Un Infermiere di 25 anni è stato licenziato per aver procurato uno stravaso invalidante in un Paziente oncologico di 90 anni, poi morto per le complicanze del cancro.
Non è stato denunciato, ma è stato licenziato. Un Infermiere neo-laureato di 25 anni, assunto durante l’Emergenza Coronavirus, è finito nei guai per non aver previsto i danni possibili di una infusione sottocutanea. Ha procurato uno travaso in maniera colposa per imperizia, imprudenza e negligenza.
Il collega era stato assunto a distanza di un mese dalla laurea e grazie ad un annuncio legato alla Pandemia da Covid-19.
E’ stato dapprima sospeso senza stipendio e poi licenziato a distanza di 10 giorni. Lui, difeso da un noto sindacato, ha provato a giustificarsi, ma non ha convinto la Direzione di una nota casa di cura privata-convenzionata con il SSN.
La famiglia del paziente, nonostante le reiterate proteste, è stata poi clemente con l’Infermiere, non perseguendo con la denuncia alla Magistratura e “perdonandolo” solo perché l’ospite aveva pochi mesi di vita.
L’infermiere aveva optato per la via sottocutanea per pigrizia. Il Medico aveva prescritto la somministrazione di farmaci chemioterapici per via endovenosa e aveva registrato tutto sulla cartella informatizzata.
Probabilmente per far prima il collega ha deciso di utilizzare un agocannula sottocute e di proseguire con l’infusione. Non ha avuto però l’accortezza di lasciar andare il farmaco a goccia lenta, bensì goccia veloce, procurando dopo un’ora uno stravaso che ha procurato ustioni profonde e dolore atroce nel Paziente, poi deceduto per complicanze legate ad un cancro.
Speriamo solo che l’Infermiere 25enne abbia imparato la lezione!
La questione ha sollevato il problema di dover assumere personale infermieristico appena laureato e senza esperienza alcuna alle spalle, sia dal punto di vista professionale, sia dal punto di vista umano.
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