Ecco la storia di Annalisa, Infermiera: “lascio la professione, mi piaceva da morire, ma non ci sono più gli stimoli per andare oltre; nessuna carriera e pochi soldi”.
Purtroppo non è la prima e non sarà nemmeno l’ultima che abbandona. La Professione Infermieristica è arrivata oramai ad un capolinea: o ritrova credibilità e torna ad essere attrattiva, o sarà destinata ad essere surclassata da altre professioni e magari “superata” da quelli che oggi rappresentano il personale di supporto agli Infermieri, ovvero gli Operatori Socio Sanitari (OSS).
E’ proprio questa figura che continua ad attirare i giovani: meno costi per gli studi, immediato inserimento nel mondo del lavoro (soprattutto al Nord) e possibilità di ritrovarsi professionisti da un momento all’altro se un giorno passeranno le norme di riforma ad essi collegate.
Insomma, l’ennesima storia triste raccontata dalla stampa generalista nazionale. Ad esempio la Libertà, quotidiano indipendente, intervista la collega Annalisa (nome fittizio), che ha deciso di sbattere la porta in faccia alla professione e di dedicarsi ad altro. La sua vicenda umana ci deve far riflettere e deve far riflettere chi oggi dirige la professione ad alti livelli (politica, ordini, sindacati, associazioni di categoria, società scientifiche, università).
L’Intention to leave (ovvero la voglia di cambiare lavoro o di andare a lavorare all’estero) degli Infermieri è sempre più evidente e non trova freno.
Da tempo come AssoCareNews.it chiediamo delle serie riforme per il settore a cominciare da:
- abolizione del numero chiuso per l’ingresso al Corso di Laurea in Infermieristica;
- abolizione del numero chiuso per l’ingresso al Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche (che poi bisogna ancora capire cosa ci lega ancora a quest’ultima professione, che nel frattempo si è evoluta e si è emancipata negli ultimi decenni);
- abolizione del numero chiuso per l’ingresso ai Dottorati di Ricerca;
- riconoscimento contrattuale dei Master di I livello;
- riconoscimento contrattuale dei Master di II livello e degli studi di alta formazione manageriale e clinica;
- esclusività agli Infermieri relativamente all’insegnamento universitario (basta Medici ed altri figure professionali nei nostri CDL);
- riforma del sistema di formazione continua e obbligatoria (ECM), che continua a fare acqua da tutte le parti e che continua ad essere sempre e solo una raccolta punti;
- eliminazione dei Master On Line per il Coordinamento delle Professioni Sanitarie (non è più pensabile ad un sistema di alta qualità basata su semplici corsi registrati; di fronte abbiamo colleghi lavoratori e soprattutto pazienti);
- riforma e apertura delle carriere dirigenziali.
Siamo pronti a cambiare?
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Ecco cosa dice:
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