Replica dell’ASST Bergamo: “L’infermiera che ha perso il padre? Assente autorizzata per circa due mesi. Ma anche le esigenze dei colleghi vanno considerate”.
Spett.le redazione di Assocarenews,
la presente per le dovute e opportune precisazioni in relazione alla notizia da voi pubblicata sotto il titolo ‘Infermiera con 450 ore di esubero lavorativo rischia di essere licenziata per assenze ingiustificate dopo grave lutto’.
Corre l’obbligo precisare che l’infermiera in questione, in occasione dell’aggravamento delle condizioni di salute del padre, è stata autorizzata, previo accordo intervenuto di volta in volta, ad assentarsi per circa due mesi – dal 22 febbraio 2023 al 17 aprile 2023 – tramite la fruizione di ferie e recupero di circa 160 ore. Siamo vicini alla nostra dipendente e comprendiamo le ragioni del suo malessere e delle sue istanze, tuttavia, vi sono molteplici esigenze e diritti in capo ai dipendenti tutti che vanno contemperati con la nostra missione che è quella di curare ed assistere i pazienti.
Sfortunatamente le esigenze organizzative, il rispetto delle assenze programmate, e la difficoltà nel reclutare personale in sostituzione dei lunghi assenti – problema che affligge drammaticamente tutti gli ospedali italiani – non hanno consentito di autorizzare un ulteriore prolungamento di assenza senza soluzione di continuità. Ciò in rispetto delle esigenze degli altri lavoratori del reparto che hanno compensato la lunga assenza della collega. La dipendente è stata approcciata ed informata nei termini appena esposti ed è stata gentilmente invitata a rientrare.
Nessuna minaccia di licenziamento è stata rivolta alla stessa, se non la comunicazione di una esigenza organizzativa che richiedeva il suo rientro in servizio e la precisazione che una eventuale ulteriore assenza non debitamente certificata si sarebbe configurata come non autorizzata e quindi priva di giustificazione. Ciò in conformità e coerenza con le previsioni del contratto collettivo nazionale di lavoro e del codice di comportamento.
I toni del sig. Alfredo De Marchi della FIALS, appaiono rispetto alla realtà dei fatti incomprensibili e a tratti esasperati a fronte di una situazione, per quanto triste e difficile, per noi ordinaria e ordinariamente gestita con la dovuta attenzione e sensibilità.
Sperando che l’equivoco sia risolto, invitiamo la parte sindacale a cercare di ragionare insieme sulle possibili soluzioni, invece di agitare inesistenti casi persecutori, lontanissimi dalle logiche di questa Azienda.
ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo
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