Sulle cure a pagamento per i malati di Covid 19 non vaccinati.
Prostrata da due anni di lavoro intensi, faticosi e poveri di vittorie terapeutiche, carichi di vittime, di fuoco amico, di pianti, una parte di me, di pancia, dice sì.
Dall’altra penso a questa massa piccola e rumorosa di contestatori, violenti, irruenti, irrispettosi del lavoro, della vita e della salute di tanti. Penso che la loro forza sia aver fatto coesione. Essere diventati testuggine.
E allora mi piacerebbe che i familiari delle oltre 130 mila persone decedute assieme a coloro che si son visti rimandare, annullare, riprenotare cento volte interventi chirurgici, visite, controlli, screening e le loro famiglie, si costituissero a testuggine e dessero voce alla loro di rabbia.
Una rabbia di fatti, di numeri, civile, composta. Come il dolore dei tanti familiari, amici, parenti che ho visto coi miei occhi un anno fa. Un dolore inenarrabile, di sguardi, di terrore, muto.
Perché i numeri sciorinati da sanitari e professionisti scivolano oramai via. Statistiche, grafici, inutili alla comprensione da parte di questi feroci e ciechi oppositori, egoisti, menefreghisti, egotici invasati.
Se occuperete i nosocomi e le terapie intensive è a queste persone e alle loro famiglie in attesa di una prestazione sanitaria che da elettiva è diventata emergente, se non quando oramai inutile perché postuma, che dovrete dare una spiegazione del perchè dovremmo curare voi e non abbiamo curato, assistito, accompagnato loro. Una risposta all’interruzione di pubblico servizio che una eventuale e speriamo non travolgente, pandemia di non vaccinati dovesse in caso portare.
Un indennizzo per le perdite, evitabili usando semplicemente il buon senso e la solidarietà.
Non son tanti. Fanno solo un gran baccano.
Comincino a farlo anche quelli che si son visti strappare la vita dalle mani.
Una causa civile per le vittime del Covid.
Quelle dirette e quelle indirette.
I numeri, le foto, le propagande non servono più.
Ilaria Giubbilo, Infermiera
PS – Non tiratemi fuori fumo, alcol, dipendenze, malnutrizioni. Per quelle non c’è una forma di prevenzione gratuita alternativa immediatamente disponibile per chiunque. E le vittime di ciò non intasano gli ospedali impedendone il normale funzionamento.