Attimi di follia al Pronto Soccorso di Frosinone. Nursing Up chiede più sicurezza.

Il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Frosinone è stato teatro di un drammatico episodio di violenza il 19 dicembre 2023, quando un paziente, armato di bastone, ha tentato di forzare l’ingresso al triage senza passare attraverso le procedure di assegnazione di priorità.

L’individuo, premeditatamente armato di un estintore, ha causato danni e scompiglio, mettendo in luce una realtà preoccupante.

Le forze dell’ordine, promesse ma assenti, e le guardie giurate, seppur impegnate, si sono trovate a fronteggiare un episodio di violenza che solleva importanti interrogativi sulla sicurezza degli operatori sanitari. La mancanza di un supporto adeguato e di misure preventive ha permesso a un atto così grave di verificarsi, lasciando il personale sanitario a gestire non solo le ferite fisiche ma anche il trauma psicologico.

Il problema si estende oltre l’isolato episodio. Il personale medico e infermieristico, già sottoposto a uno stress costante, si trova a dover affrontare non solo le sfide mediche ma anche aggressioni verbali quotidiane. La costrizione a cui sono costretti è ulteriormente aggravata dalla mancanza di risorse territoriali, che durante la pandemia hanno evidenziato la loro inefficacia nel monitorare gli utenti positivi, sovraffollando i pronto soccorso.

Il Pronto Soccorso di Frosinone, un DEA di 1° livello con circa 40.000 accessi annui, è l’ospedale di riferimento per l’intera provincia. Tuttavia, la realtà quotidiana del personale sanitario è minata da aggressioni e commenti aberranti. La convenzione d’Istanbul del 2012, rinnovata periodicamente, chiama gli Stati a combattere le aggressioni anche in ambito sanitario, ma spesso la violenza subita dagli operatori sanitari sembra non essere riconosciuta nella sua piena gravità.

I commenti raccapriccianti che emergono sotto gli articoli di giornale riflettono una preoccupante normalizzazione della violenza contro gli operatori sanitari. È fondamentale sottolineare che la violenza, indipendentemente dalla professione della vittima, ha conseguenze gravi e richiede una risposta decisa da parte della società e delle istituzioni.

Inoltre, la mancanza di un supporto efficace per i professionisti sanitari coinvolti in aggressioni è inaccettabile. I briefing inconcludenti che invitano i lavoratori aggrediti a tacere sono controproducenti e vanno contro la necessità di garantire un ambiente di lavoro sicuro e protetto.

“E’ urgente implementare misure concrete per la sicurezza del personale sanitario, rivedere le politiche territoriali per evitare sovraffollamenti e promuovere una cultura di rispetto verso coloro che lavorano incessantemente per garantire la salute della comunità. La violenza non deve diventare la norma, e il cambio deve iniziare ora” – ha riferito Laura Rita Santoro, Coordinatore Regionale Lazio del Sindacato Nursing Up.