E’ la storia che sta commuovendo i social-network. Gli Operatori Socio Sanitari non sono dei professionisti, ma tecnici che si dedicano quotidianamente a far star bene i loro assistiti.
Non è facile svegliarsi che fuori è ancora buio. Non è semplice lasciare in un soffice letto caldo i tuoi affetti e sgattaiolare via, in una fredda mattina d’inverno. Saltare pasti, pranzare e cenare o troppo presto o troppo tardi. Rinunciare a serate in compagnia perché l’indomani si è di turno. Organizzarsi e incastrare orari per: spesa, lavanderia, shopping, casa, parrucchiera, vita privata.
Non è facile tornare a casa dopo il lavoro e avere ancora un briciolo di forza per ascoltare la tua famiglia e affrontare la loro piccola quotidianità quando dentro di te vorresti solo spegnere l’interruttore e rimanere in silenzio.
Si diventa ipersensibili nell’ascolto, assuefatti a qualsiasi tipo di odore, super attenti al minimo movimento.
Iperattivi, precisi, concisi.
Non è affatto semplice e non è per niente facile… ma… quella carezza, quel sorriso, quel grazie commosso di una donna attempata che ricorda solo il suo nome o la stretta di un non più giovane uomo che cerca di nascondere l’imbarazzo per essersi sporcato e chiedere scusa tra le lacrime o le buffe azioni di chi non sa più cosa fa, rendono tutto meno faticoso.
Questo, tutto questo ti espone ad una sola riflessione.
Quando capiterà a me, confido nel trovare chi con pazienza, dedizione e amore mi ripaghi di quel piccolo dono fatto a chi ha avuto bisogno di me.
Tratto dal Gruppo Facebook “OSS alla riscossa”.