riunione del CDA del 26/10/2022 con delibera 347/22 gli amministratori decidono di assegnare ulteriori 150 euro al giorno come gettone di presenza, nonostante proprio questa amministrazione Baldini abbia introdotto già ad inizio mandato una ulteriore indennità forfettaria di presenza che non era mai esistita e che doveva servire ad evitare proprio il gettone di presenza.
É bene ricordare che di base, agli amministratori sono riconosciute già delle indennità di tutto rispetto, 110 mila euro di indennità di carica più 30 mila euro di indennità di presenza per il Presidente Luigi Baldini per un totale di 140 mila euro annui; 50 mila più 10 mila euro per la vice Presidente Elena Gallo per un totale di 60 mila; 32 mila più 8 per un totale di 40 mila euro annui per i tre consiglieri di CDA e per il coordinatore del CIG, Marisa Agosti, Andrea Della Ratta, Irmanella Romanel e Paolo Merlini; 6 mila più 2500 euro per tutti i restanti 49 consiglieri del CIG per un totale di 8500 euro.
A questi vanno aggiunti altri 320 euro al giorno per impegni fuori sede.
Viene da chiedersi come mai, oltre queste laute indennità che già percepiscono, ci sia ancora bisogno di altri 150 euro al giorno in più.
Ma ancora di più, viene da chiedersi perché a pagare questo aumento debbano essere per forza gli infermieri?
Nell’articolo proposto si dice che rinunciare a 600 euro l’anno non sia poi un gran problema, ma non si considera che a fine carriera, dopo 40 anni di contributi, questi 600 saranno diventati 24 mila euro tolti dalle nostre pensioni che già, come specificato dal Presidente Baldini, sono inadeguate.
Insomma oltre al danno anche la beffa.
Tonelli N., Infermiera
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