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A giugno migliaia di Infermieri e OSS torneranno a casa. La Pandemia Covid ora crea disoccupati.

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A giugno migliaia di Infermieri e Operatori Socio Sanitari (OSS) torneranno a casa. La Pandemia Covid ora crea disoccupati e gli eroi diventano sempre più di carta.

Si parla di circa 70.000 unità tra Infermieri e Operatori Socio Sanitari che torneranno a casa dopo la cessazione dell’allerta pandemica per Covid. Sono i colleghi assunti a tempo determina con avvisi pubblici o pronta disponibilità nel Servizio Sanitario Nazionale, che sperano però di essere poi stabilizzati.

Stabilizzazioni si, stabilizzazioni no.

Su quest’ultimo punto aziende sanitarie-ospedaliere, sindacati e politica non hanno fatto finora la dovuta chiarezza, soprattutto relativamente ai possibili futuri bandi di stabilizzazione per chi ha lavorato da precario durante la Pandemia per almeno 18 mesi nel pubblico.

Ad esempio: per essere stabilizzati sarà necessario lavorare nel momento dell’indizione del bando nel SSN o basteranno semplicemente il servizio svolto il precedenza?

E’ una domanda a cui non sappiamo dare risposte, anche perché tutto dipenderà anche dalla Regioni e dalle capacità assunzionali di ciascuna azienda sanitaria o ospedaliera.

Il ritorno a casa degli eroi di carta.

Intanto entro il 30 giugno 2022 in tanti si ritroveranno a casa e senza contratto (solo i pochi fortunati che hanno ottenuto il rinnovo fino al prossimo autunno-inverno resteranno a lavoro, ma non si sa fino a quando).

Insomma, secondo i nostri calcoli potrebbero essere circa 70.000 gli operatori, tra Infermieri e OSS, che potrebbero ritrovarsi improvvisamente senza occupazione.

Ci saranno altre proroghe?

Ad oggi nessuno è in grado di capire se si potrà andare oltre il 30 giugno 2022, ma è chiaro che le ASL e le Aziende Ospedaliere sono al collasso economico e in esubero di personale, impiegato in massa durante i due anni di Pandemia e ora non più utili. Si tratta di eroi sulla carta a cui presto potrebbe essere dato il ben servito. Con il loro ritorno a casa molti servizi rischiano di andare in tilt, tra cui il 118 e i Pronto Soccorso, che potrebbero ritornare alle vecchie e croniche carenze di personale, con grave nocumento per chi sta male.

Il ritorno nelle strutture private.

Di contro ne approfitteranno le Cliniche private, le Aziende Servizi alla Persona, le RSA, le RSSA e le Case di Riposo, che potranno giovare di un ritorno di personale inaspettato, un flusso di gente che aveva deciso di abbandonare il privato per inseguire il sogno dell’assunzione e della stabilizzazione.

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