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Meno Infermieri assunti? Più morti nei reparti del 14%.

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Lo studio condotto dal Gruppo Infermieristico del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Genova ha rivelato un collegamento significativo tra l’intenzione degli infermieri di lasciare il lavoro e un aumento della mortalità dei pazienti negli ospedali italiani.

I risultati hanno evidenziato che un’alta percentuale di infermieri che desiderano abbandonare il lavoro è associata a un aumento del 14% della mortalità dei pazienti, indipendentemente da altri fattori. Inoltre, un carico di lavoro più elevato per gli infermieri aumenta la probabilità di mortalità dei pazienti ricoverati di oltre il 3%.

Serie preoccupazioni.

Questi risultati pongono serie preoccupazioni, poiché indicano che l’aumento dell’intenzione di dimettersi degli infermieri può influenzare negativamente i risultati dei pazienti. In particolare, l’austerità nelle politiche economiche potrebbe danneggiare non solo i risultati dei pazienti, ma anche lo sviluppo professionale degli infermieri, rendendo la professione infermieristica meno attraente nel lungo periodo e generando insoddisfazione lavorativa.

Di conseguenza, emerge la necessità di implementare politiche e interventi volti a ridurre il carico di lavoro degli infermieri e a migliorare gli ambienti di lavoro ospedalieri. Questo permetterebbe agli infermieri italiani di esercitare pienamente le proprie competenze e garantire la sicurezza e la qualità dell’assistenza ai pazienti.

Dove ce’è il numero sufficiente di Infermieri la qualità delle cure aumenta.

A livello globale, le prove sviluppate negli ultimi decenni mostrano che un migliore ambiente di lavoro infermieristico e un migliore carico di lavoro infermieri-paziente migliorano i risultati dei pazienti.

Nel 2007, una meta-analisi ha confermato la correlazione tra personale adeguato e minori probabilità di mortalità ospedaliera.

Nel 2008, la Comunicazione sulla Sicurezza del Paziente della Commissione Europea stimava che tra l’8% e il 12% dei pazienti ospedalizzati nell’Unione Europea fossero esposti a eventi avversi legati alla sicurezza delle cure.

Sebbene l’assistenza sanitaria stia attraversando molte trasformazioni, tra cui tecnologia e organizzazione, gli infermieri hanno un ruolo cruciale di sorveglianza, esaminando e monitorando i pazienti al loro capezzale. È stato sviluppato un ampio insieme di prove che dimostrano che un numero crescente di pazienti per infermiere minaccia la qualità della sorveglianza infermieristica.

Lo scarso rapporto Infermieri-Pazienti riduce i livelli assistenziali.

Gli effetti dello scarso rapporto infermieri-pazienti hanno mostrato livelli più elevati di mortalità ospedaliera ed esiti negativi per gli infermieri. Inoltre, i pazienti chirurgici negli ospedali con buoni ambienti di lavoro avevano una probabilità di morte ridotta del 15% e una probabilità di ricovero in unità di terapia intensiva inferiore del 16%.

Nel 2018, una meta-analisi ha mostrato che un rapporto infermieri-pazienti più elevato era associato a esiti avversi per gli infermieri, tra cui burnout, insoddisfazione lavorativa e intenzione di lasciare. Più specificamente, l’aumento del burnout negli operatori sanitari è stato collegato a una minore qualità dell’assistenza sanitaria e a una minore sicurezza del paziente. Prove solide hanno dimostrato che buoni ambienti di lavoro erano associati a un aumento del 16% della soddisfazione del paziente e a una diminuzione dell’8% della possibilità che un paziente subisse un evento avverso o la morte. Ambienti di lavoro migliori hanno ridotto la probabilità di insoddisfazione lavorativa, burnout e intenzione di lasciare dal 28% al 32% per gli infermieri.

L’intenzione di dimettersi.

Ad oggi, nessuno studio ha esplorato l’associazione tra “intenzione di dimettersi” e mortalità dei pazienti ospedalizzati a 30 giorni. Pertanto, abbiamo esaminato direttamente l’effetto dell’intenzione degli infermieri di lasciare e del carico di lavoro infermiere-paziente sulla mortalità ospedaliera a 30 giorni in Italia attraverso uno studio osservazionale e secondo il quadro teorico di Aiken, dove le variazioni nell’infermiere e i risultati dei pazienti sono legati all’adeguatezza delle risorse, all’autonomia degli infermieri, al rapporto infermiere-paziente, alle relazioni infermiere-medico e alla leadership infermieristica.

In conclusione.

L’associazione tra l’intenzione degli infermieri di lasciare il lavoro e un aumento della mortalità dei pazienti negli ospedali italiani è un tema di grande rilevanza. Questo studio sottolinea l’importanza di comprendere e affrontare le questioni legate al carico di lavoro infermieristico e alla soddisfazione lavorativa degli infermieri per migliorare la qualità dell’assistenza ai pazienti.

A livello globale, diverse prove hanno dimostrato che un migliore ambiente di lavoro infermieristico, incluso un adeguato rapporto infermieri-pazienti, è associato a esiti migliori per i pazienti, come una riduzione della mortalità ospedaliera e una maggiore soddisfazione del paziente. Tuttavia, la mancanza di risorse, l’elevato carico di lavoro e l’insoddisfazione lavorativa degli infermieri possono influenzare negativamente la qualità dell’assistenza e aumentare il rischio di eventi avversi per i pazienti.

È importante implementare politiche e interventi volti a ridurre il carico di lavoro degli infermieri, migliorare gli ambienti di lavoro ospedalieri e promuovere la soddisfazione lavorativa degli infermieri. Questo non solo beneficerebbe direttamente i pazienti migliorando la qualità dell’assistenza, ma anche gli infermieri stessi, riducendo il rischio di burnout e l’intenzione di lasciare il lavoro.

L’indagine condotta dall’Università di Genova fornisce importanti evidenze sull’importanza di affrontare queste sfide e implementare interventi mirati per migliorare il benessere degli infermieri e la sicurezza dei pazienti negli ospedali italiani.

Ulteriori approfondimenti all’indirizzo: LINK

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